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Un progetto per tutelare la ricchezza enologica italiana: The Winefathers

“Che cosa si beve stasera? Per iniziare le propongo un Prosecco.” Questa è la tendenza del momento. Con tutto il rispetto mi sono un po’ stancata. Nonostante le mie origini trevigiane mi rendano orgogliosa per il successo che sta riscuotendo questo vino bianco a Denominazione di Origine Controllata, prodotto tra Friuli e una parte del Veneto, la smorfia in queste circostanze mi viene spontanea.

Vivo in Italia, un paese che vanta oltre 300 vitigni autoctoni da promuovere e valorizzare. Eppure…

Eppure i più ne conoscono solo alcuni, spesso di origine internazionale (alloctoni). Nella ristorazione, and not only, proporre i soliti vini è molto più facile. Per lo meno questa è la risposta che abitualmente mi sento dare. Un vero peccato per chi si sforza di continuare, con molte difficoltà, la coltivazione di vitigni antichi e rari.

In Toscana c’è un vitigno a bacca rossa quasi scomparso – the Bonamico – chiamato anche “Giacomino” nel pisano, “Tinto” nel pistoiese, “Uva rosa” the “Durace” nel fiorentino. Well, c’è un ingegnere-vignaiolo, Samuele Bianchi, che ha dato vita all’Azienda Il Calamaio acquistando una terra con vigne abbandonate. E’ così che ha scoperto questo antico vitigno che sta tentando di preservare tramite la riproduzione dei singoli cloni.

Samuele Bianchi Azienda Il Calamaio - Tuscany

Samuele Bianchi – Azienda Agricola Il Calamaio

Con la collaborazione di “The Winefathers”, un progetto realizzato da un gruppo di amici di Udine, sta cercando supporto per far si che questa ricchezza enologica non scompaia. Ma ora veniamo al punto, cercando di capire concretamente come si sviluppa questa idea a sostegno dei vignaioli artigiani italiani.

  • The Winefathers, or better, diventare parente di un vignaiolo italiano. Quando e come è nato questo progetto?

It’ nato un anno e mezzo fa, lavorando ad un progetto imprenditoriale in tutt’altro settore. Sviluppando quel lavoro abbiamo conosciuto un sito americano che metteva in contatto diretto chi produceva piccolissime serie di prodotti artigianali in tutto il mondo, con appassionati alla ricerca di prodotti unici. Ci è nata così un’illuminazione. Perché non farlo nel mondo del vino? Da lì siamo partiti, ci abbiamo lavorato e abbiamo creato The Winefathers.

  • Come è possibile instaurare la parentela con un vignaiolo, e concretamente, in che cosa consiste?

E’ sufficiente andare sul sito www.thewinefathers.com Si potranno trovare alcuni progetti dei migliori vignaioli artigianali italiani. Si tratta di progetti diversi ma sempre nel campo della sostenibilità, come ad esempio quello del salvataggio del Bonamico dell’Azienda Il Calamaio, di cui parlavi prima. Scelto il progetto che si preferisce, lo si può sostenere, diventando simbolicamente parente del vignaiolo: da cugino a zio, da fratello o sorella a padre o madre. In questo modo si contribuisce alla realizzazione del progetto, si resta aggiornati con foto e video sull’avanzamento dello stesso, e al termine si ricevono le ricompense previste, proporzionali all’offerta effettuata: da bottiglie di vino fino a vere e proprie esperienze di più giorni nelle vigne insieme al vignaiolo. E’ proprio come entrare a far parte di una nuova famiglia.

  • In quanto fondatori del progetto come scegliete gli artigiani del vino da sostenere?

Siamo partiti coinvolgendo un vignaiolo nostro amico, Marco Cecchini di Faedis, e inizialmente ci siamo mossi per segnalazione. A ogni nuovo vignaiolo che entrava chiedevamo di indicarci altri vignaioli che avessero le qualità che cerchiamo: prodotti artigianali di eccellenza, una storia da raccontare, un progetto interessante da sostenere. Pian piano così abbiamo cominciato a espandere la nostra rete. Con il passare del tempo e grazie alla visibilità ottenuta, abbiamo cominciato ad essere contattati da nuovi vignaioli. Abbiamo messo in piedi una squadra di sommelier e degustatori che assaggia i vini che ci vengono inviati ed esprime i suoi giudizi. Then, valutiamo il progetto e le persone che ne fanno parte, importanti quanto l’eccellenza dei vini.

  • Mi raccontate il buon esito di qualche esperienza fatta in questi anni con The Winefathers?

Ti possiamo dire che in Basilicata, nel territorio di Melfi, non c’erano più alberi. A tanto possono arrivare gli interessi economici. Luca e Sara Carbone, vignaioli artigianali che producono un ottimo Aglianico del Vulture, hanno voluto tramite il nostro sito ripopolare le aree intorno ai loro vigneti con alberi da frutta in via di abbandono. Il successo del progetto è stato notevole, tanto che diversi nuovi “parenti” sono arrivati dagli Stati Uniti per incontrare i vignaioli e vedere con i loro occhi quello che stava nascendo. Ora Luca e Sara vedono crescere meli, mele cotogne, mele zitelle e limoncelle, melograni, nespoli, amarene, fichi, albicocchi e peschi. Sono risultati semplici raggiunti con la convinzione che ciascuno di noi, nel nostro piccolo, possa fare la differenza.

Una giornata con un vignaiolo e i suoi 'parenti'

Una giornata con un vignaiolo e i suoi “parenti”

THE WINEFATHERS
Via Santa Giustina 8
33100 Udine (UD)
+39 3275618717
info@thewinefathers.com




A lezione da Attilio Scienza

Attilio Scienza, born in 1945 a Serra Riccò, in provincia di Genova. Si è laureato nel 1969 presso la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Professore associato di fitormoni e fitoregolatori in arboricoltura e Professore ordinario di Viticoltura presso l’Università di Milano. From 1985 to the 1991 Direttore generale dell’Istituto Agrario San Michele dell’Adige. Ricercatore e autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche inerenti alla genetica della vite e alla viticoltura. A slide show of respect for a man by the extreme simplicity and wisdom that I have had the pleasure of meeting during a tasting vini della Valcalepio to the Castle Grumello, in the province of Bergamo. Dopo averlo ascoltato ho scambiato con lui qualche parola.

