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Se questa non è la felicità… Pejo, Luglio 2016

Ma che cos’è la felicità?

Uno stato d’essere, un’euforia temporanea, un sogno realizzato? Credo che la felicità sia semplicemente il benessere che ciascuno di noi raggiunge grazie all’intensità delle emozioni vissute in particolari momenti della propria vita. Una sequenza di istanti che ci accompagnano con i ricordi, e che danno una dimensione diversa al nostro tempo. Talvolta il desiderio è che non finiscano mai, ma forse, pensandoci bene, la cosa veramente importante è l’intensità con cui li viviamo. E’ così, che dopo ogni viaggio, si torna più ricchi e consapevoli della bellezza che ci circonda, e che fa di noi le persone che siamo.

Qualche giorno fa, in Val di Pejo, nel Parco Nazionale dello Stelvio (settore trentino), grazie alle splendide passeggiate tra i laghi alpini e le foreste di abeti e larici rinfrescate da ruscelli e piccole cascate, mi sono detta: “Se questa non è la felicità…” In un territorio non ancora preso d’assalto dal turismo di massa, le emozioni sono state tante. Una valle, chiamata anche “La Valéta”, ai piedi dei gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello-Presanella con cime che superano i 3.000 metri di altitudine. Pace e benessere a ricordo di una vacanza indimenticabile.

Qui di seguito alcuni momenti dei miei bellissimi giorni passati a Pejo, nell’alta Val di Sole.

Immersa tra le nuvole, a 3.000 metri di altitudine

Da Pejo, con la funivia ‘Pejo3000’, in soli sei minuti si sale a 3.000 metri di altitudine, tra le vette dell’Ortles Cevedale nel Parco Nazionale dello Stelvio. Da qui si scorge il Monte Vioz (3.645 m), Punta Taviela (3.611 m), Punta San Matteo (3.678 m), Cima Presanella (3.556 m) e Monte Adamello (3.539 m). Da questa altezza, ammirando gli splendidi panorami, nel silenzio, i pensieri si fanno più leggeri, e tutto torna ad avere il giusto equilibrio. Rientrando, a piedi, ho ammirato nel piccolo specchio d’acqua del Lago Covel (1839 m) le vette viste poco prima dall’alto.

Escursione alle cascate di Celentino con esperienza di ionizzazione

Ci sono luoghi della nostra bella Italia ancora poco conosciuti. Uno di questi è alle Cascate di Celentino, frazione di Pejo. Seguendo le guide locali, le ho raggiunte dopo aver  percorso uno stretto sentiero sterrato. Nonostante io ne abbia visitate diverse, sia in Italia che all’estero, ogni volta alla loro vista la sensazione è molto piacevole. Il motivo è presto detto: lo scroscio dell’acqua sui sassi diffonde nell’aria ioni negativi, atomi che hanno acquisito una carica elettrica e che, una volta inalati, alleviano gli stati di stress donandoci energia e benessere.

Il bosco, una vera farmacia naturale: estrazione delle resine Trementina e Argà

Durante i miei giorni passati nei boschi di Pejo, ho avuto il piacere di assistere all’estrazione della ‪Trementina tramite incisione alla base dell’albero di Larice, l’unica resinazione legale in Italia. Una volta raccolta e microfiltrata, viene distillata per ottenere l’Argà, un’oleoresina vegetale dal potere disinfettante conosciuta per le sue proprietà terapeutiche. E’ utile nel trattamento delle vie respiratorie, contro i reumatismi, nevralgie, sciatica e molto altro ancora. In Val di Sole questa attività di estrazione praticata dai resinatori, si è particolarmente sviluppata per la grande quantità di larici. Terapie naturali da rivalutare.

Per info: Mauro Iori –  mauro.iori@alice.it

Lago Pian Palù

Non so se ha contribuito la giornata di sole, ma vi assicuro che la vista dei riflessi turchesi di questo stupendo specchio d’acqua a 1.800 metri, mi ha incantato al punto da farmi perdere la cognizione del tempo. Con lo sguardo perso, ho espresso un desiderio che spero di poter realizzare in futuro. Lo si raggiunge da Pejo Fonti, dopo aver superato il Fontanino di Pejo a 1.670 metri. Magnifico.

Dal lago dei caprioli salendo fino alla Malga Alta di Fazzon

Tra i tanti laghetti in Val di Sole, c’è il suggestivo lago dei Caprioli (1.321 m) raggiungibile da Pellizzano. Percorrendo il sentiero con segnavia SAT203, si può salire fino alla Malga Alta di Fazzon, a quota 1.548 metri. Un edificio ecologico ad impatto zero, autosufficiente dal punto di vista del fabbisogno energetico grazie alla turbina idroelettrica. Qui si produce una tipicità della Val di Sole: il Casolèt, formaggio di malga di latte crudo, presidio Slow Food. Una tipicità locale a pasta tenera prodotta in autunno dopo il rientro delle mandrie dagli alpeggi per il fabbisogno invernale.

Madonna di Campiglio, tra le Dolomiti di Brenta

A circa 40 km da Pejo c’è Madonna di Campiglio, nota località turistica in provincia di Trento, a 1.550 metri di altitudine. Se avrete occasione di visitarla, oltre a salire in funivia per godere della splendida vista delle Dolomiti di Brenta, dal 2009 riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, immancabile una tappa a “Casa Cozzio”. Per chi ama le antichità, un piccolo museo pieno di tesori e di vero artigianato locale. Dopo una passeggiata per il centro, salendo a 2.104 metri, vi consiglio di pranzare allo Chalet FIAT. Oltre a godervi un magnifico scenario sulle Dolomiti, avrete modo di fare ottimi assaggi proposti da personale gentile e simpatico.

