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Un esempio di imprenditoria giovanile. Ivan, Andrea, Matteo e Paolo: i Mastri Speziali.

Lo Zafferano in Brianza.

“L’agricoltura come ‘natura naturata’ ossia la natura che diventa oggetto, prende forma, grazie all’azione della natura stessa, l’uomo.”  Ivan Lalli

Ivan, Andrea, Matteo e Paolo, classe tra il 1986 e il 1991, rispettivamente di Parma, Messina, Milano e Roma. Quattro giovani che si sono conosciuti durante gli studi universitari, ora Mastri Speziali. Cosa fanno? Dal 2011 producono zafferano e derivati a Usmate Velate, nella campagna della Brianza. Una spezia conosciuta fin dall’antichità per le proprietà terapeutiche antiossidanti, antivirali e antibatteriche.

Sono andata a trovarli un po’ di tempo fa, ‘sul campo’, per conoscerli parlando con loro a tu per tu, come piace a me. Amo confrontarmi con i giovani che investono le loro energie in agricoltura. Sono formati dalle università ma hanno bisogno di supporto dalle istituzioni e da chi fa comunicazione. Molto si sta facendo ma molto serve ancora. Per questo, attraverso le loro parole, ora ve li farò conoscere.

Mastri Speziali

  • Tutto è nato dal vostro incontro durante il percorso universitario, ma anche dall’esperienza fatta da Ivan durante un viaggio nel Kashmir in India. Ivan tocca a te. Me ne parli’?

Innanzitutto devo sottolineare l’importanza del periodo universitario. Ho avuto la fortuna di incontrare una compagnia di ragazzi veramente appassionati al mondo agricolo e dell’agroalimentare che ci coinvolsero con un associazione, www.associazionecerere.it, nata apposta per vivere a fondo questa passione. Questo ha permesso che imparassimo a conoscere differenti realtà, esperienze e uomini che con il loro lavoro vivevano qualcosa di magico. Da qui nasce il nostro desiderio di poter fare un’esperienza simile e la baldanza nel lanciarci nella sfida delle spezie e dello zafferano.

Il viaggio in India è stato una conferma di tutto ciò. In parte perché mi ha fatto scoprire quanto siamo fortunati in Italia per come siamo educati a guardare una cosa semplice come il cibo e il lavoro, e ha rivestirli di un grandissimo valore; in parte perché trasferendomi proprio nella regione del Kashmir ho potuto vedere come l’uomo di fronte alla bellezza è più uomo: le zone dove si coltivava Zafferano erano infatti più “civili”, pur nel dramma del dominio dell’integralismo islamico (una notte hanno assassinato il barista da cui la sera prima avevo consumato alcolici).

  • Mi raccontate meglio come avete iniziato, ma soprattutto, quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato?

Abbiamo iniziato al matrimonio di Andrea, quando attorno ad un tavolo io Matteo e Paolo ci siamo lasciati dandoci appuntamento alla settimana seguente per il primo di una lunga serie di incontri settimanali. Le difficoltà sono state soprattutto all’inizio. La ricerca di un terreno in affitto sembrava trasformarsi in un’odissea: bussammo a decine di cascine e aziende trovando solo porte chiuse.

Un altro momento difficile fu la costituzione della società: definire uno statuto che regolamentasse i rapporti tra quattro persone e di queste con lo stato non è stato semplice. Fortunatamente ci hanno presentato un bravo commercialista che aspira alla santità che ci sta aiutando tanto. L’ultimo episodio che racconto è la scelta delle confezioni e la loro grafica. L’essere in 4 poteva essere una difficoltà: 4 gusti differenti, 4 teste che vorrebbero mettere qualcosa di proprio nella creatura… Siamo riusciti a vedere tutto ciò come risorsa e a fare un ottimo prodotto.