La sostanza del suo pensiero, I fully agree that, si basa sull’importanza della tutela della bValcalepioiodiversità, sulla valorizzazione dei vitigni antichi e autoctoni, e sul racconto emozionale della loro storia. Viviamo in un’epoca in cui alcuni vini sono considerati quasi di moda (definizione in uso che non mi piace affatto quando è riferita alle produzioni), di cui i più poco conoscono, se non i nomi, o meglio i nomignoli che fanno tendenza. Scelte di produzione certamente legate alla domanda del consumatore, che potrebbero però andare di pari passo con la promozione di vini quasi dimenticati, e di vitigni antichi e autoctoni da salvare legati alla storia del territorio. Scelte coraggiose che possono fare solo bene alla viticoltura, adottate da chi ama sul serio questo importante comparto dell’economia italiana.

A lui la parola…

Perché è importante raccontare la storia di un vitigno, di un vino e di un territorio? Tutto nasce da un meccanismo del nostro cervello denominato sinestesia: il collegamento con alcune sensazioni gustative, musicali e visive, e il ricordo. It is often cited the example of Marcel Proust, sentendo il profumo delle madeleine, i biscotti che gli preparava sua madre, evoca i suoi ricordi di infanzia. It’ così che va raccontato il vino. Bisogna fare in modo che il consumatore ricordi e associ l’atmosfera, the emotions and sensations experienced during the tasting. Il modo più efficace per dare continuità al rapporto con il vino.

Qui di seguito un momento del suo intervento.

Un vero piacere e un onore ascoltarlo.

The evening at the castle continued with the wine tasting “en primeur” vendemmia 2015 di dodici cantine della Valcalepio, terra vitivinicola di Bergamo la cui zona di produzione è situata nella fascia collinare che va dal lago di Como al lago di Iseo.

Le varietà principali coltivate sono:

  • Vitigni a bacca bianca : Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Manzoni bianco e Moscato giallo.
  • Vitigni a bacca nera : Merlot, Cabernet Sauvignon, Barbera, Incrocio Terzi n.1, Franconia, Marzemino, Schiava lombarda, Schiava meranese e Moscato di Scanzo.
  • Varietà autoctone : Merera, Altulina e Gafforella.

Il Valcalepio, un ‘vino in rinascita’ che dal 1976 si è visto riconoscere la denominazione di origine controllata.




Pojer by Sandri: una storia di amicizia e di vino. But not only…

La prima volta che ho sentito nominare Mario Pojer, è stato parlando di aceto, or better, di produttori di aceto: the amici acidi.

AgricoltoPojer by Sandriri uniti dalla passione e dalla voglia di promuovere un prodotto, alas, non valorizzato quanto merita. Era il 1′ June 2012. Guidata da Wondering if Sirk, stavo visitando la sua acetaia situata a Cormons, tra le belle colline del Collio, in provincia di Gorizia. As the time goes by fast ...

Da allora ho avuto modo di incontrare Mario Pojer ad eventi e fiere, salutandolo con la promessa che prima o poi sarei andata a trovarlo. A few weeks ago, passando da Trento, ho fatto una breve deviazione e sono andata a visitare l’azienda agricola che ha fondato nel 1975 con Fiorentino Sandri.

Due giovani amici che hanno iniziato a produrre vino grazie ai due ettari di vigneto di Fiorentino, e agli studi di enologia di Mario conclusi presso la scuola di San Michele all’Adige. Pojer by Sandri, un’azienda agricola con una superficie vitata, non sempre facile, of 32 ettari suddivisi su sei comuni: San Michele e Faedo più quattro comuni della Val di Cembra. I vigneti collocati sulla collina di San Michele, con un altitudine tra i 250 and the 750 meters, danno l’idea della viticoltura montana a cui mi riferisco. Uve rosse nella parte più bassa e bianche in quota. Merlot e Lagrein, salendo la collina Nosiola, Traminer, Chardonnay, Sauvignon e Pinot Nero. Finally, a 700 meters, Müller-Thurgau.

Collina di San Michele e Faedo

Una Cantina, una Distilleria e un’Acetaia.

Tra i vini assaggiati prodotti con uve lavate per ridurre i contaminanti esterni, ho apprezzato in particolare il Rosso Faye Dolomiti 2010. Colore rosso granato, profumo intenso, carattere e corpo. Un vino di struttura come piace a me. Prodotto per il 50% da uve di Cabernet Sauvignon, e per il rimanente 50% da Cabernet Franc, Merlot e Lagrein. Tenore alcolico 13,5%

Per quanto riguarda i distillati, ho apprezzato molto la loro grappa ‘Zero Infinito’ Dolomiti. Piacevoli i profumi2 fruttati, fine ed elegante. Vinacce di uva Solaris (varietà resistente nata in Germania) prodotte a Grumes, in Val di Cembra, in a mountain vineyard of 50 ha, about 900 metri s.l.m. Zero trattamenti sia in vigna che durante la vinificazione.

Una precisazione. La grappa è un distillato prodotto da vinacce ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia e nella Svizzera italiana. La ‘cosiddetta grappa’ prodotta in Sud Africa, di cui ho sentito recentemente parlare, è un caso di agro-pirateria.

Among a sample and the other, Fiorentino Sandri mi ha parlato della loro produzione di brandy. Un progetto che si è sviluppato nel 1986 dopo alcuni viaggi nelle zone del Cognac e dell’Armagnac. Acquavite Divino, ottenuto dalla distillazione di un vino di due vigneti locali: la Schiava della zona alta della collina di Faedo, e il Lagarino dell’alta Val di Cembra.

La mia ultima degustazione, but not least, è stata con l’aceto. L 'acetaia Pojer e Sandri si trova a Maso Besleri, in Val di Cembra, alla giusta distanza dalla cantina per evitare rischi di contaminazioni. Aceto di vino bianco e rosso, e aceto di succo fermentato da frutta dell’azienda o di provenienza regionale: cherries, pere, mele cotogne, ribes nero, sambuco, raspberries, sorbo dell’uccellatore e mora. In short, Aceto per tutti i gusti, but quality!

