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Chi aspetta la manna dal cielo è meglio che si metta sotto un frassino!

“Aspetta che piova la manna dal cielo…” Una metafora che ciascuno di noi ha certamente usato – soprattutto di questi tempi – per definire un atteggiamento passivo che non apporta miglioramenti ne’ soluzioni ad un problema. Un’espressione la cui origine risale ad uno scritto della Bibbia, in cui si racconta la caduta miracolosa di cibo dal cielo che ha sfamato gli ebrei durante la marcia nel deserto.

In realtà la manna, presidio Slow Food che pochi conoscono, è una sostanza zuccherina estratta da alcune varietà di frassino. Una secrezione impiegata nell’antichità da greci e romani per le sue proprietà curative, che i medici arabi chiamarono così per le affinità con l’episodio biblico. Well, ho deciso di scriverne dopo aver conosciuto un produttore all’ultima edizione di “Fa la cosa giusta”, la Fiera Nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.

Valerio Onorato, dell’azienda agricola biologica La Manna di Zabbra di Pollina, in the province of Palermo, è uno degli agricoltori del Parco delle Madonie che custodisce e valorizza questo prodotto. Un’antica tradizione che si è sviluppata sin dal 1500 in Sicily, in Campania, in Puglia, in Toscana e in Calabria, zona di maggiore estrazione, that from the beginning of the century it is no longer practiced as a time,,it,It was carried out by several thousand 'farmers werewolves',,it,Manna is a nearly transparent sap leaking from engravings on the ash tree made by expert hands,,it,Its taste varies according to the type of ash and its surroundings,,it,including cakes and ice cream,,it,Thanks for the pictures of Castelbuono the Pro Loco,,it,Manna,,en,Madonie Park,,it,presidio slow food,,en.

Un abbandono conseguente alle produzioni industriali di mannitolo di sintesi, estratto dal melasso di barbabietola, che ha progressivamente fatto diminuire la richiesta di manna sul mercato. Pensate che fino agli anni ’50 la coltura del frassino per la produzione della manna, era portata avanti da alcune migliaia di ‘contadini mannari’.

Ma cos’è la manna?

man

> La manna è una linfa quasi trasparente che fuoriesce da incisioni sul tronco del frassino fatte da mani esperte.

> Una soluzione dal gusto dolce amaro che a contatto con l’aria si solidifica, fino a formare dei cannoli.

> Il suo sapore varia in base alla tipologia del frassino e del suo ambiente circostante.

> It’ un dolcificante naturale che non altera i valori glicemici, quindi consigliato ai diabetici.

> Utile per le sue proprietà depurative e disintossicanti, è utilizzata in molte preparazioni, tra cui dolci e gelati.

 

Si ringrazia per le immagini la Pro Loco di Castelbuono – www.prolococastelbuono.it

 




Regione che vai, amaretto che trovi.

Quando si parla di amaretti, il mio primo ricordo va alla Gisella, la mia nonna paterna mantovana. Un’ottima cuoca amante della tradizione e delle materie prime di qualità. Da ragazzina passavo molto tempo con lei, la seguivo durante le sue preparazioni e l’ascoltavo incantata nei suoi racconti. I nonni sono figure speciali, that, con parole semplici, sanno trasmettere ai bambini insegnamenti che difficilmente si dimenticano col passare degli anni. Tra i suoi piatti, in particolare, ricordo i tortelli di zucca mantovana. Un impasto delicato con un ripieno dal sapore dolce piccante dato dagli amaretti e dalla mostarda piccante.

Il dolce amarognolo degli amaretti.

Gli amaretti oltre ad essere apprezzati semplicemente così, come buoni biscotti, sono anche utilizzati in molte ricette. Il loro sapore dolce amarognolo è dato dalle mandorle e dalle armelline, il seme presente nel nocciolo delle albicocche, di cui però si deve limitare il consumo, affinché non diventi tossico. In provincia di Asti, nell’azienda “Le dolcezze del Pep“, durante una visita ho seguito con interesse le fasi della loro lavorazione artigianale. Un semplice impasto ottenuto con la giusta proporzione di mandorle, armelline, zucchero e albume d’uovo. In Italia la coltivazione del mandorlo, tranne che per alcune eccezioni nel settentrione, è diffusa soprattutto nelle regioni meridionali, territori in cui questa pianta trova il suo habitat ideale.

Regione che vai, amaretto che trovi.

Il Piemonte è la regione italiana che vanta, relativamente a questa tipicità, più preparazioni artigianali. Sono noti gli amaretti di Mombaruzzo, quelli di Valenza, di Acqui, di Gavi e di Ovada. In Liguria sono conosciuti quelli di Sassello e in Lombardia quelli di Saronno e di Gallarate. Nel Modenese vantano una lunga tradizione quelli di Spilamberto, mentre in Sardegna, grazie alla diffusa coltivazione del mandorlo, sono noti gli “amarettos de mendula”. Solo per citarne alcuni.

Normativa a tutela della denominazione “Amaretto” and “Amaretto Morbido”.

A tutela del consumatore il Ministero delle Attività Produttive e delle Politiche Agricole e Forestali ha elaborato una normativa, che qui di seguito riporto, a garanzia della denominazione dell’Amaretto e dell’Amaretto Morbido. Per entrambi in etichetta deve essere indicata la percentuale di mandorle e armelline presenti.