Questi sono solo alcuni spunti di visita della bella e tranquilla Val di Sole, una valle da scoprire e in cui vivere molte emozioni. Nei miei giorni passati in questi luoghi ne ho vissute veramente tante. Merito dei paesaggi di montagna, delle passeggiate, delle cascate e dell’acqua limpida dei ruscelli, ma anche delle belle persone che ho conosciuto e che hanno reso speciale ed indimenticabile questa vacanza a Pejo. Alcune di loro, a ricordo del tempo passato insieme, hanno voluto scrivere delle parole in rima. Ne citerò solo alcuni versi, gli altri li custodirò nel mio libro di pensieri e poesie.

…amiche ed amici, io non so dir di voi,

ma tentare voglio e quindi

mi azzardo a dir perentorio che ognuno di noi

di una bella vacanza ha raggiunto il traguardo.

Domani un po’ lesti ma anche un po’ mesti,

trottando trottando a Trento saremo,

e dei vacanzieri deposte le vesti,

di rivederci un bel dì spereremo.

Alessandro

 

www.visitvaldipejo.it




The Floating Piers: il pontile galleggiante mosso dalle onde, ma soprattutto dalle masse.

Inizierò questa mia riflessione con alcune domande: Com’è possibile che una passerella galleggiante attragga una tale moltitudine di persone? Curiosità per nuove forme d’arte? Accesso gratuito? Brevità dell’evento? Voglia di una passeggiata ‘diversa’ sul lago d’Iseo? Condizionamento mediatico? Di fatto, nessuno può negare che sia stata un’ottima forma di promozione turistica legata all’arte. Un vero successo, vista la grande affluenza di pubblico.

Persone disposte ad affrontare una giornata di caldo afoso, code infinite, traffico e caos, pur di camminare sull’acqua, o meglio, su un’opera d’arte contemporanea, sia pur unica nel suo genere. Un pontile galleggiante sul Lago d’Iseo largo ben sedici metri, dislocato da Sulzano a Montisola, la più grande isola lacustre europea in provincia di Brescia. Un percorso complessivo di quattro chilometri e mezzo ricoperto interamente da un tessuto di nylon arancione: tre chilometri sull’acqua, e uno e mezzo su tratti pedonali.

Forse è per dare una risposta a queste domande che ho deciso di scrivere di un progetto artistico che ho visitato, e che ha movimentato interessi e attività connesse alla conoscenza del territorio.

Com’è possibile che una passerella galleggiante attragga una tale moltitudine di persone?

Credo che la risposta nasca semplicemente dalla voglia di dire a tutti: “Ebbene sThe Floating Piers i, c’ero anch’io!” La realtà è che viviamo in una società che punta più all’apparire che all’essere. Un’epoca, la nostra, in cui i mezzi tecnologici ci connettono con il mondo, ma  spesso ci allontanano da chi ci sta vicino. Nessuna polemica, solo alcune considerazioni che in primis ho fatto con me stessa, riconsiderando alcune abitudini della mia vita.

Curiosità per nuove forme d’arte?

Senza dubbio The Floating Piers è una realizzazione d’arte moderna che ha incuriosito per l’originalità, che ha impegnato molte persone, e che per questo merita tutto il rispetto.

Accesso gratuito?

L’idea che un’opera d’arte sia accessibile a tutti gratuitamente sicuramente è di grande attrattiva. Realizzata con un costo di 15 milioni di euro, sostenuti interamente dall’artista bulgaro Christo Vladimirov Yavachev, è stata concepita nel 1970 insieme a Jeanne Claude, la compagna di vita mancata nel 2009. La vendita degli originali delle opere dell’artista e la visibilità ottenuta ha permesso all’autore di rientrare nei costi.

Brevità dell’evento?

Certamente il breve lasso di tempo per visitare – ma soprattutto per camminare – su un pontile galleggiante i cui materiali impiegati verranno interamente riciclati, ha indotto i più ad affrettarsi per non perdere quest’occasione unica e irripetibile.

Voglia di una passeggiata ‘diversa’ sul lago d’Iseo?

13507186_10209438007778096_1903693347975736321_nA questo proposito, essendo abituata a camminare a lungo su terreni stabili,  posso dire con certezza che non è stata proprio una delle mie solite passeggiate. Talvolta l’equilibrio richiesto per il leggero movimento dovuto alle onde, ha reso questo percorso diverso, e fatemelo dire, leggermente più impegnativo.

Condizionamento mediatico?

Nonostante molto spesso mi sono sentita definire con un pizzico di criticità “diversa”, per la mia tendenza ad andare controcorrente rispetto ai gusti generali, non posso negare che il condizionamento mediatico influenzi più o meno un po’ tutti. Visitare The Floating Piers mi ha dato lo spunto per fare qualche personale riflessione su questi fenomeni mediatici contemporanei.

