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BIT 2020. Spunti di riflessione di una viaggiatrice.

Andare alla BIT – la Borsa Internazionale del Turismo – è un po’ come viaggiare. Lo ripeto ogni anno, perché questo importante evento del settore turistico che si svolge a Milano da oltre trent’anni, accorcia le distanze favorendo l’incontro tra chi vive i territori e chi li vuole conoscere. Una passione – quella dei viaggi – che coinvolge sempre più persone e che non conosce età.

“Non viaggiamo per scappare dalla vita, ma perché la vita non ci sfugga.”

Una vetrina internazionale con grandi presenze che permette di scoprire nuove destinazioni, e che vede l’Italia al primo posto nel mondo nei desideri dei viaggi per la sua grande forza attrattiva storico-artistica e paesaggistica. I numeri lo dimostrano, tra l’altro numeri destinati sempre più a crescere.

Detto ciò, cosa chiedono i viaggiatori agli operatori turistici italiani alla fine di una vacanza? Più servizi.

Durante la mia visita oltre ai momenti di incontro e di confronto presso i vari stand espositivi, sono stati tanti gli approfondimenti e gli spunti di riflessione offerti dai numerosi convegni tematici. Sì, perché per favorire il turismo servono serie riflessioni, ma soprattutto servono operatori disposti a superare gli individualismi, quei paletti che intoppano sul concetto di fare sistema. Operatori con intraprendenza che sappiano ascoltare l’ospite, perché il viaggiatore di oggi vuole esperienze di viaggio più significative, che diano un impatto autentico nella propria vita. Vuole entrare in contatto con la realtà del luogo, con esperienze emozionali che lo arricchiscano. Mi riferisco a viaggiatori sempre più connessi, ma che non disdegnano scollegarsi dalla rete per qualche ora per favorire le connessioni con le persone

Oltre a ciò, per lo sviluppo del turismo – che vale il 13% del nostro PIL (dati Eurostat) – è necessario investire sempre più in accessibilità, sostenibilità e innovazione. Servono strategie di marketing territoriale, anche e soprattutto nelle stagioni in cui l’Italia non è favorita dai flussi turistici. Una destagionalizzazione che richiede programmazione e persone competenti che sappiano promuovere i tanti segmenti di questo comparto così importante per la nostra economia: il turismo enogastronomico, il turismo culturale, il turismo verde, il turismo del benessere, il cineturismo, il turismo sanitario, il turismo sportivo…

Purtroppo chi vive il territorio spesso non lo conosce a sufficienza, tasto dolente che ahimè – per esperienza diretta – mi trovo spesso a constatare. In tal senso può  venire in aiuto un’informazione diffusa: strumenti digitali e cartacei facilmente fruibili negli esercizi ricettivi costruiti sulla base delle domande abituali dei turisti. Aiuti concreti che fanno guadagnare reputazione a chi li crea e che aiutano il viaggiatore ad ambientarsi.

C’è tanto da fare, c’è tanta bella Italia da comunicare…

 


 




La mia Firenze in dodici tappe… d’arte e di gusto

Pochi ricordano che Firenze – dal 1865 al 1871 – è stata capitale d’Italia. Devo ammettere che dopo averla visitata come merita ne comprendo meglio i motivi. Davvero emozionante ammirare i suoi capolavori… se non fosse stato per le lunghe code! Sì, code interminabili che il freddo dei primi giorni di gennaio non ha certo agevolato! D’altronde, o meglio per fortuna, parliamo di una delle quattro città italiane più visitate al mondo che vanta un flusso turistico costante tutto l’anno. Un luogo in cui si respira arte ovunque, che ha dato i natali a grandi artisti conosciuti in tutto il mondo. Uno fra tutti è Leonardo Da Vinci (15 aprile 1452 – 2 maggio 1519) genio italiano che a maggio di quest’anno verrà celebrato per il quinto centenario della sua morte.