  • The denomination “Amaretto” è riservata al biscotto di pasticceria a pasta secca avente forma caratteristica tondeggiante, con struttura cristallina e alveolata e superiore screpolata, e gusto tipico di mandorla amara, con eventuale aggiunta di granella di zucchero. Il prodotto presenta una percentuale di umidità inferiore al tre per cento. Gli ingredienti obbligatori sono: zucchero (saccarosio), mandorle di albicocca (armelline), con contenuto di grasso superiore al 45%,mandorle, singolarmente o in combinazione, in quantità tali da garantire non meno del 13% di mandorle complessive, albume d’uovo di gallina.
  • The denomination “Amaretto Morbido” è riservata al biscotto di pasticceria a pasta morbida avente forma caratteristica tondeggiante, con superficie superiore screpolata. Il prodotto deve presentare una percentuale di umidità almeno dell’otto per cento. Gli ingredienti obbligatori sono: zucchero (saccarosio), mandorle di albicocca (armelline), con contenuto di grasso superiore al 45%, mandorle, singolarmente o in combinazione, in quantità tali da garantire non meno del 35% di mandorle complessive; albume d’uovo di gallina. (Le percentuali dei due tipi di mandorle vanno indicate separatamente).

Non ci resta che leggere con molta attenzione le etichette, or, per chi volesse cimentarsi, preparare con buoni ingredienti degli amaretti casalinghi.

Amaretti fatti in casa

> Dosi :

  • 200 grammi di mandorle dolci
  • 50 grammi di mandorle amare (o armelline)
  • 180 grammi di zucchero
  • 4 albumi d’uovo

> Preparation :

  • Sgusciare le mandorle e porle in acqua bollente per un paio di minuti.
  • Pelarle, farle tostare in forno caldo per dieci minuti, and, dopo avere unito lo zucchero, pestarle bene in un mortaio.
  • Aggiungere gli albumi e impastare fino ad ottenere un composto omogeneo da cui si ricaveranno piccoli biscotti rotondi.
  • Porli su una teglia da forno imburrata (o carta da forno), e cuocere a 160 degrees for about 20 minutes.
  • Gli amaretti, una volta raffreddati, vanno conservati in ambiente asciutto.

Le Dolcezze del Pep – Regione Prata, 95 – Incisa Spatacino (AT)

info@ledolcezzedelpep.com




Bresaola ... A Chiavenna call Brisaola.

Un tour per la Valchiavenna: La Brisaola di Stefano MasantiPalazzo Vertemate Franchi – Mamete Prevostini

L’importanza della Tracciabilità degli Alimenti.

start from here, by this typical product that, if you have done by hand, It uses a beef and not of zebu, as it is typical in the industry. seasoned with salt, aromi e spezie, la cui lavorazione è fondamentale quanto l’ambiente. In the presence of Valchiavenna crotti, natural caves used by local communities to preserve meats and cheeses, è determinante per la giusta stagionatura di questi prodotti. La particolarità di queste cavità naturali formate da massi di rocce è il ‘sorel’ (scythe shape dialettale "Zorah", ventilation). Una corrente d’aria che fuoriesce dagli spiragli e che permette di mantenere una temperatura ideale senza grosse variazioni, cool, moist depending on the season.

traditional products that craftsmen follow with care and that this must be defended. Questo per sottolineare l’importanza di un controllo cheQR garantisca il percorso di un prodotto, dal produttore fino al consumatore: the Traceability of Food. About this Stefano Masanti, cook, artigiano e patron del Ristorante “Il Cantinonea Madesimo, con la sua “Ma! Officina Gastronomica” (But come Butsanti, Butdesimo e Butglio, his collaborator), He has launched a project to that effect through a 'labeling using the QR code. A barcode that through the proper application, It allows us to trace with the reading from the mobile to useful information to know the origin of products. Its, una Brisaola senza nitriti aggiunti, prodotta artigianalmente a quota 1.550 meters, where the mountain air is drier.

A day spent with a group of people linked to the world of food and wine communication, che mi ha permesso di assaggiare le sue creazioni e di degustare eccellenti Valtellina wines told by the winemakers present with us during lunch. Stefano Masanti, cuoco e artigiano, una vita molto intensa ed impegnata, che spesso non da spazio ad altro. Si è parlato anche di questo. Soon, with his wife, He will depart for California for a few months, for work, but with different rhythms. Taking your time is essential to continue to do well.

Ristorante Il Cantinone – Via De Giacomi, 39 Madesimo (SO) www.ristorantecantinone.com

Palazzo Vertemate Franchi

Nel pomeriggio, con un piccolo gruppo, ci siamo spostati a Prosto di Piuro per visitare Palazzo Vertemate Franchi. A beautiful sixteenth-century Lombard residence, Renaissance masterpiece, sober façade but the interior full of frescoes and period furniture. Una tenuta in cui è ben visibile l’attività agricola che in passato sosteneva la famiglia Vertemate Franchi. a vineyard, an orchard, a cellar and an ice. Non manca nemmeno un fantasma, ben conosciuto dalle signore per i ‘noti’ scherzi notturni…

Palazzo Vertemate Franchi, aperto da Marzo a Novembre. www.palazzovertemate.it Piazza Caduti della Libertà – Chiavenna (SO)

Mamete Prevostini

you can not end a day in Valchiavenna without having eaten good pizzoccheri con verze e patate. A dirla tutta stavolta ho fatto il bis, or better, I also tasted the white dumplings Month made with white flour and bread crumbs, che da queste parti chiamano pizzoccheri bianchi. Good and delicate. The Restaurant Crostasc Mese, in provincia di Sondrio, è stato il primo crotto in Valchiavenna ad aprire al pubblico nel 1928. For the past three generations the family leads this local Prevostini, hour restaurant, con una cucina tipica che richiama la tradizione enogastronomica di queste valli.

At the table next to me Mamete Prevostini, winegrower di Valtellina. In quest’area vitivinicola nota per i suoi terrazzamenti coltiva il suo Nebbiolo. La nuova cantina con sede a Postalesio, also in the province of Sondrio, ha ottenuto recentemente la certificazione CasaClima Wine. Un marchio di qualità dell’Agenzia CasaClima di Bolzano a tutela dell’ambiente, che garantisce l’ecocompatibilità, building energy efficiency, and the optimization of consumption of the whole wine production chain resources.

