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Crotone, “il Granaio di Calabria”

In testata il Castello Normanno di Santa Severina a Crotone

Crotone, uno tra i più importanti siti della Magna Grecia chiamato così per la coltivazione tipica di grano con cui è prodotto il pane di Cutro, prodotto De.Co.

Ho conosciuto queste terre sotto un cielo “murfuruso” che in dialetto calabrese significa coperto; lo è stato solo per poco, perché il sole ha brillato splendido nel cielo per quasi tutto il tempo che ho trascorso li. Questo termine dialettale è stato usato dalla scrittrice e consulente di critica d’arte, Anna Russano Cotrone, una donna appassionata che, nel tempo passato insieme, mi ha narrato la storia e le tradizioni di questo paese, perché per parlare dei territori che si visitano, è necessario viverli con la sua gente.

Autrice del libro “Alto Crotenese Calabria – I monumenti, gli oggetti d’arte, la storia, la gente” edito da Gangemi editore, mi ha fatto l’onore di accompagnarmi e farmi da specialissima guida durante un pomeriggio nei giorni di visita in Calabria. 

Con Anna Russo Cutrone, autrice del libro “Alto Crotenese Calabria

Con Anna Russo Cutrone, autrice del libro “Alto Crotenese Calabria

1′ Giorno

La prima tappa del mio tour in terra Crotonese è stata la visita al Castello Normanno di Santa Severina nella valle del Neto. Un borgo medievale che, grazie alla sua altitudine permette di godere di splendide viste. Una struttura militare dalle origini bizantine cinta da mura merlate, oggi sede di un museo contenente reperti archeologici. 

Santa Severina - Crotone

Santa Severina – Crotone

Castello Normanno di Santa Severina - esterni

Castello Normanno di Santa Severina – esterni

La mia visita è continuata al Castello di Caccuri, un tempo vasto territorio feudale. Siamo giunti li dopo aver percorso strette viuzze caratteristiche dei borghi antichi. Una volta giunta a destinazione sono salita sino all’ultimo gradino per godere appieno del panorama dalla torre.

Castello di Caccuri - Crotone

Castello di Caccuri – Crotone

Un paesaggio lunare reso tale dalla pietra levigata nel corso dei secoli dal vento, che ha trasformato le sue pareti, creando delle grotte eoliche.

Grotta dei Sileni - Serra Grande

Grotta dei Sileni – Serra Grande

Era ora di pranzo. Navigatore puntato verso la Grotta dei Sileni, nella Serra Grande. I Sileni erano antiche divinità goderecce che si divertivano ad inseguire le ninfe nelle grotte. Un luogo di pace e di silenzi, un luogo per meditare e riposarsi. In una di queste abbiamo pranzato con tipicità del luogo; una grotta singolare nei particolari, come per gli spazi ricavati nelle pareti per conservare al fresco le bottiglie di vino.

Grotta dei Sileni, nella Serra Grande

Grotta dei Sileni, nella Serra Grande

Interni della Grotta dei Sileni - Serra Grande

Interni della Grotta dei Sileni – Serra Grande

Scendendo dalla Serra Grande in un’osteria di Cuccari ho incontrato un simpatico gruppo di giocatori di scopa. Ricordo quando mio nonno Giuseppe passava così gli interi pomeriggi. Conservo ancora gelosamente le sue carte da gioco napoletane che ai tempi mi aveva regalato.

Momenti di vita a Santa Severina

Momenti di vita a Santa Severina

2′ Giorno

La prima tappa del secondo giorno del mio tour nell’entroterra Crotonese è stata nel Parco e Museo archeologico di Capo Colonna. Qui sorgeva l’antico tempio di Hera Lacinia, uno tra i più grandi dell’antichità. Quella che vedete qui di seguito è l’ultima delle 48 colonne che in origine lo componevano. Ho passeggiato a lungo in questa riserva naturale, godendo delle splendide viste sul mare.

Riserva del Parco e Museo archeologico di Capo Colonna

Riserva del Parco e Museo archeologico di Capo Colonna

Museo archeologico di Capo Colonna - resti

Museo archeologico di Capo Colonna – resti

Museo archeologico di Capo Colonna

Museo archeologico di Capo Colonna

A seguire ci siamo messi in direzione di Le Castella, la nota località balneare in cui è stato girato nel 1965 il film “L’armata Brancaleone“. La vera bellezza del luogo però, è il suo Castello di origine aragonese recentemente ristrutturato. E’ collegato alla terra ferma da una stretta striscia di terra, ed attualmente è sede di eventi e rappresentazioni teatrali. 