Azienda Agricola & Distilleria Pojer e Sandri
Place. Molini, 4 – 38010 Faedo (Tn)




Una domenica in vigna sui colli piacentini. “Tenuta Villa Tavernago”

Tenuta Villa Tavernago, un’azienda agricola biologica situata a Pianello Val Tidone, voluta da Pierfranco Pirovano, costruttore e titolare dell’azienda dal 1978. Una proprietà di 400 ha, referred 32 vitati, che ho visitato in occasione dell’inaugurazione della nuova cantina. Una Tenuta il cui nome ha origine dalla dimora storica di proprietà della famiglia: Villa Tavernago.

A un’ora da Milano, lontani dal traffico e dalla frenesia, le dolci colline e i paesaggi tra la Val LuVineyards Tenuta Villa Tavernagoretta e la Val Tidone, ci permettono di vivere un luogo in cui la rigogliosa natura accoglie antichi castelli e terre tradizionalmente vocate alla viticoltura. Fare biologico, oltre che una scelta rispettosa della natura, necessita di un ambiente incontaminato.

Un realtà agricola dei colli piacentini, che in base all’annata, con uve sanissime, non aggiunge solfiti ai propri vini. In 2010, l’acquisto di impianti per l’imbottigliamento protetto dall’ossigeno senza l’ausilio di antiossidanti chimici (sulfur dioxide), ha agevolato questo percorso.

Durante la visita, con l’agronomo Roberto Miravalle e l’enologo Enzo Galetti, consulenti dell’azienda, ho visitato i vigneti suddivisi nei tre appezzamenti di Frassinetto, Valorosa e Vidiano. I vitigni interessati legati al territorio sono: Ortrugo, Malvasia, Barbera, Croatina, Bonarda, ma anche Pinot nero, Pinot grigio, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Non sono mancati gli approfondimenti ne le degustazioni. Against the other, se fatti in vigna, sono molto più interessanti. Discutendo sulla longevità della vite, ad esempio, ho particolarmente apprezzato la presenza del piccolo vigneto denominato “Misto Colonna”, che accoglie piante di 50/60 years of age. Sicuramente meno produttivo, ma con una migliore qualità di uve.

Oggi la longevità media delle piante di viti è di circa 20/25 age. Causa, oltre le eventuali malattie, la meccanizzazione che per certo, a differenza della mano dell’uomo, o meglio ancora della donna, non salvaguardia come dovrebbe la vigna. Opzioni che permettono di valutare le scelte di qualità rispetto alle scelte di quantità delle aziende, che ovviamente influenzano i costi finali, e che richiedono attente valutazioni di marketing.

Fra i vini che ho assaggiato vi propongo un calice di Frassineto Rosé, Spumante Metodo Classico 30 mesi. Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay da coltivazione biologica in percentuale diversa secondo l’annata. Uva raccolta a mano. Dal colore rosa tenue e dal perlage fine e persistente. Una piacevole alternativa alle solite proposte.

Tenuta Villa Tavernago – www.tenutavillatavernago.it

Frassinetto, 1 – Pianello Val Tidone (PC)




Un inno al vino per veri appassionati. Bottiglie Aperte 2015

  • Il vino è istinto.
  • Il vino non è moda.
  • Si beve per emozionarsi.
  • Il vino non è fatto di teoria.
  • Gli egoismi non aiutano il vino.
  • Il vino va bevuto, va goduto e va condiviso.
  • Il vino viene comunicato bene dalle persone sensibili.
  • Bevete quello che vi piace, il vostro termometro è il vostro palato.
  • La supponenza del giornalismo nel mondo del vino fa male al vino.

Sono parole di Luca Gardini dette a Bottiglie Aperte durante la verticale di Valpolicella Superiore Doc Dal Forno Romano, che ha condotto e a cui ho partecipato. Un evento che si è svolto in un luogo ricco di storia tra i più belli di Milano: il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Una manifestazione che ha visto la partecipazione di cento aziende vitivinicole del territorio.

Nonostante le ‘uscite colorite’ di Luca Gardini, che a mio parere a volte sono inopportune rispetto ai contesti in cui si presenta, apprezzo il suo pensiero, un inno al vino che, da vera appassionata, condivido pienamente. For this, ho partecipato con piacere alla Masterclass da lui guidata svoltasi nella splendida ‘Sala del Cenacolo’. Per un’amante dell’arte e della storia come me, un’ambiente dalle atmosfere molto speciali interamente affrescato, la cui costruzione risale al 1709.

Sala del Cenacolo

Dal Forno Romano, un’azienda agricola situata a Cellore d’Illasi in provincia di Verona, di cui ho sentito parlare la prima volta da Alberto Malesani durante una visita nella sua cantina. Non ho ancora avuto modo di andare a trovarlo, for this, ho colto volentieri l’invito per l’assaggio dei suoi vini. In degustazione: Valpolicella Superiore DOC Monte Lodoletta 2006 – 2005 – 2004 – 2003 – 2002 – 2001 – 2000

Non mi soffermerò come fanno i tecnici su ogni annata, lascio a loro il compito. Vi dirò solo che ho ascoltato con attenzione le descrizioni dei vini, and, a conclusione dell’assaggio, ho scelto come mie annate preferite quella del 2003 and 2001. Una questione di gusti del tutto personale, as it should be. Un vino impetuoso e di grande carattere, un Valpolicella che si impone e che consiglio di assaggiare a chi ama vini di particolare struttura.

Vertical Dal Forno Romano

Per concludere, il mio consiglio è sempre lo stesso: oltre a partecipare alle degustazioni, visitate le aziende agricole e ascoltate i produttori. Imparerete assaggiando, and, grazie alle vostre papille gustative, arricchirete il vostro bagaglio di esperienze sensoriali.

Per capire veramente il vino bisogna conoscere i territori e le persone protagoniste. E’ la terra, insieme al loro cuore e alla loro testa, a dagli forma e sostanza. Questo è semplicemente il pensiero di una donna che ama il vino per ciò che rappresenta: emotions, history, tradizioni e territorio.

 




I miei rifugi estivi: boschi, spiagge, cantine e… vini d’estate.