Concludo sottolineando che, nonostante le polemiche dei molti che non hanno condiviso i clamori dell’evento,  dal 18 Giugno al 3 Luglio 2016 sul Lago d’Iseo una serie di pontili galleggianti ha messo in cammino più di mezzo milione di persone provenienti dall’Italia e dall’estero. Comunque la pensiate, un’ottima forma di promozione turistica che certamente riporterà molti visitatori sul Lago d’Iseo per vivere le autentiche atmosfere, quelle dei borghi lacustri tipici e romantici che piacciono tanto a me.

www.iseolake.info/it/   www.christojeanneclaude.net




Cartoline dal Lago di Garda. Paradisi italiani…

Luoghi e Sapori Gardesani.

Qualche settimana fa, dopo aver scelto la destinazione e aver messo due cose in valigia, sono partita verso Malcesine. Una bella località sulla sponda orientale del Lago di Garda in provincia di Verona. Basta poco per recuperare energia, quella buona, quella di cui tutti abbiamo bisogno per superare le difficoltà quotidiane. Ognuno di noi, intorno a se, ha posti bellissimi da visitare. Luoghi, sapori, persone che valgono la pena di essere vissuti, e che rendono speciali i momenti della nostra vita.

Grazie al cielo, o meglio al bel tempo, durante questa mia fuga mi sono goduta due giorni di sole, fermandomi di tanto in tanto quando gli occhi catturavano un’immagine su cui valeva la pena di meditare. Vere e proprie cartoline, quelle che una volta si spedivano alle persone care. Oggi, nonostante le parole corrano veloci attraverso i mezzi digitali, c’è chi ancora non vuole perdere i pensieri che la mente elabora davanti a tali bellezze artistiche e paesaggistiche.

Parco Baia delle Sirene

A Punta San Vigilio, località nel comune di Garda,  in un parco di ulivi c’è una baia visibile dall’alto della strada che porta a Malcesine. Una tappa obbligatoria per chi ama la fotografia, e per chi ha tempo, una sosta per una piacevole passeggiata fino a riva. Io l’ho fatto. Sono scesa lentamente, e, seduta sulla spiaggia ancora semi vuota, ho goduto del silenzio e del benessere che questi paradisi italiani sanno naturalmente trasmettere.

www.parcobaiadellesirene.it

Baia delle sirene

Baia delle sirene

Ulivi del Garda

“Ulivi del Garda tanto umani! Magri, svelti, con il tronco diviso, senza mole, tutti respiro e attenzione, ariosi e ingegnosi, non superano di troppo la statura dell’uomo. Si lasciano cogliere una parte dei frutti dal braccio alzato. Portano ramoscelli più pieghevoli che le vermene dei salci, atti a essere chiusi in perfette corone e a muovere il primo fuoco sotto la catasta.” Gabriele d’Annunzio

Ulivi Parco Baia delle Sirene

Ulivi del Parco Baia delle Sirene

Ci sono ulivi ovunque lungo le strade del Garda. Una terra di olio d’oliva garantito dal 1997 con la DOP “Garda” a tutela della provenienza e delle caratteristiche organolettiche. A Malcesine, grazie alla cultivar Casaliva, al tipo di terreno e al clima fresco, si produce un olio a bassissima acidità. Merito di ben 550 piccoli produttori uniti nel Consorzio Olivicoltori Malcesine, una società nata nel 1946. Circa 7-8.000 quintali di olio extra vergine di oliva prodotto per l’autoconsumo e per i punti vendita del Consorzio. Un olio delicato dai profumi fruttati.

www.oliomalcesine.it

Olio extra vergine di oliva del Consorzio Olivicoltori di Malcesine

Olio Extra Vergine di Oliva del Consorzio Olivicoltori di Malcesine

Malcesine

Arrivata a Malcesine ho visto ovunque tantissima gente, in particolar modo persone straniere. L’Italia è un paese molto amato, si sa, per questo è importante che i nostri ospiti trovino la giusta accoglienza e gli opportuni servizi, soprattutto in tema di accessibilità.

Lungo le vie del centro, passeggiando, ho conosciuto una cittadina raccolta in un borgo antico legato alla storia del Castello Scaligero, sede dei musei di Scienze Naturali, Storia Locale e delle Galee Veneziane (navi del passato spinte solo dalla forza dei remi).

Castello Scaligero di Malcesine

Castello Scaligero di Malcesine

Monte Baldo

Malcesine, una località tra le più caratteristiche del Lago di Garda anche per la presenza della Funivia del Baldo. In pochi minuti, grazie alle sue speciali cabine rotanti, si pùo salire fino a quota 1.800 metri godendo di viste spettacolari.

La funiva è aperta dal 20 Marzo al 9 Ottobre 2016 tutti i giorni, con inizio alle 8,00 fino alle ore 18.45 (ultima corsa dal Monte Baldo).

Funivia Malcesine - Monte Baldo

Funivia Malcesine – Monte Baldo

Il piacere di cogliere un istante, di condividerlo, e di riviverlo nel tempo. Le immagini, sia pur belle, se non vissute personalmente trasmettono parzialmente le emozioni. Per certo, anche così, guardando questa fotografia, è facile comprendere il senso di pace e di benessere che tale bellezza naturale può trasmettere. Il respiro si fa lento, e i pensieri diventano più leggeri. Se ne avrete l’occasione, vi consiglio di non perdervi questa vista.

Via Navene Vecchia, 12 – Malcesine (VR)  www.funiviedelbaldo.it

Monte Baldo

Monte Baldo a quota 1.800 metri

Paese che vai, sapori del territorio che trovi.