Le Castella

Le Castella, nota località balneare

Le Castella - Rocca

Le Castella – Rocca

In questi pochi giorni ho incominciato a conoscere la Calabria, terra di grande storia, terra da scoprire e da rivalutare. Un ringraziamento speciale al caro Martin, la mia guida di Gal Kroton, e a Piero Romano della Fattoria San Sebastiano.




L’importanza di promuovere la terra e le sue risorse, anche perché, se vi guardate attorno, ci rimane solo quella!

Ora bacchetto! Calmi, sto scherzando! 😉 Lungi da me usare qualsiasi tipo di bacchetta verso qualcuno! E’ anche vero però, che davanti a certe situazioni, non riesco proprio a non dire la mia! Non è una questione di puntiglio, è che sarebbe ora che tutti imparassimo a fare sul serio nel promuovere la terra e le sue risorse, anche perché, se vi guardate attorno, ci rimane solo quella!

Ognuno di noi, a modo suo, può fare qualcosa per la nostra economia, per promuovere i nostri prodotti, per far conoscere le ricchezze e le bellezze del nostro territorio. Il consumatore può molto, iniziando a scegliere dove e come fare la spesa, facendo attenzione alla stagionalità, all’etichetta, e alla provenienza. So bene che è un periodo di crisi, ma acquistare meno, e più di qualità, fa bene a noi e alla nostra Italia.

La ruota che faceva girare il nostro sistema economico, ormai, si sta fermando! In questo momento, sono di fondamentale importanza le sinergie, il fare bene insieme! Se qualcuno crede, che correndo da solo le cose possano andargli bene a lungo, si illude! Chi corre da solo, prima o poi, solo rimane!

Fatta questa premessa, vi farò cenno di alcuni episodi che mi hanno fatto storcere il naso durante i miei giorni passati a Crotone. Sono situazioni in cui ci si imbatte sovente in Italia; siamo un paese ricco di risorse che all’estero ci invidiano, ma purtroppo non abbiamo ancora imparato a valorizzarle come meritano.

  • 1′ Caso – Amo le colazioni, è il mio pasto preferito. A Crotone, terra di grandi produzioni, in un albergo tre stelle in cui ho soggiornato, la prima mattina pronta per godere di quanto ‘credevo’ mi aspettasse, mi sono trovata davanti a prodotti confezionati veramente tristi. Quasi nulla del territorio, e nessuna traccia di frutta fresca; per me che l’adoro è un vero affronto. Offrendo più frutta, sia negli alberghi che nei ristoranti, si potrebbe fare molto per gli agricoltori!
  • 2′ Caso – Durante un pomeriggio, tra una visita e l’altra, mi sono fermata per bere qualcosa. Ebbene, visto che ero un po’ indecisa, ho chiesto qualche consiglio alla persona che era venuta a prendere l’ordine (anche per sentire cosa mi avrebbe offerto). La risposta è stata: “Vuole uno spritz?” Ma anche no ho risposto! Dovete sapere che li c’è una bevanda analcolica tipica calabrese al caffè fatta con acqua sorgiva del Monte Covello, situato nel territorio di Girifalco in provincia di Catanzaro. E’ perfetta per ogni ora, dissetante, e dal gusto davvero gradevole. E’ la “brasilena”. Perché non proporre quella! Ovviamente gliel’ho sottolineato, e l’ho ordinata.
  • 3′ caso – Amo molto il gelato, se poi abbinato alla frutta è un vero e proprio pasto. Ebbene, non potevo credere ai miei occhi quando un giorno ordinandone uno simile, mi è arrivata una coppa con le pesche sciroppate! Pesche sciroppate in Agosto?! Noo! Non aggiungo altro…
  • 4′ caso – Calabria, terra di grandi olii. “Ma li vogliamo mettere sui tavoli!” Ho dovuto dirlo proprio con le stesse parole all’addetta alla sala che si occupava del servizio. Oltretutto sarebbe doveroso non riempire con altri oli bottiglie con note etichette, anche perché, guardando lo stato della bottiglia, è facile capire se la cosa avviene. Qui entrerebbe in causa il famoso tappo anti-rabbocco, ahimè bocciato. L’unica è affidarsi alla serietà del ristoratore.

