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Il Pane quotidiano consigliato da Simona Lauri

The bread, alimento buono ed essenziale che sa di casa e di tradizione, un’ottima fonte di amido e di proteine. Non per niente si suol dire: “Buono come il pane.” Nonostante sia un prodotto che ha accompagnato l’uomo nella storia da millenni, negli ultimi anni sembra essere stato rivalutato. Si è tornato a consumare pane artigianale di qualità prodotto con farine di grani antichi e leguminose. Pane per tutti i gusti! One, perché ogni città italiana vanta produzioni diverse per forme e sapori.

Oggi per la scelta del mio pane quotidiano chiedo consiglio a Simona Lauri, panificatore, tecnologa alimentare, consulente tecnico e formatore di arte bianca. Numerose pubblicazioni tecniche su diverse testate del settore, foodjournalist nonché Direttore Responsabile delle testata giornalistica mensile on line Quotidie Magazine.

  • Simona, inizio col porti una domanda sul lievito madre, un prodotto che esiste da sempre, ma che negli ultimi anni ha avuto un’eco particolare. Siamo certi che il consumatore sappia realmente che cosa sia?

La produzione della madre o lievito di pasta acida naturale ha la storia del pane stesso, about 5000 anni e forse più. Da secoli e secoli si è sempre fatto il pane con la madre, solo che attualmente, per chissà quale moda o interesse, si sta cercando di farlo passare per l’innovazione e futuro del settore. Rappresenta le nostre tradizioni da millenni. Now, a mio parere, non vi è un’adeguata informazione scientifica in proposito, e molto spesso la disinformazione genera terreno molto fertile per una falsa verità scientifica. Una su tutte, la convinzione che nella madre non vi siano cellule di Saccharomyces cerevisiae o blastomicete naturale o conosciuto ai più come lievito di birra/compresso/industriale.
Studi e pubblicazioni scientifiche in proposito lo hanno smentito a più parti, in quanto il Saccharomyces cerevisiae è un eucariota sporigeno ubiquitario per cui le sue spore sono presenti nell’aria, attrezzature, locali in cui si lavorano impasti.

Non viene materialmente pesato, ma naturalmente le sue spore vanno a contaminare l’impasto di farina e acqua. All’interno trovano le condizioni ideali di sviluppo, generano la forma vegetativae, nuove cellule cresceranno e si duplicheranno. E’ chiaro che non rappresenta la coltura dominante perché i batteri lattici domineranno, ma è comunque presente in un rapporto mediamente di 100 cellule di batteri lattici e 1 di lievito Saccharomyces cerevisiae. Saccharomyces cerevisiae è un lievito naturale per cui molto spesso si gioca e si specula su questo termine facendo credere che si tratti di madre; a tal proposito la dicitura “prodotto a lievitazione naturale” vale lecitamente sia che si usi la madre sia lievito di birra Saccharomyces cerevisiae.

  • Sono cresciuta a lievito di birra, or better, mi piaceva talmente che lo mangiavo così, nudo e crudo. Oramai, citandolo, sembra quasi di riferirsi ad un prodotto di second’ordine…

E’ vero, si è scatenata da circa due anni una battaglia mediatica di fasulla e ingiustificata informazione scientifica contro il Saccharomyces cerevisiae o lievito di birra. Ci si dimentica molto spesso che questo blastomicete ascomicete eucariota è utilizzato a scopo terapeutico e ha importantissimi vantaggi nutrizionali. Chiaramente come in tutte le cose non è tanto l’uso quanto l’abuso che si è fatto, e si continua a fare contribuendo a pubblicare ovunque sui mass media consigli di ricette per realizzare il pane a livello casalingo con dosi che MAI e ripeto MAI nessun panificatore, pizzaiolo artigiano professionista serio utilizza. Nessuno, quando legge una ricetta, si pone la domanda: “Quanto ne sto utilizzando?” Se si prestasse maggior attenzione a quello che si legge e si pubblica, si vedrebbe che molte ricette consigliano di realizzare pane, pizze, focacce a livello casalingo con una percentuale di lievito di birra oltre il 5,0% sulla farina (50 g per chilo). I remind everyone that these are nonsense impressive technical and beyond any limit.

Tanto per rendere l’idea i pizzaioli per esempio lavorano con 0.1 – 0.5% (1,0 – 5,0 g per chilo di farina) sulla farina e i panificatori, quando lavorano con il metodo diretto 3.5 % (35,0 g per chilo). Nella lavorazione indiretta, maximum 1.0%. (10,0 g per chilo) se ce lo mettono e se non lavorano (la maggior parte delle volte) solo con biga. Perché a livello casalingo si deve lavorare con il 5,0%? Chi mi dice che non potrebbe essere questo uno dei fattori scatenanti delle improvvise allergie/intolleranze al Saccharomyces cerevisiae degli ultimi anni? Si accusano i professionisti, ma non potrebbe invece essere una scorretta informazione scientifica degli ultimi anni che, con il megafono dei mezzi di comunicazione, continua a propagare scorrettezze tecniche impressionanti?