Entrando al Ristorante Al Gondoliere, un caratteristico locale nel centro storico di Malcesine, non ho potuto fare a meno di ordinare un piatto di bigoli (o bigoi) con le sarde: pasta fresca preparata con grano tenero, acqua e sale. Un piatto tipico della tradizione veneta.

Ristorante Al Gondoliere – Piazza Vittorio Emanuele, 6 Malcesine Tel. 045 – 7400046

Bigoli con le sarde

Bigoli con le sarde

Quella sera, con piacere, ho assaggiato un calice di Garganega ‘Romeo & Juliet’ 2014 della Famiglia Pasqua vigneti e cantine. Un antico vitigno a bacca bianca molto diffuso nel Veneto. Un vino con un’etichetta dedicata ad una storia d’amore. Uno scatto di Giò Martorana, premio Unesco per la fotografia, che ripropone i messaggi che ogni giorno gli innamorati scrivono sulle pareti del cortile della casa di Giulietta a Verona.

Pasqua Vigneti e Cantine www.pasqua.it

Garganega ‬'Romeo & Juliet' 2014 della Famiglia Pasqua vigneti e cantine

Garganega ‘Romeo & Juliet’ 2014 – Pasqua vigneti e cantine

Arco (TN)

Il mio percorso è continuato la mattina successiva con una breve deviazione ad Arco. Mi sono fermata nel centro per visitare la bellissima Chiesa Evangelica della Trinità, costruita nel 1897 in stile neogotico. Entrando, mi si è avvicinato un pastore con un sorriso e con un classico “Good morning!” Ormai sono abituata ad essere scambiata per una turista inglese, mi succede spesso, soprattutto quando passeggio a Venezia. Finita la mia visita in quel bel luogo di pace, ci siamo salutati con un sorriso, e con un immancabile “Buongiorno!”

Chiesa Evangelica della Trinità - Arco

Chiesa Evangelica della Trinità – Arco

Arco, una cittadina in provincia di Trento che ho apprezzato per l’ordine, per la storia, e per le sue belle aiuole fiorite. In lontananza, ben visibile l’imponente Castello, la cui epoca di costruzione risale all’anno Mille.

Arco

Arco (TN)

Riva del Garda

Dopo aver visitato Arco, passando da Riva del Garda, mi sono fermata nuovamente per seguire la 34° Lake Garda Meeting Optimist Class. Un evento annuale Guinness World a cui hanno partecipato giovani timonieri provenienti da trenta paesi.

Soddisfatta, dopo un caffè nel centro storico di Gardone Riviera, serenamente ho preso la strada di casa pensando al prossimo tour.

www.lagodigarda.it  www.visitgarda.com




Rovereto, “la città delle botteghe”.

Se passate da Rovereto… fermatevi!

Se ne avrete l’occasione, vi consiglio di non perdervi una visita nel suo centro storico. Oltre ad apprezzare le botteghe tipiche, potrete ammirare le testimonianze medievali e settecentesche in perfetta armonia con le atmosfere risalenti al periodo del dominio veneziano. Passeggiare tra le sue vie, ammirare le antiche dimore affrescaste e visitare i suoi musei internazionali, sarà un’esperienza che certamente arricchirà il vostro viaggio. Io ci sono stata pochi giorni fa.

Rovereto, una cittadina in provincia di Trento che ho apprezzato per l’offerta culturale, l’ordine e la sicurezza. Siamo in Trentino Alto Adige, una regione che valorizza l’artigianato come espressione del territorio. Grazie alla Legge provinciale che ha instituito per gli esercizi commerciali con più di 50 anni di attività il riconoscimento di “Bottega storica Trentina”, si ha la possibilità di visitare luoghi identificativi della storia e delle tradizione locali.

Il Comune di Rovereto, per sottolineare l’importanza di questi esercizi, ha voluto ampliare il riconoscimento ad altre due categorie: le “Botteghe di Tradizione Trentina”, gestite con continuità da almeno 50 anni da nuclei familiari, e le “Botteghe Tipiche Trentine”, che propongono tipicità di Rovereto e della Vallagarina. Storia, Tradizione e Tipicità, espressa da chi vive questo territorio da oltre 50 anni.

Sono figlia di un artigiano. Forse è per questo che la mia natura mi porta ad apprezzare tutto ciò che è frutto della passione e della creatività che ciascuno di noi, a modo suo, esprime nel proprio operato. Le sue molteplici forme danno ricchezza e unicità a questo settore. Arti e mestieri da valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni, per non perdere la nostra memoria. Per questo, le botteghe, oltre ad essere luoghi attrattivi per il turista, contribuiscono all’offerta culturale dando un valore aggiunto al territorio.

Durante la mia passeggiata, spesso interrotta per ammirare le belle vetrine e le insegne storiche, mi sono letteralmente bloccata davanti all’antica Drogheria Giuseppe Micheli. Droga, sostanza vegetale con principi attivi utili al nostro organismo. Da qui drogheria. Un significato molto diverso da quello che gli attribuiamo oggi. Entrando, timidamente, ho avvertito da subito intensi profumi di erbe, spezie aromatiche ed essenze per preparazioni liquoristiche. Un settore che mi affascina da sempre, che richiede conoscenza ricerca e studio.

Come una bambina in un negozio di dolci, ho incominciato a muovermi curiosando ovunque, attratta dalle etichette e dai nomi delle radici e delle erbe mediche. Un’ampia offerta di prodotti di erboristeria, integrata da tipicità alimentari e da 600 etichette di vini, liquori e distillati. Un’attività imprenditoriale avviata nel Settembre del 1829.