Un’altra cosa che mi piacerebbe vedermi proporre al ristorante, è una piccola bottiglia d’olio d’oliva del territorio, che “userei durante il pasto, pagherei nel conto a prezzo promozionale, e che mi porterei a casa.” Stessa cosa mi piacerebbe vedere applicata per il vino che non si finisce di consumare, viste le giuste limitazioni del Codice della strada.

In aggiunta, vorrei vedere sui tavoli, come già avviene per i vini, delle “carte degli olii d’oliva del territorio” con pillole informative che presentino brevemente le caratteristiche delle varietà. Qui faccio una nota di merito al Gruppo di Azione Locale di Crotone, il Gal Kroton, che fra pochi giorni presenterà la carta degli olii di oliva aderenti al loro sistema alimentare locale.

Detto questo, ricordando che in Italia abbiamo oltre 530 cultivar di olive, molto si sta facendo, ma molto si può ancora con l’impegno di tutti, con l’aiuto delle amministrazioni, e con la giusta comunicazione del territorio.

Lancio qui il mio sfogo, ma non crediate, lo faccio dovunque me ne venga data l’occasione. Come durante la 1’ edizione della “Fiera delle Eccellenze Strongolesi” organizzata dall’operosa Pro Loco,  alla quale è seguito un dibattito coordinato dal giornalista Giuseppe Pipita de “Il Crotonese”.

Invitata al tavolo, dopo i saluti inviati tramite un messaggio da Giuseppe Scopelliti Presidente della Regione Calabria, e alla presenza di – Vincenzo Pepparelli Presidente della Camera di Commercio di Crotone, Natale Carvelli Presidente di Gal Kroton, Michele Laurenzano Sindaco di Strongoli, Simona Mancuso Assessore comunale alle attività produttive e Francesco Fiorita capogruppo di minoranza del Consiglio Comunale di Strongoli – ho detto la mia, come blogger comunicatrice del territorio e dei suoi produttori, su quanto si potrebbe fare cominciando da queste piccole cose che ho evidenziato poc’anzi. Per quanto riguarda l’aiuto ai produttori, lo snellimento della parte burocratica a cui sono pesantemente sottoposti, e l’aiuto nel sostenerli nelle spese per la partecipazione a fiere ed eventi promozionali, sarebbe cosa gradita.

Siamo un paese ricco di risorse che all’estero ci invidiano, quindi forza, sta a tutti noi valorizzarle!




La mia prima volta in Calabria per il Food Blogger Day 2013

Ebbene si, questa è stata la mia prima volta in terra di Calabria.  Posso solo dirvi che ho scoperto una terra che  ha bisogno di essere raccontata e rivalutata, una terra dalle molte tipicità, una terra ricca di arte e di storia, una terra da difendere…

E’ stata la mia prima volta, ma statene certi, non sarà sicuramente l’ultima. Le emozioni che ho vissuto hanno fatto si che ‘u cori mi faci cavagli… (un modo di dire calabrese che tradotto significa che il mio cuore scalpitava come tanti cavalli a briglie sciolte).

Da tempo Piero Romano, produttore di olio d’oliva a Strongoli in provincia di Crotone, mi sollecitava perché andassi a trovarlo. Le distanze ahimè sovente non aiutano, ma quando i rapporti d’amicizia e di stima perdurano, statene certi, che prima o poi l’occasione si presenta. E così è stato…

In effetti quando ha saputo che mi trovavo a Taranto per un periodo di vacanza, la prima cosa che mi ha detto è stata: “Cinzia, non puoi non venire al Blogger Day del 11 Agosto organizzato da me e da Gal Kroton!”

Questa volta avevo le spalle al muro, l’unica mia risposta è stato un SI!

Ho voluto trattenermi in Calabria qualche giorno in più, perché per parlare e scrivere dei territori che si visitano è necessario viverli con la sua gente… Oggi inizierò a raccontarvi la mia prima giornata.

Food Blogger Day 2013

E’ stato un giorno intenso, pieno di gusto, di conoscenza, di viste mozzafiato e di strette di mano. Un giorno dedicato al territorio e alle produzioni nell’area di Crotone. Un tour organizzato a cura di Gal Kroton, gruppo di azione locale, e da Piero Romano della Fattoria S. Sebastiano di Strongoli.

Abbiamo iniziato la giornata facendo colazione nella Fattoria San Sebastiano. Tante le cose buone da assaggiare: le torte della brava Maria La Cava, le marmellate, la frutta fresca di produzione locale, e tanto altro ancora.