Ristorante Crotasc Via Don Primo Lucchinetti, 63 Month (SO) www.ristorantecrotasc.com www.mameteprevostini.com

Al prossimo tour…




The handicraft creativity and the value of slowness: la granita siciliana di Antonio Cappadonia.

“We have forgotten the value of slowness. The artisan's creativity needs time. The product needs to study.” Antonio Cappadonia

Greedy identity 2016, the kitchen international congress held in Milan from 6 March all'8, that, as every year, ha visto alcuni protagonisti della ristorazione italiana raccontare se stessi attraverso le proprie creazioni. In questa edizione ho avuto il piacere di conoscere Antonio Cappadonia, master gelato maker Palermo doc, winner of numerous competitions. Ascoltandolo nella semplicità delle sue parole, ho avvertito la concezione del gelato inteso come prodotto della natura e della tradizione, whose right preparation excludes components and chemical processing. Antonio experience that has matured over the years thanks to the teachings and activities carried out in the eponymous ice cream parlor located in Cerda, his native town in the mountains Madonie.

Un incontro che ho vissuto intensamente ascoltando l’appassionante racconto di Antonio sull’origine storica della granita. I still remember when my son, a few years ago after a long holiday in Sicily, excited telling me about breakfast typical of those parts to which he was not used, and of which, back home, He had a lot of nostalgia. Mi riferisco alla granita al caffè con panna e brioche. Una tipicità che, in the words of Antonio, It goes through the history and culture of the territory of Sicily.  When the modern technology there was, the snow, after being collected Etna during the winter, It was kept in 'can not just’, special natural cavities or stone buildings designed to house the ice, then sold and used for the preparation of ice creams and ices. I ‘nivaroli’ dell’Etna, those who carried out this purely winter conservation activities, They were considered true professionals Ice,it. Neve e sale appositamente mischiati e inseriti in un pozzetto, to get cold that effect which allowed the preparation of the Sicilian granita.

Antonio Cappadonia a Identità Golose 2016

Antonio Cappadonia a Identità Golose – Fotografia di Brambilla/Serrani

By sherbeth and the neviere. The Middle East and Sicily have fused and confused in a story without borders, which it has become a habit, which it is redefined with the development of appropriate technologies, who took the snow before turning it into ice and salt and then in modern freezers / wells, and who has symbolized throughout the world a Sicilian flowering without any compromise. The granita is to Sicily as the soul immortality, It is unfathomable and inseparable. La granita è la forma siciliana più rituale della territorialità senza tempo. La territorialità la ritroviamo nella sublimazione della materia prima, nei limoni del territorio cerdese, in mandarino di Ciaculli, nelle fragoline di Ribera, in pistacchio di Bronte e nella mandorla di Noto, il senza tempo attiene ad un atto profondamente culturale, almost political, participation in a custom always equal to itself, Public and absolutely contextual to the various hours of the day.

Chi avrà occasione di andare in Sicilia, assaggiandola, constaterà come da provincia a provincia subisca alcuneCoffee slush variazioni. A Messina, ad esempio, la granita è piu’ morbida per inzuppare meglio la brioche, mentre nel catanese, e in alcune aree del sud Sicilia e nel palermitano, è piu’ compatta, al punto da poter essere messa anche dentro le brioches. Qualche giorno fa ho avuto modo di parlare a lungo con Antonio, to know the person and to better understand the art of his trade. Leggendo le sue parole in un primo scambio di contatti, I felt the kindness and gentle style of a time, almost to remember the writing of a letter more than a synthetic mail circumstance. Mi ha sorpreso però la sua decisione di chiudere la nota gelateria di Cerda. D’altronde, come mi ha spiegato, ci sono momenti in cui l’esigenza di fermarsi e di riflettere è essenziale per continuare a dare il meglio di se stessi. Un pensiero che condivido, also because, often, la vita ci sorprende con incontri fortuiti da cui nascono nuovi progetti. Così è stato per Antonio Cappadonia.

Starting from morning, from brioche dipped in a coffee granita "with half cream", until you come to after dinner, to something along the digestive and refreshing, a citrus fruit of the land without concessions and without adulteration. To complete the range of possibilities, making the experience a chromatic gesture, experiential and absolutely gourmet. And so Princess, innovative direct mantecatrice in cylindrical bucket setup with Stefano Grandi, vat of wood inside with a "cockpit", in which salt / ice serve as refrigerant and no longer by ingredient, the "freezing" is seen through the eyes of nevaiolo, through those of the investigator but above all through those craftsman. The futuro e il passato che continuano a fondersi e a confondersi in un discorso che mantiene al centro il fine/il gusto, by rotating the means to achieve it, corroborating relentlessly the idea that the best of evasion is that you do any of a square in a typical day, amazed the possibility of an extraordinary territory before never was shown as well.”

Have breakfast in Sicily requires slow tempos. Chi ha fretta, certamente non potrà godere appieno di questa specialità antica giunta a noi dopo la dominazione araba.

Ringraziamenti ad Annelies Somers per la fototografia della coppa di granita e a Brambilla-Serrani per le fotografie di Antonio Cappadonia.




Parliamo di tartufi? O meglio, li coltiviamo?

The truffle, un fungo ipogeo che evoca profumi e sapori, for those who appreciates, evoking plants and forests, for nature lovers, that evokes a relationship of trust and respect with man's best friend… e della donna: the truffle dog.

During my days in Savigno, the following Remo Guidotti, tartufaio per eccellenza e Presidente dell’Associazione Tartufai Savigno-Valsamoggia, I met directly "on the field" the difficulties and the needs arising from its collection. Protecting the environment, as always, It is a determining factor.

