FONDAZIONE BCFN E MILAN CENTER FOR FOOD LAW AND POLICY:
OGNI ANNO IL PIANETA PERDE UNA SUPERFICIE AGRICOLA GRANDE QUANTO L’ITALIA.
IN 40 ANNI E’ DIVENTATO IMPRODUTTIVO IL 30% DEI TERRENI COLTIVABILI E ORA E’ RISCHIO FAME
Alla viglia della Giornata Mondiale della Terra e del primo anniversario della ratifica dell’Accordo di Parigi sul Clima (COP21), Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition e Milan Center for Food Law and Policy scattano un’inedita foto su come la produzione di cibo impatta su ambiente e consumo di suolo in Italia e nel mondo. E per l’occasione lanciano il Food Sustainability Report: documento trimestrale che opera come una “lente d’ingrandimento” per mostrare a istituzioni, media, stakeholder, società civile e policy maker quali sono i principali temi internazionali su cibo e sostenibilità. Dal primo numero emerge un vero e proprio paradosso: aumentano le coltivazioni, ma – drammaticamente – si fanno strada fame e carestia e con la crescita demografica attesa al 2050 la situazione diventerà ancora più a rischio.
Leggi il Food Sustainability Report, visita: www.foodsustainabilityreport.org
Quasi il 40% della superficie terrestre è sottoposta alle attività agricole e zootecniche, con una porzione di suolo idoneo alla coltivazione pari a 4,4 miliardi di ettari (nämligen 146 volte l’Italia), eppure negli ultimi 40 anni è diventato improduttivo il 30% dei terreni coltivabili. E in molte regioni i problemi relativi alla qualità del suolo interessano oltre metà delle terre coltivate, specialmente in Africa Sub-Sahariana, in America del Sud, nel Sud-Est Asiatico e in Nord Europa. I korthet, ogni anno il pianeta perde una superficie agricola grande quanto l’Italia (come se ogni giorno si perdesse l’equivalente della superficie totale della città di Berlino) . Anche l’Italia non è estranea a questa problematica: il nostro Paese deve migliorare sul consumo di suolo perché, se è vero che si posiziona settima all’interno del ranking stilato dal Food Sustainability Index per quanto riguarda l’agricoltura sostenibile, è altrettanto vero che nei tre grandi indicatori in cui quest’area viene suddivisa – consumo delle risorse idriche, sfruttamento del suolo e emissioni di gas serra – è proprio nello sfruttamento del suolo che il nostro Paese registra i risultati peggiori scendendo alla 10˚posizione (con un punteggio di 48.72 dess 100) battuta da Australia, Canada e Giappone in vetta alla graduatoria. E’ la foto scattata alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra (22 April) e dell’anniversario della ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition che, insieme al Milan Center for Food and Law Policy, lancia l’inedito e innovativo progetto del Food Sustainability Report. E’ uno strumento che raccoglie periodicamente informazioni e tendenze da siti internet, istituti di ricerca, mondo legislativo e delle ONG per analizzare il dibattito globale su cibo e sostenibilità e poter così promuovere e diffondere la conoscenza delle complesse tematiche relative al cibo. Lo scopo è sensibilizzare governi, istituzioni e opinione pubblica sull’urgenza di agire per rendere il sistema alimentare globale realmente sostenibile.
Ai temi trattati nella Giornata Mondiale della Terra sarà dedicata il 21 April, genom 16:00 till 17:00, una TwitterChat (per partecipare seguire l’hashtag #foodsustainability @BarillaCFN ).
