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Vado avanti tentando di non pensare troppo… ogni tanto però mi sfogo

Ormai guardo poco la tv. Quando mi capita di accenderla è un continuo scuotere la testa. Programmi dal basso contenuto, forse perché la gente vuole evadere… oppure programmi di denuncia, e li la rabbia si scatena.

Ma come siamo finiti così? I giochi sporchi, la mafia… ?! Mah… quando capiremo che il bene del singolo non è il bene della collettività. Dimenticavo che in Italia regna l’individualismo, i piccoli orticelli…  Di fatto siamo un paese in ginocchio, un paese che sta pagando gli errori del passato. Si dice che chi troppo vuole nulla stringe,  eppure…

Siamo un paese indisciplinato, poco rispettoso delle regole. Un  paese dove tutti hanno diritti e pochi hanno doveri. Un paese dove è consuetudine sentire che ‘nulla tocca a me, ma a qualcun altro’. Un paese in cui non si rispetta la puntualità nei pagamenti, l’esempio in primis lo da l’erario dello stato.

Siamo un paese governato da burocratici con troppi privilegi, con stipendi troppo lontani da quelli del popolo. Mi capita di guardare gli anziani, la paura nei loro occhi. E i giovani…?!  Persi  senza certezze del  futuro, ma coraggiosi, innovativi, combattenti!  Io credo in loro.

Vorrei fare tante cose… ma non so cosa fare. Quindi scrivo, viaggio, conosco e parlo con la gente. Condivido idee e luoghi belli dell’Italia. Ognuno può fare qualcosa… un passo avanti per venirsi incontro. Ce la faremo?  Non lo so. Dicono che la storia insegna, eppure facciamo gli stessi errori.

In Francia, i troppi privilegi dei nobili a discapito dei ceti meno abbienti, fece scatenare nel 1789 una rivoluzione guidata in città dalla borghesia, e nelle campagne dai contadini. Erano altri tempi, ma attenzione, la fame crea disperazione.

Ora vado avanti, tentando di non pensare troppo… ogni tanto però mi sfogo.




Secondo voi l’acqua aiuta a dimagrire?

E’ con questa domanda che inizia il libro di Nicola Sorrentino, specialista in Scienza dell’alimentazione e Dietetica che, con la collaborazione di Paola Gambino, idrosommelier e specialista in Idrologia Medica, ribadisce l’importanza di bere tra i sei e gli otto bicchieri di acqua al giorno  per  la giusta attivazione dei meccanismi metabolici. Una costante attività fisica poi, ci permette di ottenere un benessere psicofisico.

Non ci sono trucchi a mio parere per rimanere in forma. Seguendo una sana alimentazione a base di buone materie prime non troppe elaborate, e consumando pasti leggeri che non appesantiscono l’organismo, si ha la migliore ricetta per il mantenimento di una buona salute.

Resta il fatto che siamo fatti di acqua. Quante volte abbiamo sentito questa frase che spesso ascoltiamo ma che alla quale non prestiamo la giusta attenzione. Faccio io stessa il mea culpa quando, per pigrizia, non bevo a sufficienza. Ebbene, senza l’acqua non potremmo digerire gli alimenti ne eliminare le scorie. Non avremmo la pelle elastica e compatta e saremmo senza il lubrificante naturale necessario alle articolazioni e a organi come occhi e polmoni.

Ci pensate?! Io si, infatti proprio in questo momento mi sto idratando naturalmente con una bella caraffa d’acqua che mi permette di mantenere perfetto il mio bilancio idrico. Costo? Praticamente zero. E se non lo facessi? Ebbene, non bevendo a sufficienza, oltre che ad avere una pelle spenta, si può incorrere in un malessere generale o rischiare la formazione di calcoli renali o disturbi come crampi muscolari e stitichezza.

Ci si disseta anche mangiando. L’acqua infatti è contenuta in tutti gli alimenti, ma in percentuali diverse. In particolare è presente nella frutta e verdura con una quantità che va dal 80 al 90%. A proposito di consumo dei cibi, avete presente la raccomandazione di bere lontano dai pasti? Nicola Sorrentino nel libro spiegaLa dieta dell'Acqua che si tratta di un falso mito, in quanto, bere durante il pasto, modifica in positivo la consistenza dei cibi facilitando la digestione.

Ma torniamo alla domanda iniziale: “L’acqua aiuta a dimagrire?” La risposta è si. Come spiegato nel libro, bevuta prima dei pasti, ha un effetto saziante senza nessun apporto di calorie. A supporto di questa tesi ci sono numerose ricerche scientifiche e varie pubblicazioni.

Sul tipo di acqua da bere vi lascerò alla lettura delle indicazioni che ampiamente vengono riportate. Per quanto mi riguarda, ove chiaramente è garantita la purezza, privilegio la rete pubblica. Ricordate che l’acqua del nostro rubinetto, quando è buona,  oltre a farci risparmiare contribuisce a non inquinare l’ambiente.

Le acque in bottiglia,  ahimè, sono per lo più trasportate per km e km in lungo e in largo per il nostro paese. Per chi comunque scegliesse quest’ultime, la raccomandazione è la corretta conservazione delle bottiglie in plastica che, se tenute vicino a fonti di calore o se esposte alla luce diretta del sole, trasferiscono all’acqua sostanze inquinanti.

