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La mia prima volta a… “ViniVeri e Vinitaly 2013”

Sono stati eventi di “grandi numeri” che non starò qui ad elencare, anche perché son certa, che i numeri… finirei col darli!

Sono stati giorni intensi, giorni di eventi di Vino e di Vignaioli finalizzati alla promozione e alla conoscenza di grandi tipicità Italiane che ci rendono famosi nel mondo. Vetrine che vanno viste a “giuste dosi” per gustarne tutti gli aspetti e le ricchezze.

Ma ora vi chiedo: “Sarà impresa mai possibile in questi contesti?” Quello che so per certo è che, dopo aver passato due giorni su e giù in perlustrazione parlando, guardando, ma soprattutto camminando (ahia i miei piedi…) son pronta per stilare un “bugiardino, ma… diVino!”

Consigli, posologia, modalità d’uso e… effetti indesiderati delle Fiere di Vino 😉

Premetto che non ho citato “VinNatur” solo perché quest’anno non sono riuscita ad andare.  Una cosa che proprio non capisco, dato che stiamo parlando di vini naturali, è il motivo per cui queste belle iniziative con un denominatore comune non siano organizzate in un solo contesto. Questo eviterebbe agli appassionati visitatori come me, di fare un tour a tappe a dir poco estenuante! Ehhh… che sospiri che faccio!

Detto questo, torniamo al mio bugiardino delle Fiere di Vino:

  • Consigli: Bè, il mio consiglio è avere le idee ben chiare sugli stand su cui soffermarsi dopo aver letto il programma; in caso contrario, visto i numeri delle presenze, si rischia praticamente di perdersi!
  • Posologia: Le dosi di somministrazione delle fiere…? Praticamente dopo una giornata di “somministrazione” le mie orecchie erano distrutte. 🙁 I miei amici produttori, sentiti al loro ritorno, hanno programmato un fine settimana di relax in una baita in montagna senza collegamenti telefonici… 😉
  • Modalità d’uso: Ironizzo come al solito, ma anche nelle fiere sia pur nella confusione ci sono sempre spunti interessanti, sempre che li sappiamo cogliere soffermandoci a parlare con i “provati produttori”.
  • Effetti indesiderati: Stordimento, mal di piedi, ma… sempre col sorriso, perché ogni volta tornando a casa si è più ricchi di conoscenza e di spunti su cui riflettere…

Detto questo, pronti via!

1′ Tappa:   “ViniVeri 2013” – Decima edizione della rassegna storica dei produttori naturali a Cerea (VR)

Dico spesso che mi sento “Contadina” per l’amore e per la pace che mi trasmette la terra…

“In quanto Contadini non dobbiamo mai stancarci di essere Custodi dell’Ambiente e tutto ciò che lo compone, poiché da sempre esso è dominato dalla smania di possesso dell’uomo, è luogo di conquista, occasione di sfruttamento…  A noi Contadini Veri compete il dovere di non dimenticare che della biodiversità, qualsiasi forma vivente ha bisogno, sia se appartiene al mondo animale che vegetale, essa stessa è sorgente di vita. Giampiero Bea, Presidente Consorzio ViniVeri”

Questo è il pensiero dei partecipanti presenti, produttori di vino ma non solo… Amici che ho felicemente rivisto e riabbracciato.

2’ Tappa: “Vinitaly 2013” – Salone internazionale del vino e dei distillati a Verona

Del Vinitaly se ne dicono di ogni, chi lo ama e chi lo odia. Personalmente non ero mai stata, un po’ per timore della confusione che non amo, e un po’ perché come dico spesso, amo vivere le realtà produttive direttamente “sul campo” insieme ai produttori. Ciò non toglie il massimo rispetto per questa manifestazione regina incontrastata del panorama enologico internazionale.  Sollecitata dalla presenza di molti vignaioli che negli ultimi tempi ho avuto il piacere di conoscere, ho deciso solo in extremis di parteciparvi.

Le mie impressioni? Vi risponderò con degli aggettivi: maestoso, imponente, immenso, caotico… comunque sia, importante nodo di scambi e punto di partenza per presa di contatti. Non ho cambiato il mio modo di vedere le cose, ma ammetto che ho apprezzato molto la grandezza dell’evento.

A conclusione di queste belle, sia pur intense e stancanti giornate in giro per fiere, con il mio autista spericolato, un vignaiolo d’eccezione di Terra di Franciacorta, Monzio Compagnoni, abbiamo “vinosamente” festeggiato in una bella trattoria!