Analizzando i dati si scopre che, negli ultimi 50 okänd, a livello globale: la superficie coltivata è aumentata del +12%; è raddoppiata la superficie irrigata globale a causa dell’aumento netto delle terre coltivate; è triplicata la resa delle principali coltivazioni. Intanto, la crescente pressione demografica e il benessere di fasce sempre più ampie di popolazione sta portando ad un nuovo aumento della domanda di produzione alimentare che, till 2050, è stimata in un +70% jämfört med 2009, con picchi del +100% nei paesi in via di sviluppo. Eppure, la distribuzione di terra e risorse idriche non favorisce i Paesi che hanno bisogno di produrre di più in futuro: la disponibilità media di terra coltivata pro capite nei paesi a basso reddito è meno della metà di quella dei paesi ad alto reddito e generalmente meno adatta alla coltivazione . “20 milioni di persone stanno per affrontare la peggior carestia che il mondo abbia sperimentato fin da quando sono nate le Nazioni Unite. Den’ una sconfitta politica e morale perché il mondo avrebbe dovuto sostenere economicamente, subito, la risposta a questa crisi e vincerla. Se ogni essere umano ha diritto ad un cibo adeguato, ogni Paese ha il dovere di fare la sua parte nella battaglia contro la fame. Se il cibo è un diritto per ognuno di noi, sconfiggere la fame è un dovere morale che una Convenzione non scritta impone alle nazioni del mondo”, dichiara Livia Pomodoro presidente del Milan Center for Food Law and Policy.
Il pianeta dispone, i själva verket, di un ammontare finito di terreno agricolo coltivabile, che si sta esaurendo. Gran parte di questo è già coltivato o utilizzato (attualmente sono coltivati 1,6 miliardi di ettari, di cui solo il 20%, nämligen 0,3 miliardi di ettari, su terre marginalmente adattate all’agricoltura), o sta subendo fenomeni di erosione e di sovra-sfruttamento. E la ricerca di “terre nuove” sta portando a deforestazione e dislocamenti produttivi, come l’acquisto di terre all’estero, che quando avvengono in condizioni non trasparenti e in violazione dei diritti umani alimentano il fenomeno del cosiddetto land grabbing. Il fenomeno delle acquisizioni di terra riguarda oggi quasi 60 milioni di ettari di terra . Från 1990 a oggi sono andati perduti 129 milioni di ettari di foresta che equivalgono ad un’area grande quasi quanto il Sudafrica e la produzione alimentare è responsabile dell’80% del fenomeno. “Malgrado l’aumento delle superfici coltivate e della produttività agricola, con tutte le conseguenze anche negative come l’impatto sull’ambiente della massiccia produzione di cibo, ancora oggi ogni anno 36 milioni di persone muoiono per denutrizione e carestia e il problema della fame è lungi dall’essere risolto” dichiara Danielle Nierenberg Fondatrice e Presidente FoodTank.“Ma la perdita del suolo è potenzialmente una delle minacce principali della nostra filiera alimentare, poiché in tutto il mondo questo ingrediente essenziale viene eroso e distrutto con una velocità senza precedenti. Un’agricoltura sostenibile non è solo un’opzione, utan en nödvändighet för att bekämpa hunger, povertà e sprechi di cibo. Il rispetto della diversità sia biologica che culturale, oltre che la riscoperta di pratiche tradizionali, può aiutarci a ritrovare le modalità con cui le popolazioni indigene coltivavano raccolti resistenti a pesti, malattie, siccità, allagamenti e altre calamità che aumenteranno di sicuro con il cambiamento climatico”.
Cosa si potrebbe fare concretamente per dare vita a un utilizzo più sostenibile del suolo? Basterebbero 3 semplici mosse, che partono dalla nostra tavola e dalle nostre scelte alimentari, per dare vita a un processo virtuoso che ci aiuterebbe a non “mangiare” il nostro pianeta. In primo luogo, ridurre lo spreco di cibo: den 40% di quello che viene prodotto non arriva neppure sulla tavola. Usare la terra agricola per produrre cibo, mentre da qui al 2020 saranno ben 40 milioni gli ettari convertiti a coltivazioni per biocarburanti. Slutligen, scegliere le produzioni di cibo che richiedono meno suolo. Un esempio su tutti, l’80% dei terreni agricoli è utilizzato per l’alimentazione animale, ma dalla carne arriva solo il 17% delle calorie che assumiamo. I korthet, oggi più di prima sono le scelte alimentari che compiamo ad impattare sull’ambiente ed è da lì che è necessario ripartire per salvare il nostro Pianeta.