Fonte: La Dieta dell’Acqua. Che cosa mangiare, che acqua bere per stare bene e perdere peso. Nicola Sorrentino con Paola Gambino – Salani Editore




Il Lambrusco non è un vino, ma un insieme di vini

Credo, anzi sono convinta, che il consumatore medio intenda il Lambrusco come una tipologia di vino. Ebbene, non è così! Il Lambrusco in realtà è un insieme di vini diversi che si sviluppa nella zona collinare reggiano-modenese. Una famiglia di vitigni autoctoni dalle antiche origini, citati per la prima volta da Plinio il Vecchio con il nome di Vitis Lambrusca nell’opera “Naturalis historia”.

Oltre il SorbaraDetto questo ve ne cito alcuni: Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri, Lambrusco Barghi, Lambrusco Marani, Lambrusco Viadenese, Lambrusco Oliva e… Lambrusco Sorbara. Un vitigno autoctono legato al territorio e all’uva da cui prende il nome, che si distingue per la freschezza, l’acidità e la mineralità. Profumi, colori e gusti che mi hanno sorpreso. Una valida alternativa alle solite proposte.

Mercoledì 29 Ottobre presso il Ristorante Sadler di Milano si è svolta una serata dedicata al Lambrusco Sorbara di Cleto Chiarli. Un’azienda agricola di Modena che si estende, con diverse tenute, su oltre 100 ettari di vigneti. Centocinquanta anni di storia e cinque generazioni di produttori impegnati nella valorizzazione dell’uva Sorbara.

Durante l’ascolto di Marco Chiesa sull’evoluzione che nel tempo ha caratterizzato questo vino, ho piacevolmente accolto i piatti studiati dallo Chef Claudio Sadler, grande interprete degli abbinamenti della serata. Una cena superlativa con ottimi vini in abbinamento. Il piatto che mi è piaciuto di più?  Il risotto con polvere di funghi trombetta e polvere d’oro. Strepitoso! Il vino? Il Sorbara in purezza Riserva del Fondatore, un classico di Chiarli prodotto secondo le regole tradizionali, fermentazione in bottiglia con metodo ancestrale (metodo antico).

Concludo con uno scritto di Luigi Veronelli  tratto da “Conoscere il vino” (Rizzoli-Hachette 1997) Fonte Casa Veronelli. Leggete come descrive il Lambrusco di Sorbara…

Nessun altro vino ci riporta, come lui, all’idea patriarcale, alla vita giornaliera.
E’ un vino «umano». Proprio per questo, forse, è il vino contro cui massimi sono i tradimenti.
Così che debbo attendere anni e far mille prove per bere e ribere un bicchiere che appieno mi soddisfi.

Perchè sia realmente di Sorbara e quindi buono, il tuo Lambrusco deve avere le seguenti caratteristiche:
colore rosso chiaro su netto fondo rosa, brillante; profumo allegro, con netta insistenza di viola; molto personale; sapore asciutto e sapido; accentuata freschezza per pulita vena acidula non privo di rustica eleganza; frizzante e vivace schiuma rossa.

Il suo tenore d’alcool è tra i 10,5 e 12° e l’acidità totale da 6 a 8% .
L’annata da consigliare è sempre l’ultima, da che è un vino fragile che vive una breve, incantata giovinezza.
E’ importante che la bottiglia – portata alla temperatura di 14-16°C – sia servita al momento, così da goderne, in primis, l’abbondante, evanescente schiuma.

 




“Il vino è una bella storia.” Alberto Malesani

Nella foto in testata la cantina dell’azienda agricola ‘La Giuva’  con la collezione di biciclette da corsa di Alberto Malesani.

“Il timing nel calcio è come nel vino. Il rispetto dei tempi è fondamentale.” Alberto Malesani

Non sono un’appassionata di calcio, o meglio, non amo il calcio di oggi. Troppi interessi mi portano a non seguire uno sport che sentivo più sincero molti anni fa. Vi chiederete quindi come sono arrivata ad un uomo che per molti anni è stato un allenatore. In realtà lo è ancora, anche se momentaneamente si è preso un periodo di pausa. Pensate che sono così disattenta che non ricordavo nemmeno che fosse stato lui a guidare la squadra del Chievo verso i primi successi. Bei tempi quelli…

Ebbene, ho conosciuto Alberto grazie ad un ‘camino’, una delle tante coincidenze che guidano ormai da anni la mia vita. Un Alberto Malesanitecnico del calcio presentato dai media come persona caratteriale che ho apprezzato per la gentilezza e la sensibilità. Come dico spesso, la realtà sovente è assai diversa da ciò che apparentemente l’informazione tenta di trasmetterci. Tocca a noi saper andare oltre se vogliamo vivere nella verità.

La mattina in cui sono andata da lui le colline erano avvolte dalla nebbia. I miei occhi brillano davanti ai paesaggi autunnali per l’atmosfera che solo la natura, con i suoi colori, sa creare. Saper godere di tutta questa semplice bellezza è già una grande fortuna.

Al mio arrivo, dopo avermi accolto con un sorriso, mi ha lasciato libera di fare una breve escursione intorno ai suoi vigneti. Ho bisogno di ambientarmi in ogni posto in cui vado. Inizio sempre così le mie visite.