In alto i calici e… Salute  ai bevitori di passione! 🙂

 




La Barbera, un vino di carattere al femminile…

Generosa Barbera, bevendola ci pare d’esser soli in mare sfidanti una bufera… Giosuè Carducci

La Barbera, un vino al femminile impetuoso elegante e di personalità. Giosuè Carducci con questi versi ne fa intendere chiaramente il carattere.

Un vino del Piemonte tra i miei preferiti, citato per la prima volta nella storia nel 1249 in un documento depositato nell’archivio capitolare di Casale Monferrato. Si diffuse dapprima nel territorio Astigiano diffondendosi poi nel Monferrato e nel Tortonese.

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L’occasione di celebrarlo mi è giunta con piacere con Barbera Revolution”, la degustazione verticale della Barbera d’Asti Coppo di Canelli svoltasi mercoledì 23 Ottobre scorso  al Chick’nQuick – Sadler di  Milano.

L’esperta guida del sommelier Luca Gardini ci ha condotto, durante la serata, all’assaggio e alla storia dei vini. I piatti di Claudio Sadler  un piacevole incontro di sapori, da lui definti “tradizionalmente all’avanguardia”.

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Claudio Sadler

La Barbera 1947, la Barbera d’Asti Pomorosso annate 2010, 2004, 1996, 1989 e infine Moscato d’Asti Moncalvina 2011 sono i vini Coppo degustati.

Un’azienda sulle colline di Canelli, tramandata di generazione in generazione che compie ben centoventi anni. Nuove leve che si affacciano, oltre che ad un mercato diventato globale, ad un clima in mutamento che modificherà le scelte e le produzioni.

Come dice Luca Gardini: “Ogni prodotto naturale, anche la Barbera, ha una sua evoluzione.”

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Luca Gardini

Durante la serata ho avuto il piacere di chiacchierare con Gianni Coppo. Come dico spesso le persone sono importanti: sono la trasposizione della personalità e del carattere di ciò che producono.

Mi ha raccontato e gli ho raccontato, salutandolo una promessa: “Arrivederci a Canelli.”

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Gianni Coppo

Barbera significa tutto, per noi 120 anni di storia dedicati a questo vino, per il Piemonte rappresenta la sua anima più nascosta, più popolare, più magica.  Fam. Coppo – Canelli

                                                                                

 




Come il destino mi portò ad una Conferenza sul vino a Zagabria

Dico spesso che questa mia “seconda vita” è piena di conoscenze e di felici coincidenze, come se tutto fosse predestinato, come per un puzzle che prende forma. Ma non pongo limiti, e aspetto paziente facendomi trasportare dai venti… venti caldi e tranquilli da cui mi faccio guidare, come se ci fosse un disegno predefinito che si sta componendo… come se qualcuno mi indicasse la strada…

Questa mia storia inizia un giorno di Marzo del 2011,  mentre assistevo in ospedale una cara amica nei suoi ultimi momenti di vita, a Oderzo, nella mia terra trevigiana.  Nella stessa stanza a  fianco a lei una donna croata era seguita da sua figlia, Svjetlana.  E’ ben risaputo come il dolore tocca le corde più intime dell’anima…  in questi frangenti l’intensità dei rapporti aumenta e unisce come non mai.

Fu così che conobbi Svjetlana… Passammo in quei giorni ore a raccontarci, fino a salutarci con la promessa di non perderci più, perché come dico sempre, nei rapporti conta la qualità e non la quantità. Ci sono delle persone con le quali ho instaurato un legame così profondo, che nulla potrà mai cambiarlo, ne la lontananza, ne la frequenza dei nostri incontri… Quando sento la loro voce, e come se il tempo non fosse mai passato.

Improvvisamente qualche mese fa,  una sera arrivò una chiamata. Sentii Svjetlana molto eccitata…  Sua figlia Lana stava organizzando una Conferenza Educativa sul vino a Zagabria, la L.O.B.I.,  e indovinate… voleva che partecipassi come ospite! Wow dissi!  Risposi di si entusiasta, e grazie a Orjana, l’altra figlia che venne con me e che mi fece da interprete, partii tranquilla.  In questa mia avventura, erano presenti in qualità di esperti del settore, l’americano Mark Norman, l’inglese Martin Ward, e i croati Rene Bakalovic e Aleksandar  Norsic.  Parteciparono una decina di produttori provenienti dalla Croazia e dal Montenegro, mentre per l’Italia c’era l’Azienda Agricola Allegrini di Fumane (VR) rappresentata da Christian Pisetta.