“Imparare non stanca mai la mente.” Leonardo Da Vinci

Un’ora e cinquanta minuti di treno da Milano e mi sono trovata nel cuore del suo centro storico. Oserei dire finalmente, viste le volte che avevo messo in programma questo viaggio che per vari impegni ero stata costretta a rimandare. Mi riferisco non a una toccata e fuga, ma a una visita come piace a me, con calma e con il tempo che questa città richiede. A dir la verità, al termine della mia permanenza, mi ha fatto specie ascoltare che la persona dalla quale ho alloggiato – un fiorentino autoctono – abbia visto metà di quello che ho visitato io in pochi giorni. Sempre la stessa storia, anzi, lo stesso errore… diamo troppo per scontato ciò che abbiamo vicino. C’è però anche da sottolineare che chi vive in questa città – che l’alto movimento turistico ha un pochino snaturato – non ha sempre vita facile. Tanto per dire che l’albergatore fiorentino sopra citato, mi ha raccontato che appena può fugge in una piccola isola del sud America, per recuperare quella pace e tranquillità che ormai a Firenze è diventata un sogno.

Firenze, bella ma invasa

Ebbene, consapevole che non sarebbero bastati pochi giorni per conoscere il suo immenso patrimonio artistico, munita di programma e di cartina, mi sono avviata a piedi verso la mia prima tappa. Ovviamente mi sono premurata di prenotarla in anticipo, e per fortuna! Il rischio, in caso contrario, sarebbe stato quello di incappare in lunghe attese, e spesso, a causa delle tante prenotazioni, di perdersi la visita.

  • 1′ Tappa: Uffizi

Un edificio ad opera del Vasari risalente al 1560 che in origine era stato fatto costruire per contenere gli uffici dell’amministrazione cittadina. Oggi la galleria d’arte più visitata d’Italia, con quarantacinque sale che accolgono numerosi capolavori del Rinascimento esposti in ordine cronologico. Ammirarli dal vivo è tutta un’altra cosa… le sensazioni si amplificano, e il cuore batte più forte!

Bacco (1597-1598) di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio

  • 2′ Tappa: Piazza del Duomo

Giungere nel cuore di Firenze significa trovarsi al cospetto di un complesso di bianca bellezza che inorgoglisce e cattura lo sguardo. Mi riferisco alla facciata ottocentesca della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, che, insieme alla Cupola del Brunelleschi (1434) e al Campanile di Giotto (1337), crea uno scenario davvero magnifico.

Il Duomo o Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è la terza chiesa della cristianità più grande al mondo

Se si rimane un po’ delusi dall’interno semplice e austero del Duomo, certamente la visita al Battistero – l’edificio più antico di Firenze in cui fu battezzato Dante – vi lascerà senza fiato. Con la testa all’insù si possono ammirare i ricchi mosaici bizantini risalenti al XIII-XIV secolo. Un trionfo di bellezza!

Il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città

Imperdibile la visita al Museo dell’Opera del Duomo. Situato nell’omonima piazza al numero nove, custodisce numerose opere d’arti provenienti dalla Cattedrale, dal Battistero e dal Campanile di Giotto. Tre piani di tesori che terminano con la magnifica vista godibile dalla Terrazza Brunelleschiana.

Museo dell’Opera del Duomo

  • 3′ Tappa: Appuntamento con una Chianina

Andare a Firenze e non fermarsi a mangiare una bistecca di Scottona Chianina non ha senso, per lo meno per me. Una razza antica, la Chianina, conosciuta per il suo gigantismo somatico. Pensate che è la più grande razza bovina al mondo. Detto questo, seguendo un consiglio, mi sono recata in una delle sedi della Trattoria dall’Oste. Una Chianineria in Via dei Cerchi nata all’insegna della bistecca alla Fiorentina. Cinque minuti di cottura sulla griglia per lato e… buon appetito!