Una volta soddisfatta, da sola, l’ho raggiunto in cantina. Era preso da uno scambio di battute con due persone. Non ci metto molto a presentarmi e a inserirmi nelle conversazioni quando mi trovo a mio agio. Da quel momento è iniziato il tour dell’azienda. Mentre ascoltavo Alberto che mi illustrava i suoi progetti, mi inserivo di tanto in tanto con consigli e suggerimenti che, dopo le tante visite a realtà produttive, sorgono spontanei. Ad esempio, vorrei maggiore attenzione per la produzione del buon aceto di vino. So che ci sono alcuni cavilli, ma perché non scavalcarli? Poi, vorrei vedere più aggregate le aziende agricole dello stesso territorio con eventi promossi da coloro che si occupano di comunicazione digitale del vino. Quante cose che vorrei… soprattutto più sinergie.

La Giuva

La Giuva

Mentre mi descriveva il ‘suo vino’, mi ha raccontato l’imbarazzo provato la prima volta che ha assistito al suo assaggio. L’emozione vissuta in quel momento è stata molto più intensa di qualsiasi traguardo sportivo. Mi ha colpito la sua prima esperienza lavorativa con il Giappone e il racconto degli insegnamenti ricevuti. Più conosco la filosofia di vita di questo paese e più mi attrae. Un uomo che, dopo essersi occupato di logistica in una multinazionale per molti anni, ha raggiunto traguardi importanti grazie alla determinazione e alla passione.

“Cinzia, la passione, l’iniziativa personale, la condivisione, il coinvolgimento e gli obiettivi misurabili, servono per vivere ogni istante della vita in modo pieno e senza alcun rammarico. Questa è la dieta della mia vita. Mi ha accompagnato nel passato, nel presente, e mi accompagnerà nel futuro. Ogni cosa che faccio o sogno prima di tutto mi deve meravigliare, poi, una volta capita la fonte di questa meraviglia, so che cosa può diventare. Vale per tutto… sia per un rapporto umano, o per allenare una squadra o per produrre un vino. Sono e sarò sempre lo stesso davanti a successi e insuccessi, perché gli uni sono indispensabili agli altri.”

Da qualche anno si è dedicato completamente all’azienda agricola che gestisce insieme alle figlie Giulia e Valentina, La Giuva, un acronimo dei loro nomi. Una realtà con certificazione biologica situata a Trezzolano, in provincia di Verona, nell’alta Val Squaranto. Un territorio collinare caratterizzato da un suolo calcareo ben visibile negli scavi che portano alla cantina.

Con la guida esperta di Lorenzo Caramazza, winemaker dell’azienda, produce da uve autoctone Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta, un vino inteso come espressione del territorio, il Valpolicella DOC. L’ho apprezzato per la piacevolezza e per il corpo. Schietto quando maturato solo in acciaio, più intenso quando passato in legno.

Durante l’assaggio si è dibattuto su alcune problematiche che si ripresentano ogni qual volta io visiti un’azienda, in particolare sugli intoppi creati dalla burocrazia. Sembra quasi monotono toccare continuamente questo tasto, piaga dolente dello sviluppo economico della nostra Italia. Nonostante ciò, il nostro paese è sostenuto con impegno da chi sente ancora l’appartenenza e combatte per la sua ripresa.

Credo che si sappia ormai come la penso sul tricolore esposto come simbolo rappresentativo dell’Italia che lavora. Proprio per questo, vedendolo dipinto sui soffitti de La Giuva, compiaciuta ho espresso ad Alberto la mia sincera approvazione.

IMG_5557Con Lorenzo Caramazza ho approfondito una tematica affrontata recentemente scrivendo un articolo su alcune realtà agricole visitate nella Valcalepio. Mi riferisco ai danni e alle possibili soluzioni per combattere un antipatico moscerino killer: la Drosophila suzukii. Ebbene, Lorenzo mi ha spiegato che sta tentando di risolvere il problema con l’ausilio di una soluzione naturale dagli ottimi risultati. Lascio a lui continuare.

Cinzia, per la drosofila suzukii va chiarito che la trappola naturale, composta da vino con una maggiore presenza di acido acetico e zucchero, viene utilizzata nelle coltivazioni della fragola in lessinia. Si sta utilizzando questa tecnica anche nei vigneti cercando di rispettare l’agricoltura biologica. In trentino qualcuno sta utilizzando una miscela simile per venderla in contenitori pronti all’uso. Questo rimedio aiuta per il 60/70 % delle catture. Qualcuno sulla frutta utilizza le reti fini e/o trattamenti. Nel caso della vite il problema maggiore si ha nei fruttai per l’appassimento delle uve dove la ventilazione e il freddo risultano l’unica vera difesa. 

La mia visita non si è conclusa in azienda ma in una bella trattoria della zona, tra chiacchiere e sorrisi. Questi sono i momenti che danno un senso a ciò che faccio. Un capitolo tra i più intensi della mia vita degli ultimi anni. Come ha detto Alberto: “Il vino è una bella storia.

 www.lagiuva.com

Il vino di Alberto Malesani

Il vino di Alberto Malesani




Il Raduno dei Sovversivi del Gusto… un insieme di Bellezza, di Piacere, di Essenza e di Purezza.