MASTRI SPEZIALI

  • Ascoltandovi ho apprezzato i metodi di produzione agricola che avete adottano nel rispetto dell’ambiente. In particolare mi hanno interessato le tecniche di controllo dei fertilizzanti. Lascio a voi continuare…

Noi vorremmo adottare un approccio responsabile e razionale all’agricoltura. Quindi andiamo al di là delle mode nel coltivare la terra. Per esempio nella concimazione del campo per ora stiamo usando letame che è meno invasivo se vogliamo, in parallelo stiamo facendo dei test per cercare di definire al meglio gli elementi che lo Zafferano consuma per somministrarglieli in forma granulare che è più precisa. Infatti il letame ha dei grossi limiti: è molto disomogeneo nei contenuti e potrebbe o impoverire il terreno o rovinarlo liberando elementi in eccesso.

  • Da dove provengono i vostri bulbi, e come è avvenuta la scelta?

I nostri bulbi vengono un po’ dall’Italia un po’ dall’estero. Abbiamo e stiamo cercando la qualità. Non si può generalizzare. Ogni produttore lavora a suo modo. Noi abbiamo cercato un produttore italiano ma siamo rimasti delusi, con quello estero ci siamo trovati meglio.

Zafferano

  • Lo Zafferano in Brianza, diciamo una coltura non proprio legata al territorio. Scelta coraggiosa o consapevole?

In primis una scelta di cuore: la Brianza nasconde angoli che fanno proprio innamorare. Da qui con coraggio e consapevolezza dei rischi e delle fatiche, ci siamo lanciati in un mondo nuovo.

  • Ivan, torniamo a noi. Sei laureato in biologia tecnologica. Ti citerò le parole del filosofo olandese Baruch Spinoza (1632-1677): “La Natura non può essere considerata una cosa statica: al suo interno si esplica un’attività. (…) L’azione della Natura non può svolgersi che su se stessa, provocando però uno sdoppiamento fra soggetto (Natura naturans) e oggetto (Natura naturata). All’interno di questo processo dinamico della Natura emerge con chiarezza il problema del rapporto fra libertà e necessità.” Ti chiedo di approfondirmi una questione che abbiamo iniziato a discutere insieme durante la mia visita, mi riferisco agli OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Un termine ormai demonizzato dai media. Come stanno realmente le cose per te?

Io considero l’agricoltura come “natura naturata” ossia la natura che diventa oggetto, prende forma, grazie all’azione della natura stessa, l’uomo. Non riesco ad abbracciare le mode, a vedere l’uomo come il cattivo della situazione. Io vedo che la natura ha leggi che non sono comprensibili in toto all’uomo. Nel corso della storia l’uomo ha cercato di addomesticarla.

In un rapporto continuo che non smette mai di crescere, demonizzare la ricerca, bloccare lo scambio di battute tra l’uomo e la natura non porta a niente di buono. L’uomo non è fatto per essere uno struzzo. Deve sempre cercare delle colonne da varcare.

Mastri Speziali
Produttori di Zafferano e derivati
www.mastrispeziali.com
mastrispeziali@gmail.com




L’Ayurveda, l’antica medicina naturale da riscoprire

 

Risponde il Dott. Marco Bartoli, medico chirurgo specializzato in omeopatia, docente di medicina tradizionale cinese ed ayurvedica.

Ho conosciuto Marco ascoltandolo in una conferenza che ha tenuto a Milano sul tema della medicina ayurvedica, la medicina tradizionale indiana.

E’ risaputo da chi mi conosce che non amo i farmaci, li uso solo quando è strettamente necessario. In Italia purtroppo a causa di una spinta mediatica deviante, se ne abusa. Le code che vedo sovente in farmacia le vorrei vedere nei campi, dove erbe medicinali dai rimedi antichi possono molto. Ovviamente a ciascuno il suo mestiere, non tutti hanno la conoscenza di questo settore. Diventiamo meno pigri, e avviciniamoci ai sistemi naturali anche solo entrando più in erboristeria.

Per certo, con la vita frenetica che conduciamo è più semplice inghiottire una pillola che ponga rimedio ai nostri mali, senza però renderci conto che, con l’andar del tempo, finiremo per intossicarci. Uno stile di vita e un’alimentazione corretta possono molto più di tante medicine…

  • Ciao Marco, durante la tua conferenza hai citato il motto dell’ayurveda: “La conoscenza è strutturata nella coscienza.”  Vuoi approfondire questo concetto spiegandolo a chi ancora non conosce questa forma antica di medicina?