Trattoria dall’Oste

  • 4′ Tappa: Piazza della Signoria

Una piazza tra le più belle, un museo all’aperto e un luogo di ritrovo. Sono numerose le opere scultoree che la arricchiscono. In particolare, sotto la Loggia dei Lanzi a lato della piazza, mi ha colpito la perfezione del Perseo di Benvenuto Cellini. Un’opera in bronzo che fu commissionata da Cosimo I de’ Medici dal significato politico. Realizzata tra il 1545 e il 1554, raffigura il mito dell’eroe greco con la testa di Medusa recisa, ma non solo… Osservando la nuca del Perseo, si può notare distintamente un volto: si tratta dell’autoritratto dell’autore. Lascio a voi la sorpresa.

Il Perseo di Cellini

  • 6’ Tappa: Appuntamento con un Lampredotto

Se c’è un piatto rappresentativo della tradizione gastronomica fiorentina quello è il Lampredotto. Mi riferisco ad un panino da gustare in uno dei tanti chioschetti presenti nelle piazze di Firenze (lampredottai) farcito con la trippa, o meglio, con l’abomaso (quarto stomaco del bovino detto anche lampredotto). Una preparazione tipica da consumare informalmente su un tavolino o passeggiando a piedi per la città. Io ho avuto il piacere di assaggiarlo in una piccola bottega situata davanti a Palazzo Pitti: “Alimentari Del Chianti”. Un localino delizioso in cui assaporare la vera Firenze del gusto tra assaggi e racconti del territorio. Sì, perché le limitate dimensioni favoriscono il dialogo e la conoscenza.

Panino al Lampredotto

  • 7’ Tappa: Galleria dell’Accademia

Ed ecco a voi il David di Michelangelo Buonarroti (1504)! La famosa statua posta nella galleria dell’Accademia che l’artista realizzò a soli ventisei anni da un unico blocco di marmo. Un’opera che colpisce per la sua perfezione tra le più note ed apprezzate al mondo. Sono figlia di un marmista. Io stessa, guidata da mio padre, ho avuto modo di lavorare questa roccia calcarea che l’abilità dell’uomo leviga e trasforma. Ebbene, forse è anche per questo motivo che sono rimasta a lungo incantata da tanta precisione e bellezza superiore.

David di Michelangelo Buonarroti 1504 – marmo, altezza cm. 516,7

  • 8’ Tappa: Chiesa di Santa Croce

Santa Croce, un edificio sacro, ma soprattutto un luogo di grandi memorie. All’interno di questa chiesa di stile gotico riposano trecento uomini che si sono distinti nelle arti e nella scienza. Una specie di Pantheon in cui passeggiare con rispetto reverenziale accanto a monumenti funebri di illustri italiani: Galileo Galilei, Michelangelo Buonarroti, Niccolò Macchiavelli, Ugo Foscolo, Gioacchino Rossini, e… solo per citarne alcuni.

Santa Croce – 1385

  • 9’ Tappa: Appuntamento con la ribollita

Passeggiando per Firenze ho avuto la conferma che la cucina tradizionale tipica delle trattorie la fa da padrona. Devo ammettere con mio grande piacere, visto che la mia passione per le tradizioni mi porta a scegliere per lo più questo tipo di locali. Se poi arriva il consiglio giusto, meglio ancora! Questa volta mi riferisco alla Trattoria Le Mossacce, in Via del Proconsolo 55. Senza dubbio un luogo di ristorazione in cui si respira la vera Firenze, dove non si prenota, e casomai nell’attesa si assaggia un calice di Chianti. Seduta accanto a perfetti sconosciuti – che da lì a poco non lo sono stati più – tra i vari assaggi, mi sono deliziata grazie a un’ottima ribollita! Gran piacere quello della tavola!

La ribollita

  • 10’ Tappa: Ponte Vecchio

Il ponte più antico di Firenze, posto nel punto più stretto dell’Arno. Certamente uno dei simboli di questa città. L’ultima sua ricostruzione – a seguito delle varie inondazioni – risale al 1345. Una tappa immancabile che consente anche la visita alle tante botteghe degli orafi concentrate in questo tratto per volere dei Medici, la famiglia fiorentina che ha segnato la storia di Firenze.