Non ho trovato parole migliori per descrivere la nona edizione di questo Raduno annuale che si è svolto Domenica 19 Ottobre a Gardone Riviera, se non quelle usate dal mio caro Daniele Marziali:  “Il Raduno dei Sovversivi del Gusto è sempre un insieme di Bellezza, di Piacere, di Essenza e di Purezza… una valanga di abbracci e di sorrisi pieni di amore.

Ma chi sono i Sovversivi del Gusto?

I Sovversivi del Gusto, quelli veri, sono coloro che credono nelle tipicità italiane che gli artigiani, tra mille difficoltà, portano avanti  per dare continuità alle tradizioni del nostro paese. Questo è il ‘Bello Italiano‘, l’enogastronomia che ci rende famosi nel mondo. Si può essere Sovversivi anche solo sostenendoli, e credendo in loro.

Ritrovarsi insieme, uniti da questa fede, significa celebrare l’Italia vera, quella che lavora e che si ribella a chi di italiano, nulla ha a che vedere.  Chi non ha partecipato a questo raduno non può capire l’atmosfera che si è creata quando Adriano, salendo sul palco, ha espresso la sua felicità nell’avere attorno a se la sua gente. Sia pur in minor numero rispetto a quello sperato, si è creata così tra le persone presenti un’intimità tale, da rendere quei momenti indimenticabili, carichi di calore e di profonda emozione.

Adriano, ora mi rivolgo a te. Nonostante i momenti difficili che stai vivendo negli ultimi mesi, hai saputo e voluto organizzare questa festa con tutte le tue forze. Un raduno fra produttori, amici e sostenitori che, per il bene dell’Italia, si sentono sovversivi nell’anima. Ognuno, per questo traguardo, combatte a modo suo. Nonostante l’ipocrisia e l’opportunismo di molti, noi eravamo li, per sostenerti. Adriano, ti vogliamo bene!!!

Daniele, ora tocca a te!

– Daniele Marziali, il Fornaio Sovversivo

Perché quando si è amici… si è amici e basta!

Perché è come mettere su uno dei tuoi pezzi rock preferiti, levarsi la camicia, e correre a torso nudo a braccia aperte come da bambini… urlando a squarciagola, fino a dove ti pare…

Perché Sognare è ancora possibile… abbiamo bisogno di farlo, continuamente!

Ma soprattutto non dobbiamo mai smettere di giocare! Oltre ai conti di tutti i giorni, oltre le pugnette atomiche quotidiane, oltre alla falsità normalizzata, oltre la fatica… il Bello è che trovarsi a tavola con i tuoi amici, con i produttori, con i sognatori e i folli… ti fa sperare che un Mondo migliore possa esistere ancora!

Il mio caro amico Adriano è bravissimo in tutto questo! Evviva il Lilo… e grazie ancora!

Oltre alla grande Nadia Zampedri, la donna che accompagna Adriano Liloni nella vita e nel lavoro, c’è una persona silenziosa che oggi ho voluto qui con me.

– Stefania Possi, collaboratrice del Pegaso, la trattoria di Adriano Liloni e Nadia Zampedri

Durante il corso della vita abbiamo occasione di incontrare personaggi di ogni tipo. Con alcuni la tentazione li per li è quella di scappare, li ami e li odi, ma poi, una volta compresi, non li lasci più. Uno di questi è il Liloni. Domenica insieme a qualche Sovversivo, a qualche produttore, a qualche produttore non sovversivo, e a qualche sovversivo non produttore, l’emozione è stata tanta!

Il Lilo che girava tra i tavoli, che parlava e rideva con tutti, che giocava con le donne, attento sempre e comunque agli amici Sovversivi, ai blogger e ai vari giornalisti. La Nadia, Santa subito, mentre seguiva il catering si intratteneva con me e con Simone, il nostro sommelier in doppiopetto (incredibile!). Per l’occasione ho rimesso le scarpe con i tacchi, è da cinque anni che non lo facevo.

Chi collabora con il Lilo gli vuole bene, si ritrova a fare con lui cose che fino a ieri non avrebbe fatto, a volte litigandoci e picchiando i pugni sul tavolo! Lui crede così tanto in quello che fa che ti contagia, e comunque, volere o non volere, ti ritrovi al suo fianco. Ma la Poesia di questa giornata l’ho vissuta soprattutto la sera, quando, rientrando in trattoria con “gli irriducibili” tra risate, vino buono, canti e allegria, Lilo ha esordito dicendo: “Oggi è stata dura, ma ora sono qui con i vostri faccioni che mi rendono felice.”

Una giornata all’insegna dell’EMOZIONE dall’inizio alla fine che voglio chiudere con un estratto dell’Avvelenata di Francesco Guccini:

Ma se io avessi previsto tutto questo
(dati causa e pretesto) forse farei lo stesso
mi piace far canzoni e bere vino,
mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto
dei panni che son solito portare
ho tante cose ancor da raccontare per chi vuol ascoltare…

Alcuni momenti del 9° Raduno dei Sovversivi del Gusto.




Panettone tutto l’anno? “Panettone Sottocasa”, storia e tradizione a Vimercate.

In testata panettone tostato con filetti di acciughe siciliane.

Il Panettone, il dolce della Brianza simbolo della tradizione della pasticceria lombarda, il 6 e il 7 Dicembre 2014 diventerà protagonista di una festa mercato che si pone come obiettivo la valorizzazione delle imprese artigiane del territorio.