Adoro le colazioni, sono il mio pasto preferito! In particolare sono stata rapita dalla “pitta n’chiusa”, un dolce tipico calabrese chiamato così per il cerchio di pasta contenente il ripieno, ben chiuso. Pita, dal greco schiacciata, un dolce a base di uva passa, mandorle e miele… una vera delizia!

Era il turno di Giovanni Lucanto, dell’Apicoltura Diego Lucanto di Mesoraca.  Passo per passo ci ha spiegato la lavorazione del miele. Affascinati dalla vista di questo intramontabile prodotto delle molte virtù, lo abbiamo attentamente ascoltato, e poi… abbiamo assaggiato!
Questa piccola azienda a conduzione familiare, oltre a produrre, conservare e distribuire i propri prodotti, organizza incontri di degustazione e percorsi di conoscenza della lavorazione del miele.

Dopo la colazione, una visita al Museo Contadino situato nella Fattoria San Sebastiano, ci ha permesso di andare indietro nel tempo per rivivere i metodi di produzione dell’olio d’oliva dei tempi passati.

La tappa successiva è stata la visita al mulino a pietra di Casabona, il “Granaio dei Borboni”.  Qui si produce la farina di grano duro Senatore Cappelli, che, macinata a pietra, conserva le caratteristiche nutrizionali e naturali.

Poco distante un allevamento del caratteristico “suino nero di Calabria”, una razza tipica calabrese.

Giunta l’ora del pranzo ci siamo diretti verso la Torre Aragonese di Melissa, sede del Gal Kroton. Ci attendevano molti assaggi tipici della zona tra cui il caciocavallo podolico, la pancetta di maialino nero, la soppressata, la ‘nduja, la sardella, il pecorino di Strongoli tra l’altro riconosciuto per l’alta qualità da numerosi premi, e molto ancora…

Durante il pranzo ci hanno accompagnato un buon vino rosso IGT della Cantina Val di Neto, e la birra artigianale del Birrificio Blandino, entrambe produzioni locali.

Devo un ringraziamento particolare all’amico Piero Romano, una persona speciale che mi ha accolto come pochi hanno saputo fare insieme al caro Martin, di Gal Kroton. Nella sua Fattoria San Sebastiano di Strongoli, produce un olio extravergine di oliva biologico ottenuto per la maggiore da piante secolari, e in parte da ulivi più giovani. Le cultivar sono: Tonda di Strongoli, Carolea, Nocellara del Belice, Nocellara Etnea, Biancolilla, Leccino, Frantoio e Coratina.
Nella foto qui in basso, indosso il mio primo grembiule personalizzato con nome e cognome che Piero ha regalato a ciascuno di noi. In posa e… click! 🙂

Nella Torre Melissa, in un contesto storico fortilizio risalente al XVI secolo, circondati da viste mozzafiato sotto un sole splendido, abbiamo trascorso il pomeriggio approfondendo la conoscenza di quanto visto direttamente con i produttori. E’ stato un momento di vera aggregazione, di amicizia, di scambi di opinioni e di contatti. Ma non solo, abbiamo ammirato anche la bellissima collezione di sculture di conchiglie raccolte nel corso di quarant’anni di vita ad opera di Antonio Rosati.

Oltre alle tante foto di rito, abbiamo raccontato ripresi dalla televisione locale la nostra esperienza sulla giornata vissuta. Ovviamente ho detto la mia su quanto, incominciando dalla ristorazione, si potrebbe fare per promuovere le produzioni tipiche locali.

Ad esempio basterebbe proporre un formato mini di olio d’oliva incluso nel conto da mettere sul tavolo, e che, una volta degustato viene poi portato a casa. Stessa cosa vale per il vino; chi deve guidare è limitato dal consumo, quindi proporrei un assaggio e la possibilità di portarsi via la bottiglia. Oppure, suggerire un cestino di frutta fresca del territorio a fine pasto o nelle colazioni degli alberghi, che in aggiunta o in alternativa al classico dolce, sarebbe cosa buona e utile e nel contempo aiuterebbe gli agricoltori. Ci sarebbe da scriverne e parlarne a lungo…

Ho concluso la mia serata ammirando il Gruppo Folkloristico San Sosti e le sue danze tipiche calabresi dedicate agli emigrati che per le vacanze ritornano nella propria terra.

 

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