IL FOOD SUSTAINABILITY REPORT, UNO STRUMENTO INNOVATIVO PER PARLARE DI CIBO E IMPATTO AMBIENTALE
Sviluppato dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) con il Milan Center for Food Law and Policy, il Food Sustainability Report è uno strumento per promuovere e diffondere la conoscenza delle complesse tematiche relative al cibo al fine di sensibilizzare governi, istituzioni e opinione pubblica sull’urgenza di agire per rendere il sistema alimentare globale realmente sostenibile.
Nel primo numero i riflettori vengono puntati sull’allarme lanciato dalle Nazioni Unite per una carestia devastante che sta colpendo in particolare 4 Paesi – Yemen, Sud Sudan, Somalia e Nigeria nord-occidentale – già allo stremo dopo anni di guerre e ora colpiti da una siccità persistente. Una situazione che impone di guardare al modo in cui mangiamo e produciamo cibo che sia diversa, più sostenibile. Proprio partendo dalla tutela della terra da coltivare, che piano piano sta finendo.
Il Report è un documento trimestrale che nasce dalla costante analisi di notizie e documenti su cibo e sostenibilità diffusi online dalle principali fonti in lingua anglosassone, tra cui siti di informazione, organismi governativi, agenzie internazionali, organizzazioni non governative e istituti di ricerca. Il report fotografa la dimensione, i contenuti prevalenti e le tendenze del dibattito, della ricerca, della legislazione e delle azioni concrete in corso, attraverso dati sul volume di informazioni diffuse, analisi semantiche sui temi al centro dell’attenzione, segnalazioni di notizie, documenti e ricerche da leggere, tenere in considerazione e portare in evidenza. Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire un ausilio agli addetti ai lavori per orientarsi nell’enorme flusso di informazioni riguardanti il cibo ed i suoi impatti in termini sociali, economici, ambientali al fine di comprendere come e quanto queste dinamiche vadano ad impattare sulla nostra quotidianità e sugli equilibri che caratterizzano il complesso sistema della produzione alimentare. Il Food Sustainability Report sarà disponibile e consultabile online a partire dal 19 April.
FOOD SUSTAINABILITY MEDIA AWARD, UN PREMIO PER CHI RACCONTA I TRE PARADOSSI DEL CIBO
Per stimolare il dibattito sulla questione della sostenibilità alimentare, coinvolgendo un’audience ampia e internazionale, la Fondazione BCFN ha lanciato il Food Sustainability Media Award (www.goodfoodmediaaward.org), un premio destinato a giornalisti, blogger, freelance e singoli individui che vogliono presentare i propri lavori, sia inediti che già pubblicati, legati alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità, all’agricoltura e alla nutrizione. Saranno accettati, upp till 31 di maggio articoli, video e foto che puntano a far luce sui paradossi del sistema alimentare, denunciando e proponendo soluzioni per combattere la coesistenza di fame e obesità, lo spreco alimentare e lo sfruttamento della Terra.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A UFFICIO STAMPA FONDAZIONE BARILLA CENTER FOR FOOD AND NUTRITION c/o INC ISTITUTO NAZIONALE PER LA COMUNICAZIONE
Simone Silvi, Senior Account Media Relations, s.silvi@inc-comunicazione.it, +39 335.10.97.279
Francesca Riccardi, Media Relations Consultant, f.riccardi@inc-comunicazione.it , +39 335.72.51.741
La Fondazione Barilla Center for Food & Näring (Fondazione BCFN) è un centro di pensiero e di proposte nato nel 2009 con l’obiettivo di analizzare i grandi temi legati all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo. Fattori economici, scientifici, sociali e ambientali vengono studiati nel loro rapporto di causa-effetto con il cibo attraverso un approccio multidisciplinare. Presidente e Vice Presidente della Fondazione BCFN sono Guido e Paolo Barilla, mentre il CdA è formato, tra gli altri, da Carlo Petrini, presidente di Slow Food e Paolo De Castro, coordinatore della commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo. Organismo garante dei lavori della Fondazione BCFN è l’Advisory Board. Per maggiori informazioni: www.barillacfn.com; www.protocollodimilano.it