L’Italia, paese di terra e di mare… di contadini e di pescatori. In ricordo di Francesco Arrigoni.
Ci sono giornate così intense su cui, una volta concluse, è necessario riflettere per trarre i giusti insegnamenti. Domenica 4 Maggio è stata una di queste. Nel Monastero San Pietro in Lamosa, a Provaglio D’Iseo in provincia di Brescia, è stato consegnato a Vincenzo Billeci, assessore-pescatore di Lampedusa in rappresentanza dei lavoratori del mare, un premio in memoria di Francesco Arrigoni, giornalista e allievo di Luigi Veronelli.
Non ho conosciuto Francesco, ma in questi giorni ho letto di lui. Un uomo che amava la montagna, che viveva le sue passioni in intimità, poco avvezzo alle mode e alle onde del momento. Un uomo di carattere che non si nascondeva dietro uno status quo di comodo che purtroppo, dopo un mio risveglio dovuto ad un torpore di anni, sto riscontrando in questa società. Sono convinta che saremmo andati molto d’accordo.
La motivazione del premio a lui dedicato è la solidarietà dimostrata dai pescatori di Lampedusa, negli ultimi decenni, verso le migliaia di migranti che la legge del mare con i suoi insegnamenti, impone di portare in salvo. Un soccorso dettato dalle coscienze, che purtroppo è in contrasto con la legge degli uomini che vieta ai pescatori di intervenire in aiuto dei clandestini, in caso di emergenza.
“La chiamano emergenza. Ma come è possibile che un’emergenza duri da ben venticinque anni? Un’emergenza che tra l’altro ricordiamo ci costa 300.000 euro al giorno.” Vincenzo Billeci denuncia con queste parole una situazione che perdura ormai da anni.
Mi sento molto vicina ai pescatori. La scorsa estate ho parlato con loro a Fiumicino, a Pozzuoli, a Crotone. Volevo capire per quello che è possibile, perché in un paese come l’Italia con 7450 km di coste la pesca sta morendo. Sicuramente il caro gasolio, la burocrazia, l’abusivismo e le istituzioni non facilitano questo settore. Ma non finisce qui… Vincenzo ha raccontato che a Lampedusa pescherecci tunisini pescano a sole tre miglia dall’isola, per quasi centocinquanta giorni l’anno. La Guardia Costiera interviene ma senza grandi risultati. Continuo a non capire, ma forse non c’è nulla da capire, perché è già tutto fin troppo chiaro.
A fine premiazione mi sono soffermata a parlare a lungo con lui. Negli anni 80/90 i pescatori a Lampedusa erano seicento, ora ne sono rimasti poco più di duecento. E’ molto diverso ascoltare i problemi vissuti in prima persona da chi vive il mare e la terra. Sono i nostri politici che dovrebbero farlo, perché è da li, dalla terra e dal mare che dobbiamo ripartire. Mi chiedo spesso se saremo in grado di rimediare ai danni che gli abbiamo arrecato.
Vincenzo Billeci non è solo un pescatore, lui scrive poesie. Ne riporto una che ha scritto nell’Ottobre del 2013. Ieri, quando ci siamo salutati, me ne ha dato una copia autografata. La conserverò con cura tra le cose care.