Drogheria Giuseppe Micheli – Via Mercerie 16/20 Rovereto (TN) www.drogheriamicheli.it

Drigheria Giuseppe Micheli

Ogni città italiana ha un caffè storico, punto di incontro e luogo di conversazione. Quando viaggio li ricerco e ne vivo le atmosfere. A Rovereto ho scoperto la Torrefazione Bontadi. Degustazione di qualità unita alla conoscenza del caffè, grazie alla presenza di un museo con una collezione di 300 pezzi: dai tostini della fine del ‘700, fino alle moke e alle macchine espresso di ultima generazione.

Un’impresa avviata nel 1790 riconosciuta dalla CCIAA di Trento, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, con la medaglia d’oro per l’ininterrotta attività.

Torrefazione Caffè Bontadi – Vicolo del Messaggero, 10 Rovereto (TN) www.bontadi.it

Torrefazione Caffè Bontadi

A conclusione della mia visita non poteva mancare una tappa al MART, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, contraddistinto dalla cupola di vetro e acciaio progettata, insieme all’intera struttura, dall’architetto ticinese Mario Botta. Custodisce una collezione di oltre 20.000 opere rappresentative dei movimenti del secolo scorso. Un museo in cui è possibile fotografare e condividere con il mondo la bellezza dell’arte.

Sono stata attratta in particolare da tre tele. Due di Massimo Campigli – Pugile, 1933 e Figure, 1931 –  per i colori e per i richiami all’arte etrusca da cui l’autore si ispira, e una di Pompeo Mariani – Sotto gli ulivi, 1898 – in cui mi sono rivista in un ambiente naturalmente ricco di storia in cui amo passeggiare.

MartCorso Angelo Bettini, 43 Rovereto (TN) www.mart.tn.it

MART

La mia breve sia pur intensa visita a Rovereto era giunta al termine. Ero attesa in un’azienda agricola di Faedo, di cui a breve vi racconterò.




La “Strozegada” di Levico Terme. Atmosfere e tradizioni natalizie.

Vivere l’atmosfera del Natale nei piccoli paesi, permette di riappropriarsi delle tradizioni autentiche tipiche di questo momento dell’anno. Pochi giorni fa, a Levico Terme, mi sono immersa nel clima natalizio caratteristico delle località di montagna.

Un comune in provincia di Trento situato alle pendici del Lagorai, la più vasta catena montuosa del Trentino, noto per le sue acque minerali scoperte nel medioevo durante lo scavo di gallerie. Acque arsenicali-ferruginose che, per la loro azione sedativa e curativa, agiscono sul sistema nervoso. Per chi vuole provarle la stagione termale alle Terme di Levico inizia da Aprile e si conclude a Novembre.

Una cittadina elegante con un piccolo centro storico, botteghe artigiane, viali fioriti e alberghi in stile liberty, arricchita dal Parco secolare degli Asburgo e dal laghetto omonimo. Per chi ama sciare, alle spalle della città, c’è una cima con 18 km di piste e un tapis roulant adatto a famiglie con bambini.

Ogni anno, in questo periodo, lungo i viali alberati del parco si possono ammirare cinquanta casette in legno addobbate a festa che formano lo storico Mercatino di Natale. Prodotti artigianali ed enogastronomici rappresentativi del territorio.

Mercatino di Levico Terme

Oltre a percorrere il viale principale, mi sono addentrata con occhi curiosi nelle piccole vie che conducono alla Levico Terme meno conosciuta. Le case di un tempo, i vecchi cortili, e le piccole gallerie comunicanti vissute in silenzio, mi hanno riportato indietro nel tempo. Una Levico certamente meno turistica, ma molto più suggestiva.

Passeggiando nel viale parallelo a quello principale, mi sono soffermata su una tipica bottega artigianale di prodotti in terracotta. Nel suo interno, tantissime campanelle decorate appese ovunque. Secondo l’antica cultura nordica, servivano per allontanare gli spiriti maligni e ad avvicinare quelli buoni.

Campanelle

Sono molti gli eventi in programma che accompagnano la fine dell’anno a Levico Terme. Tra i tanti, durante il mio breve soggiorno, non mi sono voluta perdere la “Strozegada”.  La tradizione vuole che la sera del 12 Dicembre, vigilia di Santa Lucia, i bambini seguendo il carro della Santa fino al piazzale della chiesa, trascinino lungo il percorso la “strozega”: barattoli di latta legati tra loro da un filo di ferro. A destinazione, le letterine con le richieste dei regali, vengono legate a tanti palloncini colorati lasciati volare nel cielo. Dopo tanto rumore, con gli occhi all’insù, il loro pensiero è un solo: “Chi sa mai che col baccano che abbiamo fatto Santa Lucia scenda a portarci i doni…” 😉

Magia e tradizioni natalizie per grandi e bambini da vivere fino al 6 Gennaio.

Buone feste! campanelle

www.visitlevicoterme.it




L’Italia… paese che vai, castelli e botteghe che trovi: Spilamberto

Spilamberto – La Bottega di ortofrutta di Vito Colamartino – Castello di Vignola

Succede così, mentre viaggio, colpita da scorci ricchi di natura e di storia… richiami irresistibili che fermano i miei percorsi e che mi portano ad osservare, conoscere ed esplorare un’Italia così bella e piena di tutto. Con occhi curiosi, bramosi di scoprire, ogni volta è un’avventura. Per questo, davanti a questi scenari, non mi capacito che un paese bello come il nostro sia bloccato da ingranaggi rugginosi – chiamiamoli così – che ne rallentano la crescita. Nonostante ciò, paese dopo paese, storia dopo storia, continuo a cercare il bello, tentando ove possibile, di non arrabbiarmi per il brutto.