Ponte Vecchio

  • 11’ Tappa: Chiesa di Santa Maria Novella

Una chiesa tra le più belle di Firenze che colpisce per la sua magnifica facciata decorata con marmi bianchi e verdi. Un edificio risalente al 1278 che custodisce molti capolavori, tra cui il grande crocefisso di Giotto. Una curiosità: all’interno della basilica è ben visibile una linea meridiana in ottone, che, grazie ad un foro realizzato nel rosone della facciata, crea sul pavimento ellissi solari che variano a seconda dei mesi dell’anno. Una sorta di osservatorio astronomico.

Santa Maria Novella

  • 12’ Tappa: Appuntamento con una Schiacciata alla fiorentina

Amo le trattorie quanto le pasticcerie, quelle storiche, in cui nella giusta atmosfera si può assaporare preparazioni tipiche della tradizione locale. Un patrimonio gastronomico assolutamente da non perdere! Ebbene, è così che ho conosciuto la Schiacciata alla fiorentina, chiamata anche Schiacciata unta per l’uso dello strutto nell’impasto. Un dolce a lenta lievitazione al profumo di arancia tipico di carnevale, che in realtà si prepara tutto l’anno. Davvero delizioso!

Schiacciata alla fiorentina

Firenze è molto di più…

Salendo fino a Piazzale Michelangelo me ne sono resa conto. Una terrazza panoramica su cui si erge una copia in bronzo del David di Michelangelo. Un luogo con un colpo d’occhio davvero meraviglioso! Si è conclusa così la mia vacanza… con un tramonto rosa su una bellissima Firenze. 

Vista da Piazzale Michelangelo

 




Le forme del viaggio. Bit 2016

Bit 2016, Borsa Internazionale del Turismo, l’appuntamento milanese per chi ama viaggiare.

Ci sono diverse tipologie di persone in movimento. Alcune amano viaggiare e conoscere luoghi e territori vivendo appieno le realtà locali, mentre altre concepiscono il viaggio come svago e tempo dedicato al relax. C’è poi chi è costretto a spostarsi per lavoro, per sport, per studiare o per curarsi. Infine c’è chi unisce entrambe le cose, coniugando il piacere al dovere.

Ogni viaggio ha la sua forma. Di fatto, nel 2015, ben 1,18 miliardi di persone si sono spostate. Numeri che anno per anno sono destinati a crescere, e che, rapportati ad una popolazione mondiale che conta più di 7 miliardi di abitanti, richiedono riflessioni e strategie.

Per certo, viviamo in un momento storico difficile, che impone scelte informate e consapevoli per le nostre destinazioni. In questo scenario, la Bit 2016, svoltasi dall’11 al 13 Febbraio nel quartiere di Fiera Milano a Rho, si è posta l’obiettivo di approfondire e sviluppare i nuovi trend di questo importante comparto economico.

Qui di seguito alcuni dati relativi ai cambiamenti nelle preferenze degli italiani in viaggio.

  • Aumenta la consapevolezza istituzionale del valore del turismo.
  • La percentuale degli italiani in viaggio varia tra il 52 e il 62%. Il 75% privilegia una destinazione italiana.
  • La regione con più viaggiatori è la Lombardia, seguita da Piemonte e Lazio.
  • Le vacanze sono più brevi ma più frequenti.
  • In crescita la destagionalizzazione della domanda turistica.
  • Circa 21.000 agriturismi e 6.600 fattorie confermano il crescente consenso verso il turismo verde e rurale.
  • Sale la richiesta di percorsi vissuti in modo partecipativo, dall’ideazione fino all’organizzazione del viaggio.
  • L’enoturismo in Italia vale oltre 2 miliardi di euro. Produzioni di qualità e investimenti nell’accoglienza rappresentano un percorso parallelo con un unico traguardo. Di fatto l’enogastronomia italiana fa la differenza nelle scelte dei turisti.
  • Un italiano su 4 opta per il luogo delle sue vacanze in base all’offerta sportiva. Sono 27 milioni gli italiani che praticano regolarmente sport, anche in vacanza.
  • Salgono le richieste nelle strutture extralusso, soprattutto se vicine ai luoghi di interesse artistico e storico.
  • Per quanta riguarda i viaggi all’estero le dieci destinazioni preferite dagli italiani sono: Francia, Spagna, Germania, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, San Marino, Austria, Croazia, Grecia, Stati Uniti d’America ed Egitto.