But how does it form a truffle?

The truffle is an underground fungus which is formed in land fresh and moist to about 15-20 cm. oftruffles Types profondità. It has a fruiting body whose dimensions vary depending on the species, climatic conditions, and terrain. Forming underground, It does not acquire the organic substances through photosynthesis, but the roots of plants with which order established a symbiotic relationship and from which absorbs vital substances.

The Truffle Plants They are mostly the Roverella, Poplar, white willow, linden, the hornbeam and hazel. Said experts, the latter is formed by a very special white truffle. A Savigno, in collaboration with the’University of Bologna, using the piante micorizzate, cioè con radici in cui sono presenti le spore da cui hanno origine i tartufi, si sta creando un bosco per la loro coltivazione. Sperimentazione molto interessante.

Esistono differenti tipologie. Secondo il nostro ordinamento, ad uso alimentare, se ne possono raccogliere e commercializzare otto varietà. In the hills around Bologna, in addition to the white truffle which mature in autumn to early winter, from January to April you can find black truffles and white out, also called Marzuolo. Da Giugno a Novembre, you can find the summer truffle, also called Scorzone.

Search mode and collection.

The activities tartufaio, oltre a richiedere un corso e il rilascio di un patentino, It is regulated by certain rules. For example: Research and the collection is prohibited during the nighttime. Also, in the zones established in the park or nature reserve, è regolamentata da normativa specifica locale per garantire il rispetto del territorio.

The truffle dog.

The Lagotto RomagnoloIn the past, the search for truffles were employed pigs, or better yet sows, that, Thanks to their fine sense of smell, particularly facilitated research. Today this task is carried out by truffle dog, le cui doti olfattive vengono migliorate con un addestramento che inizia sin dalla nascita.

With small adjustments based on experience, It completes his preparation year of age. For example, while nursing puppies, viene utilizzato dell’olio al tartufo spalmato sui capezzoli della mamma. It then moves on to the biscuits flavored, and so on. At the end of training, the dog will be so greedy as to require careful monitoring during search, so that the same does not devour the precious loot.

E 'can make any dog, the Lagotto romagnolo however, dog of medium size water retriever, It is the official breed for truffle hunting. It is distinguished by the knack, for loyalty, and the sweet and affectionate. La sua tutela e valorizzazione è garantita dal Club Italiano Lagotto di Bagnara di Romagna, in the province of Ravenna.
A curiosity. The municipality of Savigno, in the old town, ha dedicato al rapporto speciale che si instaura tra cane e tartufaio una scultura tematica del maestro maceratese Francesco Roviello.

Dalla raccolta alla tavola. Ecco una preparazione che ho avuto il piacere di assaggiare nella “Vecchia osteria” di Ponzano a Castello di Serravalle, in the province of Bologna. Delicious potato dumplings to the white truffle of Savigno, prepared by Mrs. Luisa, cook and owner.

Legge del tartufo: 10 grams for a first plate – 5 grams for a starter or to a contour.

Gocchetti white truffle

Vecchia Osteria di Ponzano – Via Valle del Samoggia Ponzano Castello di Serravalle (BO) Such. 051 6703009

 

Sources: "Knowing the truffles" Gilberto Govi, Alessandra and Marco Zambonelli Morara. – Association Tartufai Savigno Valsamoggia – U.M.I Centro di Micologia dell’Università degli Studi di Bologna




Savigno, land of truffles and of people united by the desire to do.

32'International Festival of the white truffle of Savigno, Valsamoggia (BO)

We have just concluded the second weekend of the 32 'International Festival of the white truffle of Savigno. Who has not had the opportunity to participate, It may do so during the final round to be held 14 and the 15 November 2015. Savéggn, Savigno Bolognese dialect, a small town that from 1 'January 2014 It became part of the City of Valsamoggia, in the province of Bologna. I spent my last weekend here, surrounded by beautiful autumn colors of the hills around Bologna, and intoxicated by the scents of truffle.

The desire to make people makes the difference in the promotion of the territories.

A manifestation of longstanding, due to the desire to make its citizens, allowed the offer of numerous cultural and gastronomic. With the support of Valsamoggia, molti volontari insieme alla ProLoco e alle Associazioni locali, I cite in particular the Association of Tartufai Valsamoggia and Ascom, They have made possible the success of a trade that saw the main truffle and its territory.

The protagonist: truffles.

The nose evokes aromas and flavors ... for those who love them. Evokes nature, plants and forests. Evokes people, that with man's best friend, and I add women, establish a relationship of trust and respect. The truffle, an underground fungus (that lives underground), sought and loved by many. During my days in Savigno, the following Stefano Barbieri, environmental guide, and Remo Guidotti, tartufaio per eccellenza e Presidente dell’Associazione Tartufai Savigno-Valsamoggia, I met directly "on the field" the difficulties and the needs arising from its collection. Protecting the environment, as always, It is a determining factor. But I'll get to this later.

Aid Cystic Fibrosis Research Foundation FFC.

Combine business with pleasure. Doing good by promoting the territory without forgetting those living difficulties that only research can help. For this reason the proceeds from the dinner of truffle 7 November by chef Igles Corelli, attended humorists ZAP&IDA with their funny cartoons and puns (puns illustrated), It will be donated to Cystic Fibrosis Research Foundation FFC. www.fibrosicisticaricerca.it

Old shops of Savigno.

Loving history and the village shops, that often define the proloco almost permanent representative of typical land, I could not but appreciate the classic signs of shops in downtown Savigno. More beautiful than the. Entering the "butcher's shop", typical local time dating 1898, I met so Guido Mongiorgi. From 1969 by continuity to the butcher shop started by the grandparents with the help of his wife. A gentle Sicilian lady who made a few tweaks to the Bolognese cuisine family, giving greater weight thanks to the use of good extra virgin olive oil.