Partimmo di buon’ora e raggiungemmo Zagabria per tempo. Durante il viaggio con Orjana parlammo molto affrontando i discorsi tra i più disparati, a volte, toccando momenti d’intensa emozione. Le cose lette della guerra che ha travolto questi popoli mi hanno sempre sconvolta. Non capirò mai come il genere umano può arrivare a raggiungere soglie di tale crudeltà. Quando ne parlai ad Orjana, lei mi raccontò alcuni suoi ricordi… Il giorno che vide tornare il padre dalla guerra… la sua lunga barba, i suoi occhi tristi e stravolti da immagini indimenticabili.  Aveva otto anni all’epoca, e la memoria dei racconti che lui fece alla famiglia, quasi senza rendersi conto della presenza di una bambina, che forse pensava non capisse l’addolorava ancora. Finimmo per emozionarci entrambe, e volli fermarmi, riemergeva troppo dolore… Le immagini della bella Zagabria ci distolsero da quei pensieri.

Arrivate all’ Hypo Centar fummo accolte con tutti gli onori. Tutto era pronto, e toccò a me con il taglio del nastro, aprire la Conferenza.  Dopo le varie foto di rito, ebbi il piacere di parlare con Mark Norman Professore di Internet Marketing, sull’importanza dei social network per la promozione e la vendita nel settore vinicolo.  Nonostante sia conscia di quanto incidono sul mercato queste nuove tecniche di vendita, rimane sempre in me la convinzione ove sia possibile, dell’esigenza di un contatto umano con il produttore.

Un vino è molto di più di una bevanda… il vino è storia, è pensiero… è filosofia di vita. Quando mi approccio ad esso,  chiedo che mi venga raccontato.  L’uomo che lo produce con la sua esperienza e con il suo vissuto,  lo personalizza, dando a questo nettare note singolari e inimitabili.   E’ per questo che la conoscenza dei produttori per me è insostituibile esperienza di vita che mi è indispensabile per conoscere il loro vino… per lo meno,  per come lo concepisco io.  E in questo mio pensiero, chiamatelo pure romantico, avevo il supporto di Martin Ward,  gentleman inglese appassionato educatore alla degustazione dei vini. Un vero piacere conoscerlo ed ascoltarlo, un caro amico ormai.

Passeggiando tra  i vari stand incontrai i gentili signori della Vinarija Rupice di Podgorica, nel Montenegro. Mi raccontarono delle loro scelte nel portare avanti la tradizione vinicola di famiglia con una produzione limitatissima per veri amatori.  Ottima la degustazione del loro vino rosso  “DI VINE”,  che ho potuto apprezzare ascoltando la loro storia.

Ma non solo il vino mi attrae… eh si, io sono un’appassionata di tutte le tipicità.  E proprio li  ne trovai una… “il maraschino, liquore dolce di ciliege marasche”. Il liquore deve il suo nome all’ingrediente originario della Dalmazia. I primi a realizzarlo furono i monaci domenicani di Zara, attorno al XVI secolo. L’azienda storica Maraska, è ormai la prima produttrice di maraschino di tutta la Croazia.

Le giornate passarono velocemente tra le tante degustazioni, cene e conferenze. Orjana da scettica qual era, è tornata appassionata più che mai a questo settore. Credo che le sia servita questa esperienza per la sua vita e per il suo futuro. Le esperienze servono sempre, arricchiscono il nostro bagaglio di conoscenza e ci fanno crescere.  Mai privarsene,  perché non si può mai sapere dove ci portano… infatti,  il mio viaggio continua.

Bisogna andare dal vino, senza aspettare che sia il vino a venire da noi, diceva così Filiberto Lodi all’amico Mario Soldati




Fu così che nacquero “Le donne di Maggio”

Dico spesso che questa mia seconda vita è davvero fantastica, e non solo per le cose che sto facendo. I grandi incontri che ho la fortuna di avere, sono vere emozioni che nessuno riuscirà più a portarmi via…

Ma ora voglio raccontarvi come nacquero Le Donne di Maggio…  

Durante la cena di un evento che avevo organizzato a Pavia, mi era seduta a fianco una donna che per diletto organizzava sfilate.  E’ risaputo ormai da molti che adoro i vestiti, sono donna di fiocchi e cappelli… pizzi e merletti… sete ed organze! Adoro l’eleganza dei bei tempi! Se inventassero la macchina del tempo mi fionderei negli anni ‘60, quando la femminilità veniva esaltata dagli abiti e dagli accessori.  Direte… e quindi? Quindi vi dico che anche se a volte mi sento dire: “ Cinzia, ma dove devi andare vestita così ?!”, mi piace così tanto che lo faccio lo stesso! 