Nel mio ultimo viaggio verso Bologna, incantata dai meravigliosi paesaggi e dai caldi colori autunnali, mi sono fermata a Spilamberto, piccolo comune dell’alta pianura modenese. Attratta da Rocca Rangoni, dopo aver parcheggiato l’auto, ho iniziato la mia passeggiata esplorativa. Un paese che insieme a Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Vignola e Zocca, fa parte dell’unione “Terre di Castelli.”

Un’intesa nata nel 2001, che aggrega otto comuni con una superficie complessiva di 312,15 Km². Lo scopo è l’ottimizzazione delle risorse relative ai servizi essenziali per la cittadinanza: Istruzione, Servizi sociali, gestione del personale, Polizia locale, sistemi informativi, pianificazione del territorio, gare e appalti di fornitura di beni e servizi, ecc. Un esempio di efficienza italiana da cui prendere spunto.

Rocca di Spilamberto

Uno dei modi per conoscere le città, è di passeggiare tra le botteghe storiche, pro loco permanenti delle tipicità e delle tradizioni locali. Ascoltando le storie di chi vive i paesi, si riesce a comprenderne meglio le realtà, e si hanno consigli e spunti di visita non sempre presenti nelle guide. Camminando sotto i vecchi portici di Spilamberto, sono stata attratta in particolare da una bottega di ortofrutta per l’ambientazione storica e per la ricchezza dei prodotti.

Il titolare, Vito Colamartino, un uomo emigrato dalla Puglia a venticinque anni per motivi di lavoro, visto il mio interesse mi ha dedicato un po’ del suo tempo. In realtà, tracce delle sue origini sono ben visibili nella vetrina del suo negozio per la presenza di alcune riproduzioni di trulli in pietra.

La Bottega di ortofrutta di Vito Colamartino

Dopo un’esperienza lavorativa a Milano come garzone, venuto a conoscenza di un’offerta di lavoro presso un’azienda di autotrasportatori, si è trasferito a Spilamberto. In questo paesino dell’Emilia, dopo aver lavorato per due anni come camionista, ha realizzato il desiderio di aprire un negozio di ortofrutta: un luogo di memorie, di storia e di cose buone. Tra l’altro, in un angolo del locale che vi consiglio di visitare, c’è un ottimo aceto balsamico invecchiato da lui prodotto.

Aceto balsamico tradizionale

La sua, una vita di sacrifici ma anche di soddisfazioni. La fatica di doversi alzare ogni giorno alle due del mattino per andare all’ortomercato di Bologna e scegliere la frutta migliore, ma anche il piacere nel ricevere i complimenti dalla famiglia del Maestro Pavarotti per la preparazione di un cesto di frutta da loro commissionato.

Dovevo andare. Dopo i saluti di rito, Vito ha voluto prepararmi un cestino di frutta che ho spizzicato percorrendo le strade della bella Modena.

Vito Colamartino

Ero attesa a Bologna, in ritardo come spesso accade quando viaggio. Nonostante ciò, continuando il mio percorso, alla vista della maestosa Rocca di Vignola mi sono bloccata ancora. Un’antica costruzione ben conservata menzionata dai testi intorno al 1178, la cui data di origine non è ben certa. Cinta da mura millenarie è stata protagonista di molte vicende storiche, e da molti passaggi di proprietà. Nel 1945 la Rocca è stata prigione dei partigiani, fino a diventare successivamente sede di gerarchi fascisti. Dal 1998 è sotto la tutela della Fondazione di Vignola che la custodisce e la promuove.

Terminata la visita i miei pensieri si sono persi guardando lo scorrere delle acque del fiume Panaro. Solo qualche minuto, prima di continuare il viaggio…

Castello di Vignola

Fiume Panaro

 -Rocca di Spilamberto Piazzale Rocca Rangoni – Spilamberto (MO) – www.visitmodena.it

– La Bottega di Vito Colamartini – Via Umberto I – Spilamberto (MO) Te. 050 785219

– Rocca di Vignola Piazza dei Contrari, 4 Vignola (MO) www.roccadivignola.it

 




Assaggi di territorio italiano. Lodi, la “terra dei mille campanili”.

Rassegna Gastronomica del Lodigiano – 3 Ottobre/13 Dicembre 2015

Lodi, una giovane provincia istituita nel 1992, ricca di verde, di storia e di sapori antichi. Siamo in Lombardia, la prima regione agricola d’Italia. Nonostante ciò, come sottolineava il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel suo discorso inaugurale in Piazza della Vittoria, fulcro storico della città, il territorio agricolo si è molto ridotto. Una questione su cui si dibatte per far si, che una terra come la nostra, mantenga la sua originale vocazione agricola. Il lodigiano, per non perdere la sua memoria, vanta ben dieci musei dedicati alla civiltà contadina.

Sono passati molti anni dall’ultima volta che ho visitato Lodi. Anni in cui, come dico spesso, avevo occhi diversi. Nonostante ciò, la mia passione per l’arte, la storia e le produzioni agricole non è cambiata. Con uno sguardo più attento ora le mie scelte sono più mirate e consapevoli. Detto ciò, si parte verso questa giovane provincia alle porte di Milano.