Tenute Tomasella – Mansuè (TV)

È un inizio di Giugno molto caldo questo del 2015, lo è stato talmente da farmi scapEraclea Marepare qualche giorno al mare in cerca di un po’ di refrigerio. Come to abitudine, quando posso, torno nelle terre in cui ho passato l’infanzia, a Treviso. La spiaggia più vicina che prediligo è quella di Eraclea Mare, in provincia di Venezia. Vado la mattina presto, quando ancora i più dormono, quando il mare lo si vive in tranquillità… facendo lunghe passeggiate sulla spiaggia e nella pineta.

Oltre a rinfrescarmi recupero così energia e benessere, ma poi il caldo torna… e allora che si fa? Be’, direi che l’ambiente ideale in cui spostarsi per continuare a godere di un po’ di fresco è una cantina. Se poi visitandola si assaggiano buoni vini, il benessere si completa. La scelta questa volta è caduta sulle Tenute Tomasella di Mansuè, in the province of Treviso. Un’azienda agricola fondata nel 1965, situata tra il Friuli e il Veneto. Una cantina di confine come la chiama Paolo Tomasella, titolare e mia gentile guida.

Vigneti Tenuta TomasellaTrenta gli ettari vitati, ventitré in Veneto e sette in Friuli, divisi dalla DOC delle Grave del Friuli e dalla DOC del Piave. Ho scelto di visitarle dopo avere assaggiato il loro Merlot in una nota enoteca di Motta di Livenza, dopo essere entrata in altre, con vini che differenza ne facevano ben poca, oltretutto serviti a temperature sbagliate, e senza alcuna presentazione. Una mancanza che in una terra di vino come questa, alas, ogni volta mi lascia perplessa. As I often say, c’è chi si accontenta di bere vino, e chi a differenza il vino lo degusta, traendo da esso piacere, esperienza e conoscenza.

Paolo Tomasella, come molti, vive due vite: una nel settore del mobile, e l’altra, per passione e per tradizione familiare, agriculture. Accompagnato dall’enologo Angelo Solci, attraverso i viaggi nei territori e nelle produzioni, negli anni ha acquisito quella consapevolezza ed esperienza che ora lo porta a scelte e a percorsi meno facili, ma senza dubbio più stimolanti. In 2013 l’azienda è entrata a far parte del Progetto Tergeo dell’Unione Italiana Vini. Finalizzato al sostegno delle pratiche sostenibili in viticoltura, aderisce alle linee di difesa previste dal disciplinare di produzione integrata delle regioni Veneto e Friuli.

Paolo Tomasella

Ma torniamo al caldo torrido di questi giorni… vogliamo parlare di vini d’estate? Con Paolo, nella scelta per la degustazione, si è optato proprio in questa direzione. Ora vi descriverò cosa ho avuto il piacere di assaggiare. Some, in questa terra sarebbe stato più facile parlarvi di Prosecco, sia pur di qualità, DOC o DOCG, ma io non lo farò, semplicemente perché amo parlare di produzioni senza dubbio meno conosciute.

In un caldo pomeriggio di ‘quasi estate’ mi è stato proposto uno spumante rosato demi-sec, Osè, Refosco e Verduzzo appassito in pianta. Un vino fresco dal color rosa corallo e dai profumi di melograno e lampone. In bocca un perlage fine, sapori delicati e persistenti. Paul, osando, l’ha definito un vino da bordo piscina; per quanto mi riguarda lo ritengo una valida alternativa alle solite proposte, gradevole e non impegnativa.

Osè, Rosato

Ho continuato la degustazione con una produzione particolare: Chinomoro, Merlot chinato. Un vino da meditazione dai profumi e sapori speciali grazie all’aggiunta di essenze digestive: Aloe, Artemisia, Colombo, Coriandolo, Rabarbaro, China, Arancio, Sambuco e altre indicate da antiche ricette popolari tramandate da generazioni. Accompagnato da cioccolato fondente, ha reso piacevole il mio fresco pomeriggio di ‘quasi estate’ in cantina.

Chinomoro, Merlot Chinato

Tenute Tomasella – www.tenute-tomasella.it

Via Rigole, 103 – Mansue’ (Treviso)




“I francesi sono più bravi nel dire che nel fare, gli italiani sono più bravi nel fare che nel dire.” Tommaso Bucci

Era il 1981… inizia così la storia nel mondo del vino di Tommaso Bucci, un ingegnere chimico approdato a Montalcino grazie al progetto originale di Castello Banfi, la prima cantina al mondo ad ottenere la certificazione di responsabilità etica, sociale ed ambientale, e di qualità della produzione. Direttore tecnico di questa realtà vitivinicola per molti anni, ormai fa parte della sua storia. Un uomo semplice dalla grande cultura, that, oltre a guidarmi nella visita all’azienda, ha catturato la mia attenzione per la simpatia e per alcune sue affermazioni.

In realtà Tommaso quel giorno era li per caso…

Basta poco per capire che cosa cerco durante le mie visite, for this, la persona che mi ha accompagnata, ha pensato bene di presentarmelo. La mia curiosità spesso va oltre le normali domande, perché cerca ‘quel qualcosa’ che per me fa la differenza, e che mi spinge a custodire ciò che vivo, oltre che attraverso le immagini, con le parole. Mi è bastato scambiare con lui poche battute per capire che aveva vissuto tempi e modi di un tempo che fu, e che rimpiango per la passione e l’entusiasmo con la quale gli uomini e le donne affrontavano le sfide. Per questo l’ho letteralmente rapito, e costretto ad avvisare a casa che non sarebbe tornato, perché una donna che aveva appena conosciuto l’aveva invitato a pranzo.