Simona Lauri

  • Parliamo di farina, or better, di farine di grani antichi e leguminose. Hai qualche consiglio a tal proposito per una scelta consapevole?

Grani antichi e leguminose sono due concetti completamenti differenti non solo da un punto di vista nutrizionale, ma prettamente botanico e di tecnologia di panificazione. Prima di tutto quasi tutti gli sfarinati provenienti dalle leguminose non contengono glutine, per cui in panificazione vanno lavorati con metodiche particolari; mentre i grani antichi rappresentano varietà di frumento duro e tenero che per decenni non sono stati più lavorati per problematiche di allettamento, resa produttiva per ettaro, scarse caratteristiche di panificabilità ecc. dimenticandosi troppo presto che questi grani sono sempre esistiti, da millenni, sul territorio italiano prima ancora dell’importazione, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, della varietà canadese nota al mondo per il nome della zona di produzione: Manitoba.

One è arrivati a modificare geneticamente, a incrociare varietà differenti, a trattare con radiazioni per nanizzare le piante, ottenere linee omozigote, aumentare le caratteristiche di panificabilità, le rese produttive, diminuire l’apparato radicale delle piante ecc. Tutto questo ha però portato ad ottenere, against the other, varietà con elevata presenza della sequenza tossica aminoacidica PSQQ responsabile di molte allergie e/o intolleranze, celiachia compresa, a utilizzare concimi azotati a discapito di varietà ricche naturalmente di sali minerali, antiossidanti naturali, biologiche e con un contenuto proteico più equilibrato, più digeribili, etc..

Giusto per fare qualche nome di varietà antiche autoctone di frumento tenero: Gentil Rosso, Gentil Bianco, Solina, Verna, Maiorca, Mentana, etc.. Il frumento duro include varietà come: Senatore Capelli, Saragolla, Tuminia, Bidi, Russello ecc., senza dimenticare il capostipite per eccellenza il Triticummonococcumsspmonococcum (farro piccolo) Sono comunque varietà con un W molto basso inferiore a 100, ma comunque panificabili in purezza. E’ chiaro che quando si panifica con questo “ORO” italiano è un controsenso pensare di tagliarlo con le attuali farine; deve necessariamente essere lavorato in purezza.

  • Se ti dicessi – ma che pizza! – tu che farina mi consiglieresti?

Prima di tutto tengo a precisare che non c’è assolutamente una farina per il pane e una per la pizza come molti vogliono far credere. La scelta per un acquisto consapevole sarà solo ed unicamente in base alla metodica di lavoro adottata. Le farine, oltre alla classificazione merceologica disciplinata dal DPR 187/2001, sono identificate (non è una classificazione ufficiale!) in base alla loro caratteristiche reologiche: force, tenacità, estensibilità, elasticità ecc. In base ai valori di forza (In) si stabilisce una scala di valori che va da quelle definite deboli (In<150) a quelle utilizzate per lunghe lavorazioni e /o maturazione (In>380).

In linea di massima, per un impasto per pizza realizzato con metodica indiretta e maturazione minimo di 24 hours, consiglierei una farina con W>300, per una lavorazione operata con metodo diretto lungo 280<In<310, while, per lavorazioni indirette e maturazione oltre le 24 hours, 350<In<380. Personalmente lavoro quasi sempre con una farina Tipo 1 sia per il pane sia per le pizze, e quando possibile con sfarinati interi.

  • Il Pane, un prodotto antico, ma che si è evoluto nella sua essenza negli ultimi anni. Do you think there is still something to be discovered?

C’è ancora un mondo infinito da scoprire. E’ vero è cambiato in questi ultimi anni il concetto di pane. Once, per mio nonno, bastava farlo bene ogni mattina con le bighe, la madre; la pasta di riporto ora invece non basta più. Oggi bisogna garantire la corretta informazione tecnica, nutrizionale, salutare perché la disinformazione è tanta e il consumatore ha il diritto di ricevere le informazioni tecniche corrette direttamente dagli operatori del settore. Le trasmissioni televisive, in qualche caso, contribuiscono a generare informazione scientifica scorretta, fatta dissento dire e luoghi comuni. Questo si ripercuote sul consumatore che ha la volontà e il diritto di conoscere. Da parte dei professionisti occorre garantire la qualità (sapore, profumo, gusto shelf life., conoscenze tecniche approfondite ecc.) che si ottiene con lavorazioni lunghe e non con l’utilizzo di semilavorati, mix e lavorazioni dirette.