La prima cosa da fare arrivati a Lodi è fermarsi per assaporare le atmosfere di questa città. Le vecchie insegne delle botteghe ci riportano a tradizioni e a un tempo in cui gli uomini e le donne vivevano la vita con ritmi diversi, e con scelte alimentari più legate al territorio. I centri storici dovrebbero privilegiare un’offerta che rappresenti maggiormente le produzioni locali. Una fiera del buono e del bello permanente, sostenuta e agevolata dalle istituzioni.

Lodi, la città delle mille torri

Durante la visita alla città, il mio consiglio è di fermarsi in uno dei tanti locali storici per assaggiare la Raspadüra, sfoglie di formaggio grana molto giovane (7-8 mesi), per l’appunto ‘raspato’ con l’ausilio di un apposito attrezzo. Si usa mangiarla con le mani accompagnandola con delle noci o con dell’uva.

Un altro formaggio tipico non salato che vi consiglio di provare è il Pannerone, da “Panéra”, che in dialetto lodigiano significa crema di latte. Il suo un sapore molto particolare: un dolce iniziale che si evolve in un finale amarognolo. Un formaggio che accompagnerei volentieri con un bicchierino di buona grappa secca.

Raspadüra

A due passi da Piazza della Vittoria c’è il Tempio Civico dell’Incoronata, un gioiello dell’architettura rinascimentale a forma ottagonale sorto nel 1488 su disegno di Giovanni Battagio. Il campanile del 1503 è di Lorenzo Maggi, l’abside del 1691 è di Lorenzo Fontana. Una magnificenza con interni  completamente decorati da tavole e splendidi affreschi. Assolutamente da vedere.

Tempio Civico dell'incoronata

Nel Lodigiano le atmosfere cambiano in fretta. Una provincia con un’estensione di circa 782 km2 circondata da parchi e riserve naturali, attraversati da una rete ciclabile di oltre 500 km. Pianure e vie d’acqua, l’Adda a est e il Po a sud, da vivere a poca distanza dal centro storico a bordo di battelli. Navigare in Lombardia è possibile.

Adda

Tradizione, valorizzazione storica e artistica e futuro sostenibile. Lodi, con il Parco Tecnologico Padano, polo di innovazione nel settore agroalimentare, investe nella ricerca per garantire prodotti più sostenibili e sani, e per aiutare le imprese ad innovare. Molto interessante e consigliata la sua visita. PTP – Science Park

Parco Teconologico Padano

Ho vissuto tutto questo, e molto di più, durante la 27′ edizione della Rassegna gastronomica del Lodigiano, evento patrocinato da Regione Lombardia che, dal 3 Ottobre al 13 Dicembre 2015, valorizza questo territorio, le sue tradizioni e i suoi prodotti.

Rassegna gastronomica del Lodigiano

www.lodi2015.it
www.provincia.lodi.it




Un’alba di fine estate alla Riserva San Massimo

Reportage fotografico di un’alba vissuta alla Riserva San Massimo – Gropello Cairoli (PV)

Il 30 Giugno 2014, dopo aver pubblicato un’intervista a Dino Massignani, Direttore dell’Azienda Agricola Faunistica Riserva San Massimo a Gropello Cairoli (PV), mi sono recata li di persona per conoscere questa realtà. Durante la mia visita ho molto apprezzato l’attenzione nelle pratiche agricole per il rispetto e la conservazione del biosistema esistente. La sua preservazione è fondamentale per l’ambiente, per l’agricoltura e per la nostra salute.

E’ questo il motivo che mi ha spinto, a distanza di un anno, a riviverla nuovamente, questa volta però a modo mio: all’alba e da sola, anche se in realtà da sola non lo ero affatto. Per godermi nella pienezza tutti i suoni della Riserva, sono stata spesso costretta a fermarmi, perché lo stesso rumori dei miei passi alterava la loro percezione integra.

Se avrete occasione di visitarla, potrete vedere molte zone d’acqua, habitat essenziali per la sopravviveFullSizeRendernza di numerose forme di vita. Ambienti naturali importanti non solo per organismi acquatici e piante, ma anche come aree di sosta per far trascorrere la stagione invernale in luoghi con un clima mite a molti uccelli migratori (svernamento). Nella Riserva ci sono varie specie animali. Mi piace osservarli, ma liberi, nella loro naturalezza…

Per non disturbarli con la mia presenza, sono salita su una vedetta ben nascosta tra gli alberi. Sono stata li a lungo, ma nulla… Una volta scesa, dopo qualche passo, d’incanto mi sono trovata a poca distanza da un giovane daino. Siamo rimasti così, per quasi un minuto, fissandoci, immobili, con emozioni diverse, ma pur sempre emozioni. Sono felice di aver fatto il mio piccolo Safari nella Riserva, da sola, senza rumori, solo con il cuore che batteva forte…

Riserva San Massimo

La Riserva San Massimo è situata nel Parco Lombardo della Valle del Ticino. Una vasta superfice boschiva naturale tra fauna, rogge, paludi, campi agricoli e risaie. Una Riserva di protezione speciale per la salvaguardia di diverse specie animali e vegetali, protette dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura delle specie minacciate.

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Riserva San Massimo - Gropello Cairoli (PV)

Azienda Agricola San Massimo
Loc. San Massimo – Gropello Cairoli (PV)




Eraclea Mare: tremila pini a ombrello aperto sul mare.