Castello Banfi

Che cosa c’è di più affascinante che conoscere le persone… Le loro produzioni, non necessariamente materiali, sono la naturale conseguenza della loro creatività che, unita all’esperienza, distingue gli italiani nel mondo per la loro genialità. Siamo un popolo strano… riusciamo a far emergere i nostri lati più critici, e molto meno le nostre potenzialità. Proprio per questo inizierò con un pensiero di Tommaso che certamente lascerà qualcuno perplesso: “I francesi sono più bravi nel dire che nel fare, gli italiani sono più bravi nel fare che nel dire.” Rifletteteci sopra un attimo. Mentre lo fate lascio a lui la parola…

Cynthia, le cose stanno così. Noi italiani siamo bravi nel “savoir faire”, mente i nostri cugini sono bravissimi nel “faire savoir”. Nel mondo del vino ciò è profondamente vero. Pensiamo per un attimo al fatto che laddove noi diciamo: -fermentazione in bianco-, loro dicono -fermentation liquide- ; la nostra -fermentazione delle uve rosse- diventa -fermentation solide- ; il nostro invecchiamento diventa -elevage- i profumi -bouquet- etc.. Pensa ancora ai menu (bellissima edizione dell’Accademia italiana della cucina “150 anni di menu per 15 capi di Stato”).

Il francese la faceva da padrone, non solo per spocchia, ma soprattutto perchè loro sull’enogastronomia hanno cominciato con almeno un secolo d’anticipo… ma stiamo rapidamente recuperando. Pensa che le loro AOC nacquero nel lontano 1855 con NAP III, noi per le DOC abbiamo dovuto aspettare il 1963. Loro giustamente parlano di terroir (origine), noi stranamente di vitigni, etc etc…

Montalcino

  • Thomas, was the 1981, e tu eri il direttore tecnico di Villa Banfi. Mi racconti il mondo del vino che hai vissuto in quegli anni?

Era un mondo, quello italiano, di consumatori robusti (quasi 100 lt/pro capite anno) soprattutto di vini sfusi prodotti in proprio o da amici. Consumatori che raramente erano interessati a storie, denominazioni, a viticultura e cantine…

  • “La Banfi non ha inventato niente, semplicemente si è messa su una polveriera e ha accesso la miccia.” Sono parole tue. Io mi permetto solo di aggiungere che bisogna avere la capacità di accenderla, ma soprattutto di tenerla accesa.

Yes, i tempi stavano cambiando. Mancavano alcuni ingredienti. Ricordo che stimolava molta ironia, a fine anni 70 begin 80, il fatto che la progettanda cantina Banfi prevedesse un percorso di visita. All’epoca la cosa era considerata perlomeno stravagante: “un’americanata”. Fino all’86, “scandalo del metanolo dell’indimenticato Ciravegna di Narzole”, gli sparuti italiani in visita alla cantina erano distratti e insofferenti a ogni notizia, visto che il vino si faceva da millenni, e tutti o quasi l’avevano fatto, così come i loro padri e i loro nonni, e i nonni dei nonni.

Dopo l’86 abbiamo scoperto il vino. Le università italiane, of the nord sud, da economia a medicina, registrano il vino come argomento maggiormente ricorrente nelle tesi di laurea. Il settore vitivinicolo è l’unico che negli ultimi decenni è cresciuto, mentre tutto il resto: moda, tessile, chimica siderurgia automotive etc, ha perso drammaticamente peso e importanza. Secondo Angelo Gaja, un grande vino ha successo quando esiste una bandiera storica (Biondi Santi) ed una locomotiva commerciale (Banfi) ed ovviamente un contesto territoriale (umano e materiale) di grande fascino storico e contemporaneo. Più che mettere la miccia, abbiamo acceso il locomotore comunicando il territorio quando gli altri ancora non lo facevano.

  • Montalcino, città del Brunello. Sicuramente un grande vino, ma non l’unico di queste terre. Io per mia natura tendo a sostenere i vitigni meno conosciuti meritevoli per la qualità, perché amo la nostra storia vitivinicola, e mai vorrei che andasse persa.

Qui il vino è stato sempre fatto, diciamo però che a partire dal 500 il vino principe è stato indubbiamente il MOSCADELLO. Come non ricordare i versi di Francesco Redi del suo Ditirambo di Bacco in Toscana del 1685. “…but Tommaso Buccipremiato coronato sia l’eroe, che nelle vigne di Pietraia e di Castello piantò pria il Moscadello. Il legiadretto, il sì divino Moscadelletto di Montalcino…

Un tal vino lo destinò alle dame di Parigi e a quelle che sì belle, rallegrano il Tamigi.” Il Brunello è una scoperta recente, la prima citazione del supposto vitigno la fa: Giovanni Pieri (§) presidente dell’Accademia senese dei Fisiocritici, dopo aver visitato il Sud Africa ed avervi trovato alcune uve toscane come il Gorgottesco; tiene una sua disquisizione nel 1843 (edita da Pandolfo Rossi “8”). Racconta dei suoi esperimenti fatti nella tenuta di Presciano, in un suo latifondo collinare sopra Taverne D’Arbia, che aveva messo a disposizione dell’Accademia “…a sue spese …per giovare all’agricoltura senese” tramite “ …tutti quegli esperimenti che all’Accademia parrà si faccino sull’agricoltura…”

Secondo quello che allora veniva definito lo stile moderno, aveva piantato nello stesso filare più varietà di uve, con viti maritate a testucchi di Gorgottesco, di Canajolo di Procanico, di Sangiovese, di Malvagia, di Marrugà e di Brunello. Il Procanico era una varietà del Trebbiano, mentre è chiaro che il Brunello fosse allora distinto dal Sangiovese anche fuori dal territorio del comune di Montalcino. Presciano è infatti (now, non allora) nel comune di Siena.

  • Thomas, quando ti ho espresso la mia ammirazione per la bellezza dei paesaggi dell’Oltrepò Pavese, mi hai risposto dicendomi che quei territori soffrono la ‘sindrome dei castelli romani’. For some, quando ne parlo, mi rammarico del fatto che non vengano valorizzati come dovrebbe essere, e nel contempo, non venga supportato chi tenta di farlo. As they say: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso.” Tornando a noi, mi spieghi meglio il significato della tua affermazione?

L’essere al centro del triangolo industriale Milano Torino Genova, quindi al centro di un mercato ricco e numericamente consistente, ha reso facile lo smercio dei vini, senza doversi ingegnare più di tanto per la relativa promozione, that, as usual, richiede anche qualche cosa di buono da promuovere. Il vino si vendeva facilmente senza fare tanti sforzi. Ciò ha fatto dormire sugli allori produttori e sistema, che ora scontano pesanti ritardi nel rimettersi in marcia.