C’è un mondo da scoprire ancora e a livello scientifico si sta studiando nuove innovazioni nel settore gluten free, functional food, utilizzo di proteasi prodotte dai batteri latticiper ridurre le sequenze amminoacidiche tossiche per i celiaci, etc.. A livello artigianale la prima grandissima innovazione è stata fatta nel 2010 con l’utilizzo da parte mia della farina di quinoa nel pane a tal punto da creare QUITE, non capito assolutamente da nessuno, panificatori compresi. Ora è il simbolo della panificazione italiana con Quinoa nei Convegni organizzati dal Consolato peruviano. Questo per dire che 5 anni fa l’innovazione era la quinoa ora è la canapa, la moringa, il teff, chia, etc.. Personalmente ritengo estremamente importante incentivare soprattutto l’utilizzo di quello che l’Italia produce da secoli; mi riferisco ai grani autoctoni antichi tra i quali proprio il Triticumturgidumturannicum che nessuno conosce come tale, ma con il nome del marchio commerciale americano. In questo caso, la corretta comunicazione e informazione scientifica può fare la vera grande differenza.




A chat with a Baker's Subversive, perché c’è pane e… Pane!

The recipe: “Le Macine”

I'm going to take the bread from the baker ... love it!

You know that smell that you feel coming into the shop ... mmm, wonderful!  But beware, c’è pane e… Bread! 😉

I want to do some 'clarity! Today you go to the bakery, but to talk about bread, flour, ... yeast and sourdough.

My victim of the moment is Maximum Grazioli, a baker who I met at the last Meeting of Subversive of Taste.

From 1974, date of opening of his shop, produces continuity with bakery products.

"The bread, a flavor that has a zest for life and that leaves you speechless, that accompanies us and leads us to walk through time. Maximum Grazioli "

But now bake bread, ops che ho detto, inform you today ...! 😉

  • Hello Massimo, start from the beginning, but how to make bread?

To make bread, but it's good, you need to use high quality raw materials.Maximum Grazioli

First. The use of stone ground wholemeal flour is fundamental.

Second. Giving due importance to the time needed to ripen the dough, fundamental step to develop aromas and flavors, and to make it more digestible.  

Third. The sweat and toil of those who make the bread you from his soul, but in exchange wants your.

Fourth. The yeast.

  • We speak of a fungus. Eh si, its a fungus, "Yeast". Therefore, you hear of yeast, Yeast mother ... Let's ripassino?

The sourdough starter is a culture of microorganisms, various fungi and bacteria, whose metabolism produces a fermentation, that is, transforms the starches of the flour into carbon dioxide and alcohol, making the dough.

The real peculiarity of the yeast, is that among the various fungi and bacteria (the two species are cousins), are present lactic acid bacteria and acetic that produce a series of organic acids and damage to the bread, made with yeast, unique characteristics in terms of aroma, digestibility and retention.

Unlike, in yeast fungi are present only (Saccaromiceti) which ferment is, but produce very little organic acids. You can understand very well the aroma of bread.

  • Now step to a topic that I would call hot, I am referring to flour. Let's say there's a bit ' of confusion between the consumer, because sadly there are bad meal and dubious origin. Do you want to tell me about it, and especially, give some advice for a more informed choice?

From my point of view it is crucial to use the stone ground, that are integral,  and that possibly come from cereals organic farming. This gave him the true value of bread for anyone who decides to bake in a home or professional.

I confirm then, that in the world of flour from mills industrial, not everything is clean and clear. I would say at this point, that it is better to buy them from small mills that grind stone, or through GAS, or, finally, in specialist shops kind Nature is.

  • The water in the dough also has its due importance. You use that water?

For water I use a device that makes it even lighter by removing some’ limestone.

  • Salt or no salt, in the sense that some use it some do not. When, and as such should be used in the bread ...?

It is for the salt, and only sea salt. I use the Piran salt that is less bitter. The percentage is 1,6 % su ogni kg di farina. Also, with wholemeal flour rich in flavor, if it has less need.

In conclusion I ask you a recipe with bread, a tradition, I like it! 🙂

There you are satisfied Cinzia, I'll give you the recipe to make "Le Macine

 

Ingredients :

·       800 Article. of stone-ground flour "The Grinders" Mulino Marino

·       200 Article. Rye wholemeal

·       650 cl. water to 28 °

·       400 Article. sourdough ready to maturity

·       15   Article. salt

 

Preparation :

  • Mix all the ingredients, except for the salt, and for 50 Article. water that only add to the end to balance.
  • Stir the mixture slowly until a dough well format.
  • It 'important that the final temperature of the mixture is about 27/28 degrees.
  • Let rise in a warm for more than 2 hours.
  • Then form the loaf, and let it rise for another 2 hours.
  • Bake at 210 ° for 60 minutes.
  • Finally, turn off the oven, leaving within the millstones for other 10 minutes with the door ajar.

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La Bottega del Pane Massimo Grazioli

from 1974

Via Rossini 15 – Legnano (MI)

e-mail: massig61@alice.it

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