Per me non c’è mare senza pineta. Per questo, quando anni fa ho scoperto Eraclea Mare, un tratto costiero in provincia di Venezia con un polmone verde a ridosso della spiaggia, la scintilla è subito scoccata. Ogni volta che torno a Treviso, richiamata dalle mie origini e dai ricordi d’infanzia, una tappa qui è d’obbligo.

Una località la cui attività turistica va a pari passo con il rispetto della natura. Un luogo ideale in cui riposarsi vivendo il mare e praticando attività fisica. Chi sceglie Eraclea Mare per qualche giorno di vacanza non ama ‘il rumore’ che spesso è costretto a vivere nei luoghi di villeggiatura. Cerca solo tranquillità, percorsi verdi, spiagge pulite e mare limpido.

Mare di Eraclea Mare

Un’oasi verde dell’Adriatico con oltre tremila pini adulti a ombrello aperto (pinus plinea), per vivere il mare e la natura trovando sollievo dalla calura estiva. Un’area naturale dai tanti itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta.

Pineta di Eraclea Mare

Un biosistema nato da una grande bonifica. Fu infatti verso la fine dell’800 che il territorio eraclense, allora sommerso dall’acqua per ben oltre il 70%, fu soggetto ad opera di prosciugamento. Un intervento che si concluse al termine della Grande Guerra.

Eraclea Mare

Attraverso un sentiero sterrato percorribile all’ombra della Pineta si può arrivare alla Laguna del Mort, un Sito di Interesse Comunitario (SIC) di ben 125 ettari, caratterizzato da dune e da un’elevata presenza faunistica che è possibile osservare all’interno di capanne per il “birdwatching”.

Eraclea Mare, una terra dai molti scenari chiamata la “Perla Verde della costiera adriatica“, da vivere anche in autunno, con le atmosfere uniche che questa stagione ci regala.

Spiaggia di Eracela Mare

 




CastelBrando, un “faro illuminato” sulla storia a Cison di Valmarino.

Un esempio di imprenditoria di successo e di rivalutazione del territorio.

Come ho scritto più volte, la mia passione per la storia e l’atmosfera unica che vivo visitando i castelli e le dimore storiche, mi portano, nei miei itinerari di viaggio, a non perdere occasione per visitarli. Difficile a spiegarsi, ma ogni volta che entro in questi ambienti, è quasi come vivere un déjà vu… in silenzio viaggio con la mente in tempi lontani, rivivendo così un’epoca che fu. Purtroppo mi imbatto spesso in edifici di rilevante carattere artistico in grave stato di degrado. Testimonianze del passato imbruttite dallo scorrere del tempo, trascurate per negligenza o per mancanza di risorse economiche.

Ci sono però eccezioni che fanno ben sperare e che vanno segnalate, affinché altri, con capacità finanziarie e imprenditoriali, ne possano prendere spunto ridando all’uomo secoli di civiltà che appartengono all’uomo. Massimo Colomban, imprenditore nativo della zona, con determinazione ha investito le sue risorse, derivanti dall’attività di sperimentazione mondiale nel campo dell’architettura, nel turismo culturale. Il risultato di questo intervento è il restauro di CastellBrando a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso.

L’Architetto Guglielmo Monti, ai tempi del restauro Soprintendente ai Beni Architettonici ed Ambientali del Veneto Orientale, giustamente scrisse: “Il CastelBrando può essere considerato un cavallo di Troia per veicolare in una società sinora scarsamente interessata a ciò che va oltre l’immediata profitto, una maggiore lungimiranza capace di scorgere nell’eredità dei secoli la vera ricchezza della nostra popolazione. L’orgoglio per le radici storiche può diventare la molla per cambiare le nostre abitudini.”

CastelBrando

Un complesso storico fra i più grandi e antichi d’Europa a 400 metri di altitudine, in cui si respirano 2000 anni di storia relativi al periodo romano, longobardo, all’altomedioevo, all’età della Serenissima e al settecento. Il suo uso nei secoli è passato dal difensivo al residenziale, fino a diventare con l’abbellimento artistico delle sue sale, una dimora patrizia. Il recupero eseguito nel rispetto degli stili architettonici che nel tempo lo hanno contraddistinto è iniziato nell’Ottobre del 1998, e si è concluso nel Luglio del 2002.

CastelBrando

Una dimora circondata da boschi secolari nella quiete della natura, con una superficie complessiva di circa 20.000 metri quadrati distribuiti su nove livelli: tre teatri, quattro saloni settecenteschi, un hotel storico, un ristorante, una Spa & Wellness, un centro congressi e un’area espositiva interna ed esterna. Un castello accessibile a tutti attraverso visite guidate che permettono di riviverne la storia.

CastelBrando 4

Io l’ho fatto solo pochi giorni fa unendo alla sua visita una tappa nel paese che lo accoglie, Cison di Valmarino, uno dei borghi più belli d’Italia. Nell’occasione ho avuto modo di apprezzare la 35′ edizione di “Artigianato Vivo“, la manifestazione che dal 7 al 16 Agosto 2015 ha aperto al pubblico le sue corti all’arte creativa e alle tradizioni tramandate grazie ai saperi e ai mestieri.

Artigianato Vivo

CastelBrando
Via Brandolini Brando, 29
Cison di Valmarino (TV)
www.castelbrando.it
www.artigianatovivo.it

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