Durante la visita, besides appreciating the quality of raw materials and the presence of many local specialties, I visited a small museum. Indeed Guido turned the basement into a cozy tasting room in stone with numerous objects and household utensils for a time, raccolti e ben conservati negli anni. Un luogo ideale per fare balotta, snack between Bologna friends whose name originates from the noise of chestnuts on the fire. That is how, in front of a platter of salami and a glass of wine, with a few friends, He told me about Annual maialata. Quiet, nothing spicy, only the appointment of January during which the pork is processed with respect farmer once. By the way ... the women are not allowed, so goes the story.

Local companies that reinvest in the area.

Apennines Food, a famous company of local products based on mushrooms and truffles, principale sponsor dell’evento. The support of Luigi and Angelo Dattilo, holders, He has contributed to the success of the event. I got to meet and chat with Louis over coffee.

Thanks to his passion for truffles developed with a female Pointer Bracco, in 1994 a 26 age, He has decided to turn a pleasure into a commercial reality. Leaving the policeman's uniform, Angelo, Brother surveyor, He has started a transformation of truffles. A company of the territory that promotes the area.

 Potrete vivere tutto questo il prossimo week-end. Savigno vi aspetta!

Tartufo Savigno www.tartufosavigno.com Hashtag della manifestazione: #LiveSavignoTruffle

Press Office: Laura Rangoni – E mail laura.rangoni@gmail.com




Il “Traghetto di Leonardo” e la “Borroeula”. Assaggi di territorio lombardo.

Novel food o cibo della tradizione?

Da giorni, more or less, dibatte sul report dell’OMS e sui rischi per la salute legati all’abuso del consumo di carne rossa. Nulla di nuovo, se non l’ennesima e giusta raccomandazione fatta da sempre dai medici, che ora l’Organizzazione mondiale della sanità ha ufficializzato. For some, fattori di rischio come fumo, obesità, sedentarietà, hanno un’influenza determinante nel perseguire uno stile di vita salutare. Se poi vogliamo parlare di eccesso d’industrializzazione degli alimenti, o di discutibili metodi di allevamento, il discorso si fa lungo. Si aggiunge poi la recente delibera del Parlamento Europeo che permette l’introduzione del “novel food” (nuovi alimenti).

Ma ne vogliamo parlare?! Insetti, cibo costruito in laboratorio, nuovi coloranti… mah! Io più che novel food sono per il cibo della tradizione fatto con buone materie prime. That said, point and the hood. Ora vi racconterò il mio breve tour fatto tra la provincia di Lecco e quella di Bergamo che mi ha portato a fare un appetitoso spuntino con la borroeula, una pasta di salame aromatizzata made in Brianza.

Sulle sponde dell’Adda, e più precisamente su una grossa zattera di legno senza motore, qualche giorno fa mi sono goduta le belle atmosfere autunnali tra i moli di Imbersago e di Villa d’Adda. Chiamare zattera un traghetto che per secoli ha permesso di trasportare merci e persone sfruttando solo la corrente di un fiume, senza dubbio è riduttivo.

In realtà mi riferisco ad un progetto che si ispira a disegni eseguiti da Leonardo da Vinci nei primi anni del 1500. Un battello che si muove lentamente da una riva all’altra, e che agevola il passaggio di auto e quant’altro grazie alla forza della corrente e ad un cavo che scorre su di un rullo. Ritmi lenti e paesaggi lacustri. Pace e benessere.

Traghetto di Leonardo - Imbersago

Dopo la traversata, una volta raggiunta Merate, cittadina di Lecco un tempo luogo di villeggiatura della nobiltà milanese, deviando verso la frazione di Sartirana, insieme ad alcuni amici ho proseguito verso una bottega tipica del luogo: “Da Pinuccio.” Carlo Casati, titolare e quarta generazione di salumieri, ci aspettava per una degustazione dei suoi prodotti.

Un uomo gentile dalla parlantina sciolta che mi ha fatto conoscere la borroeula, termine dialettale brianzolo con cui si indica la sua pasta di salame pazientemente snervata, morbida e saporita. Ottima spalmata su una fetta di pane tostato, ma anche come vuole la tradizione, avvolta nell’apposita carta e cotta sotto la cenere con le patate.

Si fornisce di suini nazionali provenienti da un allevamento di Fossano, in the province of Cuneo. Oltre alla borroeula produce salame con l’utilizzo di solo coscia, lardo aromatizzato, e la bresaola della Brianza da vacche di razza limousine allevate nella bergamasca.

Quel giorno mi sono assicurata la cena con un pacco di farina di polenta taragna e una confezione di borroeula. Nonostante siano sempre meno le persone che fanno i propri acquisti in bottega, la mia speranza è che questa tendenza possa cambiare per favorire le realtà artigianali e i prodotti di qualità. Acquistiamo meno, better, e con meno sprechi.

Carlo Cadsati - Da Pinuccio

Traghetto di Leonardo Via Adda – Imbersago E-mail: info@comune.imbersago.lc.it

“Da Pinuccio” Via Cavour 7 – Merate fraz. Sartirana (LC) Such. 039 9902798




La storia della “zuppa inglese”, un dolce Tosco-Emiliano, che inglese non è.

The 21 Settembre alla Casa degli Atellani – dimora storica nel centro di Milano sede della Vigna di Leonardo – si è svolta una serata all’insegna della biodiversità dedicata alla regione Emilia Romagna. Uno degli “Appuntamenti sulla sostenibilità” promosso da Confagricoltura. Agricoltori, produttori e cuochi, together, per rappresentare al meglio le tipicità di questa regione italiana.