Alla Bit 2016 tante le forme del viaggio da vivere e da comunicare. A questo proposito ho ascoltato con particolare interesse alcuni membri dell’Associazione Italiana Travel Blogger. AITB è una rete che promuove l’etica e la professionalità dei travel blogger, e che per questo si è data un codice etico per dare qualità ai contenuti. Ma di questo ve ne parlerò più avanti…

bit2016

Fonte: Bit 2016 –  www.bit.fieramilano.it




Turismo “Verde”. Agli Italiani piace sempre di più!

 

Agrinatura Winter 2015 – Lariofiere Erba (CO)

Si è da poco concluso con successo l’appuntamento invernale di Agrinatura, il salone dedicato alla filiera agroalimentare e zootecnica italiana. Focus sui piccoli produttori che, attraverso degustazioni e laboratori, si sono presentati dando utili informazioni ai visitatori per una spesa sempre più consapevole e vicina all’agricoltura.

Tra gli approfondimenti trattati al Tavolo della Convivialità (lo spazio dedicato ai convegni e agli show cooking), ho seguito con particolare interesse l’intervento di Andrea Camesasca, delegato al Turismo della Camera di Commercio di Como. Tema il turismo “verde”, una scelta di viaggio che raccoglie sempre più consensi. Lo dicono i numeri: 4 italiani su 10 optano per una vacanza legata alla natura. ‪#‎GreenTourism‬‬‬‬‬

Investire nel turismo conviene, ma richiede cambiamenti, che in parte dipendono da noi, dal nostro senso civico e dalla nostra educazione. L’Italia è una nazione con una grande ricchezza paesaggistica, storica e artistica, che trova conferma in ben cinquanta siti certificati Unesco. La difesa del suolo, l’agricoltura, la cucina tipica legata al territorio e il turismo rurale, sono settori strategici che vanno costantemente promossi e agevolati.

A questo proposito cito le parole di Agrinsieme, il coordinamento nato nel 2013 che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari: “Il paesaggio agricolo italiano è una grande risorsa. Tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica – 800 indicazioni d’origine riconosciute tra vini e prodotti agroalimentari e oltre 9000 specialità tipiche –  le nostre campagne valgono più di 10 miliardi di euro l’anno, senza contare gli oltre 50 miliardi di valore della produzione agricola che si consegue su quei suoli”. Un patrimonio che ognuno di noi ha il dovere di tutelare, per se stesso e per le generazioni future.

Compito delle istituzioni è quello di migliorare la sicurezza, i servizi e le infrastrutture, carenti soprattutto al sud. Il 66% della spesa del turismo internazionale è nel nord Italia. La Lombardia conta 33 milioni di presenze, la Sicilia 14 milioni. La Sardegna, un’isola tra le più belle al mondo, 10 milioni. Dati che fanno riflettere…

Si può fare di meglio…

Nell’accoglienza migliorando l’offerta alberghiera. Sono in netto calo le richieste relative ad alberghi con una o due stelle, mentre da dati Istat, aumentano gli hotel a tre e quattro stelle. In un mercato globale è importante garantire la qualità rimanendo però competitivi.

Nell’accessibilità investendo in servizi che favoriscano il turismo di persone diversamente abili. Sono più di 80 milioni in Europa e 650 milioni nel mondo. Un dovere e un diritto sancito dall’articolo 7 del Codice mondiale di etica del turismo: “La possibilità di accedere direttamente e personalmente alla scoperta ed al godimento delle ricchezze del pianeta rappresenta un diritto di cui tutti gli abitanti del mondo devono poter usufruire in modo paritario; la sempre più estesa partecipazione al turismo nazionale ed internazionale sarà considerata come una delle migliori espressioni possibili del costante aumento di tempo libero e non dovrà essere ostacolata in alcun modo.”