Un’iniziativa nata grazie alle sinergie del Presidente di Unione Confcommercio di Vimercate Alessandro Barbone, ePanettone Sottocasa del responsabile dei pubblici esercizi del territorio il cuoco Matteo Scibilia.

Sede della manifestazione “Villa Sottocasa”, una dimora storica dei Conti Sottocasa costruita negli ultimi decenni del XVIII. Acquistata successivamente nel 2001 dal comune di Vimercate, dopo il restauro, è stata in parte destinata al MUST, museo del territorio vimercatese.

Panettone Sottocasa”, storia e tradizione, questo il nome e filo conduttore della prima edizione di questo evento in via di definizione che ospiterà produzioni selezionate e permetterà oltre alle degustazioni, l’acquisto diretto dai produttori del territorio.

Conferenza StampaLunedi 13 Ottobre presso l’Osteria della Buona Condotta di Ornago ho partecipato alla conferenza stampa che, oltre a presentare il progetto, mi ha permesso il piacevole assaggio di una sequenza di piatti ad opera di Matteo Scibilia e di sua moglie Nicoletta Rossi con il panettone come ingrediente principale.

Inaspettate le combinazioni che, dall’antipasto al dolce, hanno dimostrato quanti utilizzi gustosi possa avere questo prodotto della tradizione.

Panettone tutto l’anno? Certo che si! Perché mai privarsi durante tutti i mesi dell’anno del dolce tipico lombardo? Io insisto, in primis perché mi piace, e in secondo luogo perché anche così, grazie alla creatività dei nostri artigiani, si può combattere la crisi.

Villa Sottocasa

Via Vittorio Emanuele, 53 Vimercate (MB)

Carnaroli mantecato al Franciacorta con briciole di panettone al mandarino

Carnaroli mantecato al Franciacorta con briciole di panettone al mandarino

Tortino di patate con mozzarella fiordilatte, gorgonzola naturale e polvere di panettone

Tortino di patate con mozzarella fiordilatte, gorgonzola naturale e polvere di panettone

Omelette dolce con succo d'arancia e pan brioche al cioccolato

Omelette dolce con succo d’arancia e pan brioche al cioccolato

 




Sognare e Sovvertire per il Bello Italiano. 9° Raduno dei Sovversivi del Gusto

Mancano pochi giorni alla 9° edizione dell’annuale Raduno dei Sovversivi del Gusto. Cibo, cultura e dibattiti sull’enogastronomia italiana, sulle produzioni e sui produttori che con tenacia continuano con i loro sogni sovversivi in nome della qualità e della tradizione. Cornice di tutto ciò Villa Alba, una prestigiosa location storica nell’elegante e suggestiva Gardone Riviera che, con la sua storia e i suoi sontuosi giardini, fanno di questa cittadina un gioiello dell’arte, della cultura e del turismo del Lago di Garda.

Villa AlbaUn evento organizzato da Adriano Liloni, fondatore dei Sovversivi del Gusto, e da alcuni suoi collaboratori. Per chi ancora non conosce questo gruppo di produttori, riporterò la risposta ad una domanda che feci qualche anno fa ad Adriano durante una nostra chiacchierata.

Chi sono i Sovversivi del Gusto?

Sono un piccolo gruppo di valligiani produttori di formaggi, di mieli e di vini. Tutto è nato in sordina con raduni serali. Poi, il 2 Luglio del 2006 in un mio momento di pazzia affittai l’isola del Garda e creai il primo evento con tanto di battello. Lo scopo era di riunire produttori della zona. In seguito infiltrazioni giornalistiche hanno portato ad un effetto domino che neanche immaginavamo… Come la presentazione del primo volume dei Sovversivi a Milano al programma di RAI Radio 2 di Vergassola. Gli eventi continuano, ed annualmente vengono ripetuti in location diverse.

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19 Ottobre 2014 – Programma  dell’evento “Il Bello Italiano”,  il leitmotiv della giornata:

  • Ore 12,00 – Ingresso a Villa Alba

Presentazione dell’evento

Ore 12,30 – Buffet con degustazione dei prodotti del circuito Sovversivi del Gusto.

Tavoli degustazione di Oli e Vini di produttori che non hanno potuto intervenire personalmente all’evento.

Tavolo dei formaggi selezionati dell’Oste Adriano Liloni

Ore 14,30 – Apertura dibattiti con giornalisti e produttori. Tema conduttore: “L’Agricoltura in Italia”

– Costo dell’ingresso con degustazione Euro 15,00

  • Ore 19,30 – Ingresso al Vittoriale degli Italiani

 Apertura della serata dell’attrice Francesca Garioni con piece teatrali.

 Ore 21,00 Concerto di Eugenio Finardi con Fibrillante Tour.

L’evento sarà registrato per la realizzazione di un libro e due puntate televisive.

– Informazione e Prevendita: battitidali@gmail.com

Adriano, un’ultima cosa. Chi ti conosce e ti segue sa che credi come me nelle produzioni artigianali simbolo della tradizione enogastronomica italiana che, nonostante la crisi profonda che stiamo vivendo, ci rendono famosi nel mondo. Per ragioni di salute stai vivendo un momento molto delicato della tua vita privata. Vuoi aggiungere qualcosa?