During serata, alla quale ho partecipato con piacere, ho avuto modo di ascoltare storie e di conoscere persone protagoniste di una terra che vanta grandi tradizioni. In particolare mi ha colpito il racconto di Cristina Cerbi, chef dell’Osteria di Fornio, in provincia di Parma. Un locale storico situato nella campagna di Fidenza, che da ben tre generazioni porta avanti la tradizione di famiglia. Citando le parole di Cristina – osti più che ristoratori – garanti di una cucina fatta di ricette familiari.

"Cynthia, questa è l’Emilia, una regione che nel raggio di dieci chilometri cambia la sua cucina tipCristina Cerbiica. Ogni ristoratore segue le ricette di famiglia e la propria tradizione, esattamente come per la zuppa inglese che hai assaggiato quando ci siamo conosciute.”

Credo che molti non sappiano la storia di questo dolce il cui nome apparentemente richiama ad origini diverse. Cristina, that evening, mi ha raccontato ciò che la sua famiglia tramanda di generazione in generazione, orgogliosa di questa preparazione.

Tutto ebbe inizio quando un emiliano, dopo essere rientrato a casa da un viaggio di lavoro a Londra, realizzò un dolce di pan di spagna a strati, guarnito con abbondante crema pasticcera. Prendendo spunto da una preparazione simile vista durante il viaggio, venne consigliato dalla sua brava cuoca emiliana che non sprecava nulla. Utilizzò la ciambella e i biscotti avanzati dei giorni precedenti, secchi al punto giusto da dover essere ammorbiditi con del Rosolio, poi sostituito con dell’Alchermes.

Questa è una delle tante storie familiari legate all’origine di questo dolce che molti rivendicano come Toscano. Per non fare torto a nessuno, io definirò la zuppa inglese semplicemente come un dolce Tosco-Emiliano, una preparazione tipica nata dalla creatività italiana.

Osteria di Fornio – Via Fornio, 78
Place. Fornio Fidenza (PR) Such. 0524.60118
info@osteriafornio.it




La ‘Pizza’ può aiutare l’agricoltura? Rispondono i pizzaioli.

La pizza a sostegno dell’agricoltura.

Chi mi conosce sa che spesso scrivo o pubblico foto partendo da piccole provocazioni. For this, solo pochi giorni fa, accettando l’invito ad un evento organizzato da Confagricoltura ho scritto: La ‘Pizza’ può aiutare l’agricoltura? Ovviamente si, ma come sempre tutto dipende dalle persone, in questo caso dai pizzaioli e dalla loro ricerca delle materie prime.

Utilizzare i prodotti di realtà agricole selezionate e rispettose dell’ambiente, significa promuovere il territorio italiano. Non per niente la pizza per eccellenza è la Margherita, chiamata così in onore della Regina Margherita di Savoia che, con il verde bianco e rosso, i colori del tricolore, è simbolo del made in Italy.

Il 1’ Settembre, alla “Vigna di Leonardo” di Milano, prestigiosa location dove Leonardo da Vinci coltivava la sua vigna, si è festeggiato la pizza. Una preparazione a base di prodotti semplici nata a Napoli alla fine dell’800 dal genio italiano. Farina, lievito, pomodoro, mozzarella e olio extravergine di oliva, sono gli ingredienti principali di un alimento completo conosciuto in tutto il mondo, simbolo dell’italianità e della convivialità.

Pizza, "Capolavoro Universale"

Non c’è ‪‎pizza‬‬ senza buone ‪materie prime‬‬. Non ci sono buone materie prime senza sostegno all’‪‎agricoltura‬‬. Ognuno di noi può fare qualcosa in tal senso attraverso i propri acquisti. For this, ho rivolto la domanda ad alcuni dei pizzaioli presenti alla manifestazione: “La Pizza Capolavoro Universale”.

  • Risponde Stefano Callegari, Romano Doc. Nei suoi locali a Roma, oltre alle pizze tradizionali, potete trovare il “Trapizzino”, un triangolo di pizza farcito con i piatti tipici della cucina romana.

Cynthia, in realtà la maggior parte delle materie prime che utilizzo per gli ingredienti delle mie pizze vengono da fornitori romani che, in turn, hanno contatti diretti con gli agricoltori.
Posso dirti che per le patate, che è un ingrediente fondamentale che utilizzo non solo per condire la pizza ma anche nella preparazione – ad esempio – delle crocchette di patate, mi fornisco da un coltivatore diretto dell’alto fucino, precisamente da Luco dei Marsi.

  • Risponde Johnny Di Francesco, originario di Napoli. Pizzaiolo fin dalla tenera età, ha vinto i Campionati mondiali a Parma. Lavora e vive a Victoria, in Australia.

Like any quality food, how good a pizza tastes is a direct result of the produce used. I insist on using top quality produce at all of my restaurants to ensure the quality of my pizza is also the best it can possibly be. I have built a reputation for quality food, and part of the reason for this is because I have long standing relationships with my suppliers. Fresh ingredients are important to me, and due to the volume of pizza we make at my restaurants, we have direct relationships with some farmers such as basil growers. Indirectly we also support dairy farming, wheat farmers, and tomato growers who supply the raw products to our suppliers. My supplier relationships are important, and I recognise the importance of farmers in Australia, which is why I will always support them.

Come per ogni cibo di qualità, il sapore della pizza è il risultato diretto dei prodotti utilizzati. Personalmente scelgo buoni prodotti per tutti i miei ristoranti, al fine di garantire la qualità della mia pizza nel miglior modo possibile. Ho costruito una reputazione proprio sul cibo di qualità, mantenendo rapporti di lunga data con i miei fornitori. Gli ingredienti freschi sono fondamentali, per me, e per il volume della pizza preparata nei miei ristoranti. Abbiamo rapporti diretti con alcuni agricoltori, come con i coltivatori di basilico. Indirettamente, in addition to, sosteniamo la produzione lattiera, i coltivatori di grano, e i coltivatori di pomodori che conferiscono le materie prime ai nostri fornitori. Le relazioni che instauro con loro sono importanti, perché sono consapevole dell’importanza degli agricoltori in Australia. E’ per questo motivo che li sosterrò sempre.