  • Ezio Rivella, un uomo che hai citato molte volte nei nostri discorsi con parole di stima e rispetto. Mi racconti qualche aneddoto del periodo passato insieme?

Ezio Rivella è stato ed è, una figura di grandissimo livello, assommando su se stesso le qualità del tecnico e quelle del manager imprenditore. Io lo conobbi nel lontano 1974, quando ancora studente d’ingegneria gli chiesi se era possibile fare un tirocinio nel suo studio romano di consulenza e progettazione nel campo enologico. Mi rispose: “Ovviamente si, ma a gratis”. La cosa si concretizzò nella primavera del 1976, e poi con l’assunzione nel 1979, dopo il mio servizio militare ed un paio d’anni di Cartiere Burgo (Torino, Corsico-Milano, Lugo di Vicenza, Ferrara).  All’assunzione mi disse: “Ti pagherò poco, perché i soldi te li rubano, ma ti farò fare molta esperienza, e quella nessuno potrà togliertela”.  Per anni mi sono complimentato con lui per aver mantenuto la promessa.

Castello Banfi - Montalcino




Vinitaly 2015, Now do the numbers !

Quiet, I'm not giving any number, except those that come directly from Vinitaly, 49th International Wine and Spirits Exhibition that has just ended. Refer to the four-day event highlights that moves Italy wine, passions and business. Read a po'qui ...

• 576.000 bottles uncorked
• 200.000 tons of glass
• 8 tons of corks
• 130.000 glasses used
• 11.100 follower ofVinitalyTasting on Twitter
• 116.000 like the official page of Vinitaly on Facebook

There is no doubt, Vinitaly Vinitaly, a great showcase of the business in the wine industry that, for fans, is a special occasion to travel in the territories tasting wines. This is confirmed by the numbers of Italian viticulture processed data Veronafiere / Vinitaly.

• 380.000 about Italian wineries
• 665.000 hectares of vines
• 40 million hl of wine,  production 2014 estimated by Assoenologi (- 17% compared to 2013)
• 73 DOCG, 332 DOC and 118 IGT
• 10-12 billion euro turnover wine (5,1 arising from exports)

Figures that make your head spin, and not for wine tasting, but for the great resource that this area account for the future of the Italian economy. The simplifications bureaucratic and agricultural policies for the support of viticulture are essential and priority. In this regard it is hoped that the Uniform Code on Wine, and the extraordinary plan that provides for the allocation of 48 million euro for the protection of Made in Italy, has fully implemented soon.

"Wine as a whole is an area that is worth over 10 billion Euros, of which more than 5,1 generated by exports. "Ettore Riello, President of Verona fairs.

And 'essential to invest in the development of strategies to guarantee the quality and innovation in agriculture, nell'enoturismo and in the right communication for the dissemination of the culture of wine, knowledge of the territories and persons involved. All this is to ensure that a bottle of wine know transmit, as well as pleasure, emotions, history and territory.

Also, a hint of excitement in most of the catering staff in the proposals of the lesser known productions, would do well to wine, and would save varietals that make Italian viticulture richness that distinguishes us in the world. I say this everywhere and I will continue to say, for the passion I have for viticulture and for the agricultural world.

Below are some pictures of my day at Vinitaly 2015. No credit and no commitment, only a Monday passed in the company of people with the same passion for wine. What I liked? Be’, sicuramente salutare produttori già conosciuti in questi ultimi anni durante le mie visite, and others know that I'm going to find directly in the vineyard. In addition to this, I had the pleasure of doing good taste thus expanding the sensory experiences that over time help to form the 'baggage' needed for those living this area.

What I did not like? Surely the hustle and bustle that knows just who has been repeatedly at Vinitaly, an exhibition by large numbers, that for me, never replace the passion for the little ones.




Live Wine 2015, however you put it, we always talk about agriculture and productions.

Are now so many events related to wine. For sure they are not the names that attract me, but the contents and the protagonists. If we are to invite close friends, these appointments are turned into occasions of meetings and greetings. And 'why despite the commitments of the last days, I cropped a few hours to visit Live Wine 2015, the international wine crafted in Milan, an event dedicated to the winegrowers who work the land in a conscious and sustainable.

We talk about agriculture and productions, always. We are slowly getting back to what it was and what we were. We were living through agriculture, but then we jumped in the cities emptying campaigns. How we miss the outdoor life that allowed us to holding in your hands something true? Much work, but at the end of the day a different fatigue. This is why I love talking with farmers, discuss with them allows me to study issues of interest to me.

Here I report some moments of this day.

Interesting chat with the winemaker Flavio Faliva of Cà del Vent, Cellatica near Brescia. We started talking about confronting the use of sulfur dioxide and so-called natural wines. Then, when the speech was cited agriculture 'biodynamic', I was tempted to smile. I have great respect for those who adopt practices that protect ecosystems, but how to define biodynamic is all a say. The pollution of many lands, as well as to that atmospheric, hardly allows consistency with the application of theories of Rudolf Steiner. Anyway, I admire anyone who is thinking of cultivation choices that allow to obtain products without chemical.

Flavio Faliva Winemaker Cà del Vént - Cellatica (BS)

Flavio Faliva Winemaker Cà del Vént – Cellatica (BS)

Spostandomi the stand next, I am dedicated to tasting Masque Perricone 2012 Gate of the Wind, Farm Marco Sferlazzo Camporeale, in the province of Palermo. By posting the picture on Instagram I was tempted to write: "Degusto wines recently proposed. Restaurateurs, Grand!"The response of one of them was immediate: “We dare! Too bad that many people do not understand and ask wines known or low cost"Francesco D'Oriano, The owner of the Osteria Biscaggina Livorno. I understand that it is not easy, but the task of restaurateur is also to guide the customer towards good choices and alternatives. I really appreciate those who do it with me. But back to the wine… Perricone, a rare and ancient grape variety in Sicily, characterized by clusters conical. A little known wine that comes in a windy valley in the province of Palermo that I appreciated for the character.

Maque Perricone 2012 Gate of the Wind - Camporeale (PA)

Maque Perricone 2012 Gate of the Wind – Camporeale (PA)

Basilicata, a region that I know little. Maybe that's why I stopped in front of the stand of Antono Cascarano farm Camerlengo Rapolla, in the province of Potenza. An architect who decided to forty years to start producing wine continuing the tradition of his grandfather Giovanni. I tasted 'Accamilla' 2013 Malvasia IGP, dedicated to Camilla, his Bull dog disappeared. I'm not very attracted to white wines, but some, including this, are really interesting.