Cinzia, questa è la dimostrazione di un semplice privato cittadino che, mosso dalla passione, dalla tenacia e dall’inno di creare, organizza eventi di livello senza tanti baracconi parastatali. L’ho fatto da un ospedale, attraverso i mezzi digitali. Ora però voglio uscire e vivere tra la mia gente questo evento.

Alcuni dei produttori presenti alla manifestazione:

LE RAMATE: Malvicino (AL)
AZIENDA AGRICOLA FRATELLI BEZZI: Ponte di Legno, BS
IL PICCOLO FORNO MARZIALI: Saludecio (RN)
OLEARIA SAN GIORGIO: S. Giorgio Morgeto (RC)
AZ. AGRARIA HYSPELLUM: Spello (PG)
AMALTEA: Senigallia (AN)
AZIENDA AGRICOLA SAN POLO: Castelvetro (MO)
LA CASA DEI TAJARIN: Alba (CN)
LA FUCINA DEI SAPORI: Prevalle (BS)
FRATELLI TREVISANI: Soprazocco di Gavardo (BS)
CASCINA BELMONTE: Muscoline (BS)
AZIENDA AGRICOLA VARALDO: Barbaresco (CN)
TENUTA LE MOJOLE: Tagliuno di Castelli Calepio (BG)
VENERANDA VITE: Montemarciano
STEFANO PIETTA: Muscoline (BS)
CASCINA GARATINA: Castel Boglione (AT)
FRANTOI BADIA: Limbadi (VV)
AZIENDA AGRICOLA GIONA: Salina (ME)

Work in progress…

– Pagina FB Evento https://www.facebook.com/events/1544678299077192/?ref=br_rs

– Sede Villa Alba  www.villaalbaeventi.it Corso Zanardelli, 73 Gardone Riviera (Brescia)

Hashtag  #‎RadunodeiSovversividelGusto2014‬ ‪#‎IlbelloItaliano‬ ‪#‎SovversividelGusto‬




Una storia di ristorazione macchiata dal passato

In testata pesce spada a bassa temperatura, 62 gradi, con castagna caramellata al Gran Marnier, passata di cannellini e zeste (buccia) di arancia caramellata. Chef Guglielmo Paolucci.

Davide Lacerenza, patron del Ristorante La Malmaison di Milano. L’ho conosciuto durante una recente manifestazione sullo street food. Cosa mi ha colpito di lui? Il modo in cui raccontava le sue materie prime, in particolare dando consigli e approfondimenti su crostacei e molluschi che, attirando particolarmente l’attenzione del pubblico, hanno dato vita ad uno degli interventi più riusciti della giornata.

E’ per questo che ho voluto conoscerlo meglio accettando l’invito a cena nel suo ristorante. Ma non sapevo tutto, si, non sapevo di precedenti legati alla sua vita privata che ahimè condizionano la sua storia di ristoratore.

Ieri sera, persone che mi conoscono e che tengono a me, sapendo come la penso sui protagonisti dell’enogastronomia, si sono preoccupati scrivendomi in privato. Io ero li solo per conoscere meglio una persona e i piatti del suo bravo e giovane cuoco, Guglielmo Paolucci. Punto.

 Cruditè di pesce

Cruditè di pesce

Un uomo di origini pugliesi che ha vissuto in una Milano difficile, che ha lasciato a quindici anni la scuola per lavorare nei mercati di frutta e verdura, alzandosi alle tre di notte, nel gelo d’inverno e sotto il sole d’estate. Poi, di notte, un lavoro in discoteca per coprire le spese.

“Cinzia, non dimenticherò mai da dove sono arrivato, i ricordi mi danno sempre la gioia di sorridere. Sono nato in un quartiere storico alla periferia di Milano, il Giambellino, nel 1965. Li ho vissuto gli anni peggiori.  Più della metà dei miei amici e compagni di scuola sono morti per droga, mentre altri sono finiti in galera. Ora che ho qualcosa di mio che veramente mi da soddisfazione, svolgo il mio lavoro con amore e passione, questo è quanto.”

Di certo gli ho dato dei consigli. Ci sono molti cambiamenti da fare nel suo locale. Come ho detto a Davide ieri sera, a volte per cambiare bisogna dare una vera svolta alla propria vita, facendo scelte difficili e voltando pagina sul serio. Capitolo chiuso.

 Vi lascerò solo le immagini che mi hanno colpito il giorno in cui l’ho conosciuto.




Viticoltura in Valcalepio, questo è l’hashtag : #ilvalcalepioècambiato

Per chi ancora non lo sa, l’hashtag è una parola inglese composta da ‘hash e tag’, che in italiano significano cancelletto ed etichetta. In pratica un cancelletto posto davanti a una parola la trasforma in un’etichetta, aggregando argomenti con lo stesso interesse e la stessa chiave di discussione.

Ebbene, questo è il punto da cui partire: #ilvalcalepioècambiato. E’ cambiato nella qualità che le persone protagoniste di queste terre vogliono trasmettere con le loro produzioni. Conoscerle permette di capire la volontà e la determinazione che si prefiggono nel raggiungere tale obiettivo.