  • Risponde Giorgio Sabbatini, veronese. It’ il referente della Scuola Italiana dei Pizzaioli ad Expo Milano 2015. Gestisce e svolge la sua attività a Verona, nel locale di famiglia. Campione Europeo nel 2011 e mondiale nel 2012 nella categoria Pizza a due.

Cynthia, rispondo alla tua domanda come consumatore prima che pizzaiolo. Non dimentichiamo che la pizza è un piatto che all’origine nasce come economico. For this, i miei prodotti devono seguire lo stesso principio. Collaboro con il giardino botanico del Baldo per le verdure. Oltre all’attenzione per la stagionalità, tendo a rivalorizzare piante mai utilizzate sulla pizza, abbinandole a ricotta e stracchini: un mix di dolce e salato.
Per i formaggi mi affido all’azienda agricola Fenilazzo di Desenzano del Garda, che produce latte e formaggio di qualità che utilizzo nelle competizioni. Facendo un giro nelle nostre campagne si scoprono un mondo di sapori e di profumi che ci possono aiutare e migliorare.

  • Risponde Graziano Bertuzzo. Campione Italiano di Pizza, maestro istruttore della Scuola Italiana Pizzaioli di Caorle, and judge at the most important World Championships.

Per chi fa il nostro mestiere, le materie prime sono molto importanti, così come è molto importante la fiducia che si crea con i fornitori. Per noi pizzaioli una delle materie prime fondamentali per ottenere ottimi impasti è la farina. Conoscendo le giuste specifiche tecniche della farina che utilizziamo possiamo scegliere il tipo di impasto da proporre alla nostra clientela. Then, il primo rapporto di fiducia va creato con il molino per avere sempre la stessa qualità di farina e con sempre le stesse caratteristiche per poter dare ai clienti omogeneità nel prodotto.

Anche l’essere istruttore della Scuola Italiana Pizzaioli mi è servito a sperimentare e utilizzare nuovi grani e nuove farine come kamut, farro, segale, le biologiche ecc. e tecniche e impasti innovativi. Superato lo scoglio dell’impasto possiamo parlare di materie prime che riguardano la farcitura, importanti anch’esse per avere un ottima pizza. Nel mio locale, assieme ai miei collaboratori, offriamo alla clientela una varietà di prodotti che segue la stagionalità, con ingredienti che prendiamo freschi e elaboriamo a nostro piacimento. Quindi accanto ai prodotti tradizionali da pizzeria, inseriamo nel nostro menù delle valide alternative fresche che utilizziamo preparandole a volte seguendo la tradizione del nostro territorio e altre usando un po’ di innovazione culinaria.

Vicino al mio locale ci sono molte aziende agricole e collaboriamo con molte di loro in base alla stagione e alle materie prime che offrono, non abbiamo nessun legame ma conosciamo i proprietari tanto da fidarci della loro produzione. Nell’ultimo periodo, visto anche le molte intolleranze che nascono, stiamo collaborando con una nuova azienda la “Artigiana Vegana s.r.l.” per avere in menù una piccola selezione di prodotti vegani che oltre a richiamare quella fascia di clientela che non mangia prodotti animali, che però sappiamo essere ancora troppo esigua, può aiutare chi ha problemi di intolleranza a passare una serata in compagnia degli amici senza dover rinunciare a gustarsi una buona pizza e che non gli crei problemi.

La mia pizzeria compie 40 anni quest’anno e come io ho creato un rapporto di fiducia con i miei fornitori, allo stesso modo sono riuscito a creare un legame con i miei clienti che continuano a scegliere noi dandoci così la conferma che stiamo lavorando nel modo migliore.

Pizza, Universal masterpiece

Concludo con un pensiero di Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: “Il nostro è un paese che spesso nega le sue capacità. Eppure abbiamo tante eccellenze fatte anche da piccole aziende agricole. Noi italiani creiamo capolavori. Siamo invidiati nel mondo per il nostro saper fare.” Condivido pienamente. I just add that the important thing we should learn, è comunicare meglio ciò che sappiamo fare e che ci invidiano nel mondo: il genio italiano.

Un po’ di dati :

  • I pizzaioli in Italia sono 2.000, considerando gli impieghi stagionali il numero arriva fino a 4.000.
  • In Italia si vendono 5 milioni di pizze al giorno, 56 milioni alla settimana, 1,6 miliardi all’anno.
  • Gli italiani mangiano circa 7, 6 kg di pizza pro capite. Negli USA il consumo è di 13 kg a persona.

Materie Prime

Frumento tenero

  • Numero aziende agricole con produzione abituale di grano tenero: 150.000
  • Superficie media coltivata: 600.000 ha.
  • Produzione media: 2.900.000 tonnellate.
  • Valore totale medio della produzione: 550 milioni di Euro.
  • Prime quattro regioni produttrici: Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.
  • Numero e fatturato imprese del settore molitorio: 230 molini con 2.500 milioni di Euro.
  • Numero e fatturato imprese del settore prodotti da forno: 1.200 with 5.000 millions of euro.

La Mozzarella

  • Cattle breeding: over 32.000
  • Allevamenti Bufalini: about 2.500
  • N’ Vacche da latte: 1,8 million.
  • N’ Bufale: 238.000 about.
  • Produzione di latte vaccino: 11 milioni di tonnellate.
  • Produzione di latte bufalino: 194 mila tonnellate.
  • Mercato della Mozzarella di Vacca: 155,1 mila tonnellate, di cui per pizza 94,2 mila tonnellate.
  • Mercato della Mozzarella di Bufala: 38,8 mila tonnellate.
  • Valore di mercato della Mozzarella: 1,6 miliardi di Euro.