Ma torniamo alla famosa sera della cena… 

Appena sentii parlare di sfilata, proposi subito di organizzarla abbinandola ad una degustazione di vini. Ci sentimmo con gli interessati giorni dopo, e fissammo una data.  Fu deciso che la serata avrebbe avuto luogo a Maggio.  Maggio, il mese in cui le rose sbocciano come le donne che riprendendo in mano la loro vita… che rinascono. E fu proprio questo pensiero, che mi fece scattare una molla!

Esattamente così… avrei organizzato una festa per le donne in rinascita, le donne come me, che si rimettono in gioco con coraggio dopo aver superato gli eventi a cui ti sottopone la vita. Gli eventi che ti piegano, e che ti cambiano la prospettiva delle cose rendendo tutto più profondo e denso di significato.

Donne che rialzandosi investono nelle loro passioni. Donne che si prendono per mano come in un cerchio al cui interno si sviluppa quell’energia che da loro forza e coraggio, ma che soprattutto permette loro di aiutarsi reciprocamente per non sentirsi più sole.

Fu allora che decisi che in quella serata le protagoniste erano le donne: Le  Donne di Maggio.




“Halloween… nell’antica barricaia della Cantina Pietrasanta”

Halloween festa stregata! Ci spaventa la nottata! Tutti fuori a notte fonda festeggiam con baraonda. Streghe, maghi e fantasmini… Dolci, frittelle, cioccolatini! Che ricetta eccezionale! Che nottata micidiale! Tante maschere stregate; tante facce spaventate; tanti dolci nei pancini; tante zucche in lumicini. E’ una festa un po’ paurosa, con fantasmi e streghe a iosa! E con maghi e mostri a frotte trascorriamo questa notte!

di Jolanda Restano

E’ già… è proprio vero che per me ogni scusa è buona per stare con gli amici! E quando qualche giorno fa Lucilla e Carlo della Cantina Pietrasanta mi hanno invitato al loro evento nell’antica barricaia, non ho esitato un attimo.

Mi organizzai subito scegliendo il vestito da indossare. Come dico io ad ogni occasione c’è  il vestito giusto, e a ‘sto giro pure… la parrucca! Ma l’occasione era ghiotta non solo per festeggiare Halloween “a modo nostro”,  ma per degustare i loro vini e le specialità che avevano provveduto a prepararci.

Diversi sono stati i protagonisti della giornata…

Iniziammo con la degustazione dei vini… i vini di San Colombano, l’unica Doc della provincia di Milano.  L’Azienda Agricola Pietrasanta trova sua collocazione nell’antica residenza di famiglia risalente alla metà del ‘700. I sei ettari di vigneto si ergono in una collina nel bel mezzo della pianura padana, e accolgono nove vitigni (barbera, croatina, merlot, cabernet, sauvignon, pinot nero, verdea, sauvignon blanc e riesling renano). In abbinamento fu servita della “raspadura”,   formaggio grana detto “Tipico Lodigiano”, servito a sfoglie leggere raschiate dalla superfice della forma giovane con un apposito coltello.

Non mancarono gli affettati tipici, la crema di zucca, la polenta con i formaggi lodigiani, i ceci con porcini e chicchi d’uva e la crostata con marmellata di noci e cioccolato.  A degna cornice ci venne presentato il libro di  Alessandra  Germogli  “Il  tesoro del Conte Notaio”,  e  le  preziose ceramiche che hanno fatto la storia di casa Pietrasanta.

A termine della bella giornata,  tolti “gli abiti di scena” concludemmo con la promessa di rivederci presto.  Si perché Carlo e Lucilla sono rispettivamente Coordinatrice e Presidente del Movimento Turismo del Vino Lombardo (MTV). Questa Associazione Regionale senza fini di lucro riunisce attualmente 89 cantine accomunate dalla volontà d’incentivare l’enoturismo con la promozione d’iniziative dedite all’accoglienza e al ristoro.

    “Il vino aggiunge un sorriso all’amicizia e una scintilla all’amore…”

E. de Amicis

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