Martedì 23 Settembre ho partecipato a un tour press dedicato alla viticoltura in Valcalepio. Protagoniste della visita due cantine dell’Associazione ‘Le Donne del Vino‘, che da ben venticinque anni unisce le imprese vitivinicole con gestione femminile. Due Signore della Valcalepio che si sono reinventate in viticoltura per amore e per tradizione familiare.

Le Signore della Valcalepio

Cristina Kettlitz e Marta Mondonico, Le Signore della Valcalepio

Una giornata di Settembre scaldata dal sole e da una buona compagnia, iniziata con la visita alla Tenuta del Castello di Grumello. Qui, con piacere, ho visto sventolare la bandiera italiana.

Vorrei vederla ovunque ci sia motivo d’orgoglio per il senso di appartenenza che dovremmo sentire verso un territorio come il nostro, così ricco di storia e di bellezze naturali.

Valcalepio

Valcalepio

L’azienda agricola Tenuta Castello di Grumello è situata tra Bergamo e il lago d’Iseo. Una realtà vitivinicola di 37 ettari, di cui 18 destinati al vigneto, situata su una collina dove sorge maestoso un castello, una fortezza militare risalente al 1200 appartenuta al condottiero Bartolomeo Colleoni.

Non faccio mistero della mia passione per la storia e per le armi antiche, per questo ho molto apprezzato la spada dei cavalieri, l’Excalibur, un pezzo originale del XII secolo presente nel castello.

Grumello del Monte

Tenuta Castello di Grumello

E’ in questa cornice storica, a poca distanza da Milano, che Cristina Kettlitz, giornalista e comunicatrice, con il supporto dell’enologo Paolo Zadra, produce circa 100.000 bottiglie di diverse tipologie di Valcalepio DOP. I vitigni presenti sono Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Pinot grigio e Moscato di Scanzo. La forma di allevamento è a la spalliera, e la densità di impianto media è di 5000 ceppi/ettaro.

Tra i vini assaggiati il Valcalepio rosso Doc Riserva “Castello di Grumello” 2007 e il Valcalepio rosso Riserva Cru Colle Calvario 2005. Entrambi taglio bordolese (mescolanza di vini diversi per vitigno, provenienza e per età) di Cabernet Sauvignon 60% e Merlot 40%. Il primo matura dodici mesi in barrique e il secondo diciotto, con restante affinamento in bottiglia. Grado alcolico 13/13,5% vol. Vini di corpo e carattere.

Per quanto riguarda il Valcalepio Moscato Passito Doc ottenuto da uve di Moscato di Scanzo, vitigno autoctono della bergamasca, la produzione di questa stagione anomala  farà capire le scelte “di qualità” che si prefiggono i produttori della zona.

Tour press dedicato alla viticoltura in Valcalepio

Tour press dedicato alla viticoltura in Valcalepio

Il tour è continuato con la visita alla seconda cantina, la Tenuta Le Mojole situata a Tagliuno di Castelli. Una realtà agricola nata nel 2002 di circa 2,30 ettari seguiti personalmente dalla titolare Marta Mondonico, prima insegnante e poi, seguendo la passione del marito, viticoltrice.

I vitigni presenti sono Merlot, Cabernet Sauvignon e una modesta presenza di Syrah. Donna Marta, insieme all’enologo Paolo Posenato, nella conduzione dell’azienda vitivinicola adotta metodi naturali nel rispetto dell’ambiente e della persona. La produzione è di circa 8.000 bottiglie.

Tenuta Le Mojole

Tenuta Le Mojole

La degustazione dei suoi vini è iniziata con “Donna Marta Rosa” IGP 2013 rosato della bergamasca, uve Merlot in purezza vinificate in rosa. Grado alcolico 12,5%. Adatto a menù non impegnativi. Più vicino ai miei gusti il Cabernet Sauvignon Le Mojole 2010, da uve selezionate di Cabernet Sauvignon 100%. Grado alcolico 13,5 diciotto mesi in tonneau e dieci in bottiglia. Vincitore di diversi concorsi internazionali, tra cui la medaglia d’oro al Concorso mondiale di Bruxelles 2014.

Una giornata passata tra conoscenza e degustazioni di vini in un territorio che consiglio di visitare personalmente, per apprezzare dal vivo le belle atmosfere che con le parole e le immagini ho tentato di trasmettere.

Tutto perfetto, se non fosse stato per la Drosophila suzukii, il moscerino dei piccoli frutti di cui si è parlato a lungo con Donna Marta. Agli agricoltori, già perseguitati da una stagione difficile, mancava solo questo sgradito ospite asiatico che i funzionari della regione Lombardia reputano provenire da importazioni di ciliegie cinesi. Mi trattengo da aggiungere altro!

Vi dico solo che è caratterizzato da grandi occhi rossi e che la femmina depone le uova nella polpa dei frutti maturi causando il loro conseguente deterioramento. Oltre la piccola frutta colpisce i vigneti. Capirete bene che, a poca distanza del raccolto, lega le mani agli agricoltori impedendogli di intervenire adeguatamente.

Per certo si sa che non ama le alte temperature e che per questo predilige le zone collinari. C’è chi tenta di proteggere le proprie colture con fitte reti, e chi spruzza aceto di mele per bloccare la crescita delle uova. Non ci resta che sperare che gli studi e la ricerca possano aiutare a trovare presto rimedi efficaci per contrastare questa ennesima piaga subita dagli agricoltori.