Industrial tomato

  • Superficie media coltivata: 77.465 ha.
  • Produzione media: 461.417,94 tonnellate.
  • Prime quattro regioni produttrici: Emilia Romagna, Puglia, Lombardy, Veneto.
  • Valore dell’export: 1.493 milioni di Euro.

Extra Virgin Olive Oil

  • Numero aziende agricole con produzione di olive: 775.783
  • Superficie coltivata: 1.141282 ha.
  • Produzione olive: 217.162,44 tonnellate
  • Produzione olio 2013: 4.637.007
  • Valore dell’export: 1045 milioni di Euro.
  • Prime quattro regioni produttrici: Puglia, Calabria Sicilia e Campania.

Source: Dati Centro Studi Confagricoltura

Pizza, "Capolavoro Universale"




Ritmi lenti, natura e cucina del territorio: gli ingredienti delle mie vacanze

Le ricette delle mie vacanze a Ponza: Fusilli alla maniera di Ponza, Acciughe marinate di Agostino (in copertina), Patate al finocchietto selvatico, Criscito: lievito madre naturale, Liquore al finocchietto selvatico.

Chi è appassionato di storia come me, tendenzialmente è attratto da tutto ciò che ne consegue. Amo visitare gli antiquari, browse through the antiques and vintage wear clothes. Against the other, da sempre, ho un’ammirazione particolare per le auto d’epoca sportive. Questo mio trasporto è rivolto anche ai libri e ai vecchi giornali. Poco time fan, a Roma, ho passato ore e ore su delle edizioni della Domenica del Corriere di oltre cinquant’anni fa, leggendo vecchie barzellette e gli articoli settimanali di enogastronomia di Luigi Veronelli. Non saprei esattamente spiegare il perché, ma tutto ciò che ha una storia mi affascina da sempre. La stessa cosa vale per le tradizioni, and, nella cucina, per le ricette della memoria legate al territorio.

Nelle mie ultime vacanze, a Ponza, passeggiando lungo il viale del porto, I hit an old cookbook open in plain sight at the entrance of a store. Incantata mi sono immersa nella lettura, sfogliando pagina dopo pagina… Il mio tempo libero, dovunque io mi trovi, ma in particolare quando viaggio, è scandito da elementi essenziali: ritmi lenti, natura e cucina del territorio. For this, below, riporterò alcune ricette tipiche del posto che ho letto, sperimentato e assaggiato. Oltre a condividerle, ne farò memoria e soprattutto buon uso.

Fusilli alla maniera di Ponza

In olio d’oliva soffriggere 600 grammi di peperoncini verdi mondati di gambi e semi. Add 600 grammi di pomodorini ciliegino interi con un pizzico di pepe nero, salare e, slow fire, portare a cottura fin quando i pomodorini si saranno sfaldati.
Condire i fusilli cotti al dente aggiungendo qualche fogliolina di basilico.

Acciughe marinate di Agostino, un pescatore di Ponza

Le acciughe o le alici (i pescatori le chiamano in un modo o nell’altro in base alla dimensione), sono ricche di calcio, iron, zinc, proteins, vitamina A e omega-3. Un pesce azzurro salutare ed economico che si può preparare i molti modi e che fa bene alle nostre ossa.

Pulire delle acciughe togliendo loro la testa e le interiora. Una volta sciacquate passarle in un tegame in cui, precedentemente, è stato fatto soffriggere uno spicchio d’aglio. Unire qualche pomodorino, un cucchiaio di aceto bianco, sale e origano. Far cuocere per cinque minuti a fuoco vivo e servire.

Patate al finocchietto selvatico

Tritare due cipolle e farle imbiondire in una padella con olio. Aggiungere quattro patate tagliate a tocchetti. Cuocere per dieci minuti in poca acqua bollente salata due mazzetti di finocchietto selvatico tritato grossolanamente, e unirlo con la sua acqua alle patate fin quasi a coprirle. Stufare a fuoco medio per circa venti minuti fino a quando il liquido si sarà asciugato quasi del tutto. Aggiustare di sale e peperoncino secondo i gusti.
Stufato più a lungo, finché il tutto diventa quasi una crema, ci si può condire la pasta.

Liquore al finocchietto selvaticoHeads of wild fennel

Raccogliere venti capolini freschi di finocchietto selvatico, lavarli e asciugarli. Then immerse them in alcohol in a glass container closure, and let soak for about twenty days. Una volta passato questo tempo filtrare e imbottigliare.

Criscito, lievito madre naturale

Impastare 200 grammi di farina, 90 grammi di acqua, 1 cucchiaio di olio e 1 cucchiaio di miele fino a formare un panetto. Quindi togliere 100 grammi dell’impatto ed aggiungervi 100 grammi di farina e 45 grammi di acqua a temperatura ambiente. Mescolare bene e, richiuso nel contenitore, lasciare riposare altri due giorni; ripetere l’operazione e riporlo in frigo. After 5 giorni ripetere nello stesso modo, e ancora per altre due volte, (in pratica per una durata di 15 days).

Quando si utilizza il lievito per fare il pane, brioche ecc., se ne prende una parte, mentre quella rimanente si integra per ugual peso con farina e acqua fino a… quando volete. Per panificare va utilizzato circa 1/3 di lievito rispetto alla farina da utilizzare, quantità che aumenta lievemente se si usano farine integrali, perché lievitano meno facilmente.

Ponza

Fonte ricette: “Ponza, cucina tradizionale e nuove tendenze” di Pina Di Meglio, Silverio Mazzella e Gennaro Mazzella

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