Nel mappare e geolocalizzare i percorsi. Il turismo verde va a pari passo con gli sport all’aria aperta: jogging, ciclismo, nordic walking, equitazione, trekking, arrampicata, canottaggio, etc.

Nel trasmettere un maggiore senso di appartenenza, un segnale importante per il turismo. Se non si crede nel proprio territorio è difficile promuoverlo e favorirlo.

Nell’investire nella rete migliorando le infrastrutture di interconnessione. Siamo sempre più on line, collegati col mondo, veloci nel condividere e recensire. Rendere tutto questo più facile rappresenta una grande opportunità.

Come ha sottolineato Andrea Camesasca, si potrebbe fare molto per favorire il turismo, come ad esempio reinvestire nelle tante strutture dismesse presenti sul nostro territorio. Molti lo hanno già fatto, convogliando energie e risorse per favorire la nascita di luoghi aggreganti di cultura, di storia e di cibo legato alla tradizione.

Il 2016 è alle porte. Ce la faremo? Chissà… Per certo ognuno di noi può fare la sua parte, anche con semplici gesti quotidiani.

Con Giovanni Bazzano, esperto agroalimentare e lo chef Alessandro Varenna

Con Giovanni Bazzano, esperto agroalimentare delle tipicità Lombarde, e lo chef Alessandro Varenna

www.agrinatura.org   Lariofiere – Centro espositivo e congressuale
Viale Resegone,  Erba (Co)




L’Italia ha bisogno di #competitività #accessibilità #servizi #accoglienza #appartenenza #rete… ma soprattutto ha bisogno di tornare a credere!

Dico spesso che ormai l’unica cosa di concreto che c’è rimasta è la terraSiamo uno dei paesi più belli al mondo! Abbiamo una grande storia, grandi testimonianze artistiche, grandi eccellenze enogastronomiche, grandi tradizioni! Insomma, avremmo tutte le carte in regola, ma vi chiedo: “Siamo in grado di giocarcele al meglio?”

Dopo la mia recente visita alla Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, dopo aver ascoltato i bravi relatori esporre soluzioni e strategie di marketing assolutamente indispensabili per la promozione del territorio, mi sono posta alcune riflessioni che voglio fermare qui.

Come è mia abitudine voglio partire dall’inizio, dalla nascita del turismo.

A titolo informativo la prima agenzia di viaggio è stata aperta a Londra nel 1841 da Thomas Cook, grazie all’impulso dato ai trasporti ferroviari e marittimi dell’ottocento che hanno reso possibile in tempi brevi gli spostamenti. Viaggiare non era più un lusso riservato all’élite. A questo proposito cito l’Articolo 7 del Codice mondiale di etica del turismo che sancisce questo diritto:

La possibilità di accedere direttamente e personalmente alla scoperta ed al godimento delle ricchezze del pianeta rappresenta un diritto di cui tutti  gli abitanti del mondo devono poter usufruire in modo paritario; la sempre più estesa partecipazione al turismo nazionale ed internazionale sarà considerata come una delle migliori espressioni possibili del costante aumento di tempo libero e non dovrà essere ostacolata in alcun modo.”

Esattamente così, il turismo è un diritto, che però per molti non lo è più! Viaggiare in Italia costa troppo! L’estero è assai più competitivo.Questa è la risposta univoca della gente. E’ fondamentale riflettere. Non solo strategie di marketing, ma investimenti concreti e determinanti per il suo rilancio. Qui di seguito voglio analizzare alcuni punti che ritengo fondamentali in tal senso.