Ciao Cinzia, l’ayurveda fece la sua comparsa nel mondo quando alcuni grandi saggi si riunirono e dissero: “La salute è il supremo fondamento della virtù, della prosperità, del piacere e della salvezza, mentre le malattie rovinano la salute, il bello della vita e la vita stessa.

Da allora alcuni particolari esseri umani hanno avuto il compito di preservare e trasmettere questa saggezza. Gli straordinari saggi dell’Ayurveda avevano raggiunto un tale livello di coscienza di sé,  da entrare in comunione con le forze che governano l’universo. Ecco spiegata la frase che ho pronunciato nella conferenza. “La conoscenza è strutturata nella coscienza“.

Anno dopo anno esperimenti scientifici sempre più rigorosi non fanno altro che confermare l’esattezza dei principi curativi stabiliti da alcuni mistici millenni e millenni orsono.

  • E’ importante evitare l’inquinamento dell’organismo in tutte le sue forme. Ma com’è possibile farlo per chi vive in città?

Evitare l’inquinamento delle nostre città non è possibile. Sul lungo periodo si potrebbe pensare di progettare le città con criteri più ecologici ed ecosostenibili, ma cosa fare nell’immediato per chi vive immerso tra fumi, rumori, veleni, smog e inquinamento alimentare ed elettromagnetico?

E’ essenziale capire l’importanza di depurare profondamente l’organismo. Con i farmaci chimici non possiamo depurare nulla, anzi… aggiungiamo solo un ulteriore forma di tossicità. I farmaci a volte sono efficaci, addirittura salvavita; spesso però assistiamo a forme di abuso.

Ecco l’esigenza di ricorrere alle medicine denominate olistiche o naturali. Con queste terapie possiamo eliminare molti fattori pericolosamente tossici, che sono il fondamento delle malattie e che letteralmente ci rubano anni o decenni di vita. Tra queste terapie annoveriamo la medicina ayurvedica, la fitoterapia, la medicina tradizionale cinese, la medicina omeopatica. Io come medico pratico a tempo pieno da più di venti anni queste discipline, e posso assicurarvi che sono efficaci, affidabili e prive di effetti collaterali. Naturalmente devono essere esercitate da un medico esperto e competente. Negli anni il numero dei pazienti che si curano con queste medicine in Italia è arrivato a superare di gran lunga i dieci milioni di unità. Nel frattempo si sono moltiplicati studi scientifici seri e rigorosi, che provano l’efficacia di queste terapie.

Personalmente, quando faccio lezione ai medici, presento molti miei casi clinici risolti che in precedenza non avevano ottenuto benefici con i comuni presidi farmacologici. Sono quei casi difficili che noi medici chiamiamo “Non responder.”  Presento analisi cliniche, prima e dopo la cura, e testimonianze scritte dei pazienti che confermano l’efficacia dei trattamenti.

  • Ora cito una parola che potrei chiamare anche parolaccia: OGM. Lascio continuare a te…

Guarda la mia è un’opinione strettamente personale su un tema che è già molto dibattuto. Molti scienziati si schierano a favore, altri sono contro. Personalmente penso che gli O.G.M. siano veramente pericolosi, ed ho paura di ciò che sta accadendo! Non conosciamo davvero nulla delle conseguenze che tali manipolazioni genetiche, che poi diventano il nostro cibo di tutti i giorni, possano avere a breve-medio-lungo periodo sulle nostre strutture cellulari.

Mi sembra un delirio alla Frankstein, inserire D.N.A di scorpione in una mela… mi sembra un voler violentare la natura con la scusa di voler migliorare la qualità del cibo. Puntiamo piuttosto su un cibo veramente biologico se davvero vogliamo fare un discorso di qualità! Non facciamoci ingannare!  Mi domando questo… ed è un dubbio atroce: il vero motivo che spinge certa pseudo-scienza può essere l’interesse di multinazionali ad espandere vendite ed affari? Non so…

Io onestamente sono per il cibo tradizionale, genuino, come natura crea da millenni. Anche perché, Darwin lo insegna, e molti altri dopo lui lo ribadiscono… La natura fa le sue prove per migliorare in ogni generazione la sua progenie. Ci sono meccanismi biologici-chimici-genetici perfetti e prodigiosi che spingono ogni specie vegetale ad adattarsi a climi mutati, terreni diversi, ecosistemi in perenne divenire.