Antonio Cascarano farm Camerlengo - Rapolla (PZ)

Antonio Cascarano farm Camerlengo – Rapolla (PZ)

A pleasure to meet Stefano Minds Farm John Minds Gambellara, in the province of Vicenza. My Venetian origin I have called him. Note screw caps and crown of its bottles in the image that shows him. Although many are unfavorable, exceptions for certain types of wine, are a viable alternative to the use of the cork and the inconveniences resulting. Also, as I wrote recently, are welcome in the Nordic countries for their comfort in take home unfinished wine at restaurant.

Stefano Minds

Stefano Minds

Meet the Island of Giglio? It is located in the province of Grosseto, in front of the Monte Argentario. It has beautiful beaches and a clear sea. There have been years ago, to be precise in Giglio Castello, between medieval walls and small wineries. I got to find those lands drinking Ansonaco Carfagna grape ansonaca in purity, dell’farm Artura. The advice is not to drink it cold, or better, to drink it at cellar temperature.

Vineyard Altura

Vineyard Altura

As I was leaving I saw the stand of Fulvio Bressan. Did not know him personally, I knew, however, the controversy that recently the concerned. I wanted to get an idea of ​​the character, rough in some ways, per me, after meeting him, absolutely harmless. We showed up and we shared experiences. Carry a passage that I share his philosophy: “No biological, although my personal rule I impose conditions of the vineyard and winery even more severe than those of the various 'certifications'. No biodynamic, because I know that, unfortunately, the rules can be ridden by fashion, and I know that nothing is easier than to impose rules and then break them, taking advantage, so, ingenuity of others."For now I will settle the impressions I had in knowing a fair, with a simple exchange of views. Obviously I also tasted his wine. When someone asked me what I thought, I replied that his wine is the wine of Bressan.

Fulvio Bressan Luca - Farra D'Isonzo (GO)

Fulvio Bressan Luca – Farra D'Isonzo (GO)

I just had to run away… the time available to me was over. But not before having made one last thing. I waited for a plate of Tajarin mushroom and tomato prepared by my dear Mauro Musso, a true artisan pasta using only high quality raw materials. I invite you to read by clicking WHO, some of his natural signs on Agriculture. Open your mind!

Mauro Musso

Mauro Musso and his Tajarin




An extract from plant natural that would replace the use of Sulfur. We talk about it?

I am convinced that reading the title of this article many of you will think the usual talk about the wines so-called natural, I would think it too. Write wine without added sulfur dioxide (SO2), whose antiseptic and antioxidant in a difficult season as this is considered to be decisive, certainly seem to more risky. I'm talking about a chemical additive used in many foods, when taken beyond permissible doses, has toxic effects on our health. A substance whose use requires attention, and that, consequently, imposes a continuous quest for a natural alternative. Joseph Sportelli of Amastuola, a farm of Taranto I recently visited, commented our discussion in this regard with a phrase that makes you think, because it is contained in the truth: “Cynthia, the secret is in the grapes”.

Within about.

A few weeks ago, during a lunch on the lake with a dear friend, my attention was caught by listening to a wine produced without the use of sulfur, or better, with the use of a stabilizer for the wine-making process based natural product from a farm free of chemical Quartino, and Svizzera. Few certain news, but in exchange for some useful contact deepen. From there began my research. I started contacting some friends manufacturers to see if they were aware. Except some isolated case, little information. I went with a few phone calls until you reach Alessandro Schiavi, oenologist and socio farm Mirabella Rodengo Saiano in Brescia. Within a few years this product is experimenting with a wine already on the market. Reached by telephone on the same evening I agreed to an appointment. Two days after, despite the bad weather, I went to see.

After explaining what had brought me to him, told me of his career oriented research practices, in the vineyard and in the cellar, environmentally and consumer. In company founded in 1979 where he is a member, uses energy from renewable sources (55 tons less carbon dioxide emitted annually). His experiments withEPYCA® di Biome, the product subject of my research, are made in collaboration with the University of Viticulture and Enology of Milan. The result is the production of "Elite"Extra brut, Franciacorta DOCG, the first Italian Classic Method without sulfites (lower 10 mg / liter, declaration limit) and allergens.

A rent the oral.

  • Alessandro, how did you hear about this product that you're experiencing?

I became aware of Biome by a relative of our partner Giuseppe Guitar, a product that over the years has changed several names, now called EPYCA®. I tend to stress that the only product is not sufficient to obtain a good wine or sparkling wine, but must be linked to particular winemaking techniques as important.

  • Explain to me what it is and how it acts?

It’ a set of polyphenols of vegetable origin extracted from grapes that interact with both the microbial metabolism of the wine in the various stages of processing, both with the components of exogenous oxidative (oxygen, peroxides, uv, etc..)

  • In addition to using it with Elite, Your classic method Franciacorta already on the market, you said that you started his experiments with other wines. I want to talk?

As I said above EPYCA® is one of the components of the project Franciacorta “Elite” Extra Brut. I'm using EPYCA® red in a beautiful company of Bergamo on vintage wines 2104 Cabernet Sauvignon and Merlot that I parallel is vinified in stainless steel tanks in wooden barrels 500 liters. The results are interesting despite the vintage 2014 was very complicated in terms of health and oxidizability of grapes and wine. The ideal would be to organize a tasting, because “the wines speak for themselves”.

  • There is much talk of natural wines. What are the major differences with your wines?

The wines that I'm experiencing are not well classified in the families of bio, Natural, etc.. (my wines are subject to far more narrow parameters of an organic wine). The goal is to get the products linked and easily identifiable with their territory and with the style of the company that produces them, very carefully to a respectful treatment of vineyards without “burdening” the land and the environment in which we live (the chemical additions from this point of view change these parameters). Vinifications aware and managed by people who know and observe carefully the surrounding environment (this is the most sensitive parameter: collaborate with the very precise and attentive to all the signs of nature). Wines that without the addition of allergens can be consumed by anyone, because healthy, typical and well-storable.