  • Competitività

L’anno scorso sono partita da sola a Settembre per la Sardegna convinta di trovare prezzi competitivi visto il periodo, ma mi sono dovuta ricredere. “Partire da sola non è un vantaggio”così mi è stato detto. Ma come? Siamo un paese di single e non siamo ancora organizzati in tal senso! Comunque sia, single o non single, i prezzi dei pacchetti turistici in Italia non sono competitivi come all’estero. Riflettiamo…

  • Accessibilità

Ottanta milioni di diversamente abili in Europa, 650 milioni nel mondo. Ribadisco che il turismo è un diritto per tutti. E’ fondamentale adeguarsi con servizi che rendano il turismo accessibile una realtà. Quest’anno nella Giornata mondiale delle persone con disabilità, la Commissione Europea ha riconosciuto a Berlino il premio “Access city Award”. Purtroppo nessuna città italiana si è contraddistinta in tal senso. Alcuni amici al ritorno di un viaggio in California mi hanno raccontato che li, gli autobus, hanno l’ingresso a livello del marciapiede per permettere a chi si sposta con una seggiolina a rotelle un facile accesso. Questo sistema è stato adottato in alcune province italiane ma non è ancora sufficientemente esteso. Riflettiamo…

  • Servizi

Bè, per quanto riguarda i servizi è tutto un dire. Vi racconto la mia esperienza dell’anno scorso a Quartu Sant’Elena, in provincia di  Cagliari. Un mare da togliere il fiato, da vivere tratto dopo tratto; peccato che non avendo con me l’auto contavo sui mezzi pubblici che tristemente ho scoperto essere insufficienti. Ero a dir poco inviperita; ricordo ancora il mio sfogo su twitter: “Davanti a me un mare meraviglioso, dietro di me servizi che lasciano senza parole, anzi, ce ne sarebbero!” Mi misi in cammino ma anche così l’ennesimo problema! Non c’erano ne piste ciclabili ne marciapiedi tanto da rendere rischioso il proseguimento a piedi. Ovviamente c’è caso e caso, ma non vi è dubbio che la rete dei trasporti va migliorata e potenziata, possibilmente con mezzi innovativi ed ecosostenibili. Mi è stata riportata un’altra esperienza dalla California dove, a fianco ai numerosi punti di noleggio-bici, partono di continuo autobus predisposti tra l’altro al trasporto dei mezzi a due ruote, così da rendere facilmente fruibile la visita di lunghi tratti di territorio. Riflettiamo…

  • Accoglienza

Come è consueto dire “l’ospitalità è indice di civiltà” e non solo… e qui mi fermo.

  • Appartenenza

Come scrivevo qualche giorno fa : “Sono una viaggiatrice, un’ italiana orgogliosa del suo paese che visita, ricerca, e gusta, ma che soprattutto ama parlare con la gente, la mia guida migliore!” Ricordo il 17 Marzo del 2011, ero in viaggio. Si festeggiava il 150’ anniversario dell’Unità d’Italia. Durante il percorso mi fermai in un ristorante di un’amica a mangiare e mi accorsi che all’ingresso non c’erano segni celebrativi. Entrai e dopo i consueti saluti le dissi: “Ma se ti metto fuori la bandiera che ho in macchina…?”  Lei ovviamente accettò. L’appartenenza è un segnale importante per il turismo. Riflettiamo…

  • Rete

Internet è una rete globale; abbiamo uno strumento con il quale in un attimo milioni di computer si connettono tra loro. Promuovere il territorio in rete è una grande opportunità che dobbiamo tutti sfruttare al meglio. Ognuno di noi lo può farlo a suo modo, anche solo con una foto con delle pillole informative. Le recensioni delle persone sono una grande opportunità per promuovere il  territorio italiano e le sue tipicità. Investire nella rete è fondamentale!

Voglio concludere queste mie riflessioni con l’Art. 1 del Codice Mondiale di Etica del Turismo:

Il turismo quale strumento di comprensione e di rispetto reciproco tra i popoli e le società”
La comprensione e la promozione dei valori etici comuni all’umanità, in uno spirito di tolleranza e rispetto delle diversità di credo religioso, filosofico e morale, rappresentano il fondamento e la conseguenza di un turismo responsabile; gli attori del settore turistico e i turisti stessi rispetteranno le tradizioni e le pratiche sociali e culturali di tutti i popoli, comprese quelle delle minoranze e delle popolazioni autoctone, e ne riconosceranno il valore.

Quando impareremo a fare turismo… ma turismo sul serio!


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