Come risolvere la questione tipica italiana sulla scarsa puntualità di pagare nei tempi concordati? Risponde un produttore.

Lunedi 15 Settembre scorso si è svolta, presso l’Accademia delle Viole, un bellissimo cascinale dalle atmosfere provenzali a Quintano vicino a Crema, una giornata di degustazione che ha coinvolto, oltre una decina di produttori, anche lo Chef  Ro Dante, ideatore della cena che ha concluso la serata.

Accolta dagli organizzatori, l’Azienda Agricola Ventura di Sonnino (LT) e l’Enoteca ‘La Cantinetta’ di Monte Cremasco (CR), ho avuto modo di chiacchierare e assaggiare le produzioni presenti dando i tempi giusti che purtroppo le grandi manifestazioni, spesso, non permettono per il numero elevato degli stand espositivi.

Un piacere salutare Ilaria Salera dell’omonima Azienda Agricola Salera a Garlasco (PV), e assaggiare il suo riso, ingrediente principe dei buoni risotti preparati dallo Chef Ro Dante.

Un’ottima sorpresa la spalla cruda con l’osso del salumificio La Scapineria, di Sissa a Parma.

Cibo ma anche vino…

La mia terra mi ha chiamato allo stand dell’Azienda Vitivinicola Fruscalzo di Dolegna del Collio (GO) dove ho assaggiato un Traminer Aromatico Delle Venezie IGP: la Rosa Canina Fruscalzo, una piacevole alternativa ai soliti vini offerti.

Ho concluso infine con un calice di Barbera dell’Azienda Agricola Cascina Carrà di Monforte d’Alba, una realtà familiare delle Langhe che dal 1986 conduce con metodi naturali 14 ettari di vigneto, e con il piacevole assaggio dei vini Balgera di Chiuro.

Chiedendo i prezzi ai produttori, viene spontaneo fare delle riflessioni non proprio positive sui ricarichi a volte eccessivi fatti dalla ristorazione e dalle enoteche.

Come dico spesso gli eventi, oltre che per assaggiare e conoscere produzioni, permettono il confronto con i produttori e l’ascolto delle loro problematiche che poi amo trattare nei miei scritti.

Proprio a questo proposito mi sono soffermata a lungo presso lo stand dell’Azienda Agricola Ventura di Sonnino (LT) produttrice di olio extra vergine da olive Itrana. Insieme  abbiamo dibattuto su una tematica a cui tengo molto e che considero una vera spina nel fianco delle piccole medie imprese italiane.

Mi spiego. Recentemente ho scritto a proposito della difficoltà di fare impresa, e non solo per la burocrazia, ma anche per la cattiva abitudine diffusa nel nostro paese di dilazionare a proprio piacimento i pagamenti dovuti. Ne ho discusso con Alberto Ventura che, dal 2004, dopo il cambio di rotta della sua vita da commerciale di un’azienda a produttore d’olio extra vergine di oliva, vive come molti in Italia queste difficoltà.

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In realtà Alberto ha adottato una sua politica conseguente all’esperienza maturata durante la sua precedente attività lavorativa, e  all’influenza giapponese con cui ha a che fare per i rapporti commerciali.

  • Alberto, lascio a te la parola per spiegare come hai tentato di risolvere la questione tipica italiana sulla scarsa puntualità di pagare nei tempi concordati, per i servizi e le forniture ricevute.

Diciamo che fin dall’inizio della mia avventura, ormai la chiamo così, mi sono imposto questa regola: “I clienti devono pagare subito!” Non sono certo più bravo degli altri, però nel mio piccolo ho voluto, per lo meno tento, creare un equilibrio anche con i miei fornitori. Io pago tutto alla consegna, a volte anche prima del ricevimento della merce.

Una consuetudine poco italiana direte. Ebbene, la cosa per me non è affatto strana, perché lavorando con il Giappone sono abituato alla puntualità e al rigore, a volte persino al ricevimento dei pagamenti un mese prima! Capirai bene la differenza.

Ti dirò un’altra cosa importante. Noi produttori agricoli, non potendo produrre durante l’anno, siamo costretti spalmare i costi con una conseguente concentrazione degli stessi al momento del raccolto. Dopo questa fase, dobbiamo sostenere le spese per il resto dell’anno,  sempre nella speranza che le cose vadano bene, sia riferendomi ai raccolti futuri, sia ai rischi d’impresa che solo chi lavora la terra conosce.

Detto ciò, se mi rassegnassi ad aspettare quelli che dovrebbero pagarmi ma che non lo fanno nei tempi stabiliti, allora si che sarebbe finita. Per quanto mi riguarda, garantendo dei prodotti di qualità e imponendomi bene commercialmente e con persone corrette, la cosa funziona.

Un’ultima raccomandazione: noi italiani dobbiamo metterci in testa che dobbiamo imparare a non fare i furbi, ovviamente non voglio generalizzare, ma purtroppo per la maggiore è così. Cercare di guadagnare di più dando un prodotto scarso e facendolo pagare come tale non fa bene a nessuno. Fare l’eccellenza, riuscire a venderla facendosi pagare subito, garantisce una continuità! Cinzia, spero di essermi spiegato bene, sicuramente faccio meglio l’olio che il giornalista.

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