I take the word but the revision now to Maurizio De Simone, a winemaker who is devoting his life to historical research for the Protection of the Italian wine heritage unique climatic diversity and number of native vines. His dream is to produce wines intact and stable without the use of the use of sulfur dioxide. For some years, after meeting Biome, began to experience their natural adjuvants for controlling antiseptic and antioxidative food. A Swiss biotechnology company that in the early 2000 began studying molecules of plant origin up to put on the market a grape seed extract grape and vegetable proteins, that added to wine in place of sulfur dioxide, not only allowed to have wine microbiologically healthy, but also stable with respect to oxidation, and especially without the devastating interference organoleptic sulphites.

  • Maurizio, can you tell us your experience after this trial?

For a few years can be found on the market wines without added sulfites, but often tasting are highly oxidized, and sometimes with incipient microbial defects that invalidate the organoleptic characteristics. Given that small amounts of sulfur are produced by yeasts during fermentation, threshold 10 mg / lt of law guarantees the near certainty that below this limit to a wine was not added this gas. In recent years I have had the opportunity to follow winemaking at many private cellars in Italy, Switzerland, France, Portugal, California e Australia, as well as independent bodies such as the University of Bordeaux and the research institute for the Rosé de Provence. In all cases it was shown that the wines produced without the addition of sulfur were naturally more stable than the conventional parallel, with lower levels of volatile acidity, and in the red, shades of purple color tends to be more intense and stable over time.

All wines appear to be significantly different in the aspect organoleptic, because the sulfur dioxide is a Maurizio De Simonestrong characteristic peculiarities smell buds, and in the absence of it, the usual parameters of recognition are called into question. This speech regardless looking healthy, that in wine is substantially negligible compared to other foods where concentrations of sulfites are considerably higher. One that opens new and unpredictable scenarios is that a wine without added sulfur expresses different characters, many times due to the scents of grapes starting, and this could call into question all of the encoded so far from scientific bodies and organizations of taste, not to mention the aspects of communication and advertising that revolve around this fantastic world.

Currently many wineries follow my winemaking protocols that are to replace the use of sulfur dioxide with these adjuvants. The vast majority of them have a line dedicated to wines produced without added sulfites that are particularly appreciated in the markets of Northern Europe and the Anglo-Saxon. This technique allows you to have bottled wines that do not exceed the 10 mg / lt of Total Sulfur, limit beyond which is compulsory written on the label "contains sulfites". One aspect that surprised me is that this technique, applicable to the vast majority of types of wine, if it is linked to an ethical sensitivity of production,  favors the origin of wines healthier and less invasive health.

Maurizio De Simone – Pro.Vit.E. Company professionals viticultural and oenological – Montalcino (YES)

I take the word.

Ended our chat, after returning home, I started to undertake further research on Biome, chemical-free company located in Ticino born in 199 0. As always I need to speak directly with the people concerned. The Scientific Director Elio Bortoli together with the Chief Operating Officer Moreno Buzzini have answered my questions.

  • Biome, a biotech company that research, develops and manufactures of food additives to allow the total replacement of chemical preservatives added; in the case of wine of sulfur,  and in the case of cold cuts of nitrites and nitrates. What are the results so far obtained?

It’ Importantly Biome is integrated in the normal processes of food processing without disturbing the normal stages of traditional production: there is no need to revise and revolutionize the production with the help of major investments in new machinery and / or distorting its production processes.
In 1992 we vinified the first time with version 1.0 current EPYCA®, and further, the road to this day has been full of great achievements. Today we are able to offer to those who intend to make wine without the use of added sulfites EPYCA®, a product line for red wines, white and rosé, bubbles and sweet, with the possibility of halting the malolactic fermentation.

  • I came to you looking for a product extracted from plant matrices quite natural that would replace the use of sulphites in wine with the same results: EPYCA®. What is it exactly?

EPYCA®  is the result of a long research work which was crowned by a study funded by the European Community through the project SULPHREE (sulphite-free organic additives to be used in wine-making-process).  E 'consists of sottomolecole of tannins extracted from grape seeds prepared in different formulations to be used at different stages of vinification and the type of wine.

  • The results that you got with the project SULPHREE have been verified by a body search?

The project SULPHREE, implemented by a consortium in which there were biome function of R&D with the support of other research centers, in particular the University of Portsmouth through its scientific director of the department of Food Professor Ferranti and his assistants, along with wineries EU, scored more than positive results. All applications / vinifications made have always been followed directly by researchers and winemakers through analysis that confirmed firstly the absence of added sulfites, but also highlighting the organoleptic characteristics positively evolved.

  • Let's talk about costs. How much does the use of your product compared to Sulphur?

We are comparing an extremely valuable and said for years that essentially however is a "waste of industrial production", and therefore with low costs of, with a completely innovative, young and technologically advanced, which requires an investment by producers of wine. It 'important to note, however, that all the producers who have used EPYCA®, still managed to reposition the product to market with new labels, and of course with the higher prices that absolutely justify the final product quality wine. Repositioning, especially as regards the costs, allows you to fully repay the use of EPYCA® with multiples from 3 a 5 times than investing. There is also for the winemakers the opportunity to enter the market with a new product, quality, healthy and that can meet the growing market of people intolerant to sulfites.

I conclude.

I published this article in hopes of spreading a message that can serve as a stimulus to people like me, loves everything leads back to nature and the environment. As I often say, my attempts are comparable to the stone-throwing water: circles that form around depend on the interest of people towards these issues. The question that I sometimes feel put and that makes me smile is why I do all this. The answer is simple: because I believe.

 

Acknowledgements:
George Arriola's Restaurant Ai Frati, Fleece Marone (BS) - Elio Ghisalberti, wine journalist – Marco Derelli of Salumeria Derelli (BS) - Roberto Rigoni, Motto Cantina della Torre, Castione Switzerland - Alessandro Schiavi dell'Az. Agricola Mirabella, Rodengo Saiano (BS) – Maurizio De Simone, oenologistElio Bortoli and Moreno Buzzini of Biome Chemical Free Products, Quartino Switzerland – Joseph Sportelli dell'Az. Agricola Amastuola, Massafra (OF)

 

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