Come avrebbero potuto sopravvivere per millenni i nostri alberi di pere, mele o qualsivoglia frutto se non ci fosse un’intelligenza sacra e mirabile che in ogni istante è all’opera? Nella bibbia c’è scritto: “piante, fiori, frutti siano il vostro cibo e la vostra medicina…” un concetto semplice, chiaro e inattaccabile!

  • Il medico cura anche ascoltando il paziente. Ma quanti lo fanno?

Saper ascoltare il paziente è fondamentale. Saper poi valorizzare ciò che dice ai fini di una terapia veramente personalizzata è ancora più importante. Faccio un esempio: cento casi di bambini colpiti dallo stesso batterio (per es. streptococco) per noi medici olistici significa spesso prescrivere cento ricette diverse l’una dall’altra!

Ognuna delle terapie naturali che ho citato prima analizza con diverse teorie costituzionali il “terreno energetico di base” del paziente. Ciò orienta il medico nella scelta tra migliaia di diversi rimedi naturali siano essi vegetali, minerali o sostanze di tipo animale. Spesso ai fini della diagnosi differenziale il medico di medicina naturale considera i tratti caratteriali e psicologici.

Se devo scegliere tra duecento piante che curano l’osteoporosi devo sapere che non tutte sono adatte al tipo collerico. E’ qualcosa di importante che devo considerare. Se sto tentando di curare due casi di steatosi epatica, non farò la stessa prescrizione nel caso di un paziente freddoloso e magro rispetto ad uno caloroso e grasso.

Quindi devo visitare, guardare, interrogare, ascoltare… e tirare le somme di tutto per una terapia specifica… solo per quella persona! E devo considerare persino la stagione in cui la terapia è somministrata… perché vi sono energie diverse che s’interfacciano.

  • Parliamo di alimentazione. Puoi darci qualche consiglio semplici e attuabile per migliorare la nostra vita?

Il consiglio migliore a livello alimentare sarebbe quello di seguire integralmente i dettami della medicina ayurvedica. Ciò significa alimentarsi in base al proprio Dosha. Per Dosha intendiamo lo squilibrio energetico di base che determina la nostra appartenenza a una delle tre costituzioni di base (Vata-Pitta-Kapha). Semplificando molto potremmo dire che esistono individui nei quali esiste un eccesso dell’energia fuoco, in altri prevale acqua o terra o aria etc.

Nella mia alimentazione devo tenere conto di questo ed invece nella medicina ufficiale ciò è completamente ignorato. Ci si basa su calorie, giusto assemblaggio di protidi-glicidi-lipidi-fibre e sali minerali… e tutto finisce lì. Invece c’è molto altro! La medicina ayurveda per millenni ha studiato le caratteristiche energetiche del cibo. Esistono cioè cibi di natura fuoco altri di natura prevalente acqua o terra… ed altri misti. Il cibo diventa una vera terapia laddove riesce a riequilibrare un eccesso energetico che alla lunga genera accumulo di tossine, e successivamente patologia. Abbiamo utilizzato concetti simili a questi provenienti dalla medicina cinese e abbiamo ottenuto ottimi risultati nel campo dietologico.

Gli studi dell’Istituto Paracelso di Roma, di cui faccio parte, sono esemplari e pionieristici in tal senso. I risultati sbalorditivi dal punto di vista scientifico sono stati oggetto di numerosi congressi medici nazionali ed internazionali come quello di Strasburgo nel 2009. Anzi approfitto della tua intervista (e ti ringrazio Cinzia per l’opportunità) per dare la mia mail a tutti coloro (colleghi medici in primis) fossero interessati a studiare l’alimentazione sotto un profilo completamente nuovo o condividere esperienze e studi inerenti alle terapie olistiche: posso su questo tema fornire molti materiali scientifici interessanti, in anteprima europea.

dott.bartolimarco@gmail.com

 

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