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Raggi UV-C, un aiuto prezioso per la viticoltura sostenibile. #ICAROX4

Il mio approfondimento di oggi è sui raggi UV-C, o meglio, sul loro potere germicida. Mi riferisco a radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d’onda tra i 100 e i 280 nanometri capaci di neutralizzare gli agenti biologici responsabili dell’insorgenza delle principali malattie crittogamiche della vite, e non solo. Be’, fin qui direi proprio nulla di nuovo, visto che le capacità antibatteriche e antimicotiche di queste onde sono state sperimentate già nel 1929. Un valido aiuto per ridurre, o addirittura eliminare, i molti trattamenti fitosanitari purtroppo necessari in viticoltura. Mi chiedo a questo punto cosa si stia aspettando ad utilizzarli?! La risposta è semplice: la giusta tecnologia!

Ebbene, c’è un progetto di tecnologia verde tutto italiano, e più precisamente trevigiano: ICARO X4. Un robot che irradia raggi UV-C creato per abolire totalmente la chimica in agricoltura con una capacità massima di copertura di 10 ettari. Un rover ibrido con un proprio laboratorio ambientale installato nell’area che deve trattare in grado di rilevare attraverso sensori la velocità del vento, la temperatura, l’umidità, il punto di rugiada, la pioggia e altri parametri utili.

Una progettazione quasi in dirittura d’arrivo sviluppata da una startup innovativa – Free Green Nature – fondata da due soci che, grazie alla loro esperienza, hanno coniugato meccanica ed elettronica. Il risultato di questo impegno ha dato vita ad un’unità robotica che risponde alle esigenze di una viticoltura sempre più sostenibile. Un sogno di tanti, soprattutto di chi vuol far bene all’ambiente.

L’effetto dei raggi UV-C sul DNA di batteri, lieviti e virus è noto da tempo. L’irradiazione diretta di onde elettromagnetiche lunghe 260 nanometri, danneggiando irreparabilmente il DNA di questi microrganismi patogeni, ne impedisce la riproduzione. Mi chiedo però come questa unità robotica si comporti con tutte le altre forme di vita così importanti nel complesso ecosistema del vigneto.

Per chiarire i miei dubbi ho rivolto alcune domande a Valter Mazzarolo, direttore ricerca e sviluppo di Free Green Nature.

  • A proposito di viticoltura biologica la salvaguardia degli insetti utili è molto importante per il rispetto del complesso ecosistema presente in vigna. Ho letto che l’unità robotica che avete progettato prevede un trattamento accompagnato da un potente getto d’aria che ha la funzione di muovere il fogliame per irrorare tutte le parti della vite e nel contempo allontanare gli insetti utili. Dico bene?

Si corretto, questa è una conseguenza, anche se in realtà la funzione è utile anche per altri aspetti facenti parte dei nostri segreti industriali e brevettati.

 

  • Come già scritto ICARO X4 irradia raggi UV-C, radiazioni elettromagnetiche con proprietà antibatteriche e antimicotiche. Ribadito ciò, mi chiedo se, oltre ad eliminare funghi e batteri, possa avere un effetto distruttivo anche sugli altri microrganismi presenti nel vigneto. Mi riferisco in particolare ai lieviti naturali, funghi unicellulari presenti sulla vite, la cui presenza è importante per quei viticoltori che, attraverso le fermentazioni spontanee, si prefiggono di ottenere vini naturali con maggiore identità.

Il trattamento non è propriamente un killer distruttivo, dipende dall’energia che andiamo a “irrorare” in quanto è gestita dal computer centrale che provvede a una discesa graduale per consentire lo sviluppo e riformazione prima della vendemmia, con delle tabelle in funzione dei parametri ambientali raccolti da una stazione di analisi posta sul campo. Va da se che l’Italia è la patria degli inventori, ma aziende del nostro livello che hanno investito milioni di euro e 28 anni di ricerca certamente non “scivolano” su queste banalità facilmente risolvibili, al contrario ci sono aspetti ben più importanti che custodiamo gelosamente.

 

  • ICARO X4 agisce di notte e in completa autonomia per la sicurezza dell’uomo. Una macchina pensata anche per le piccole produzioni e per la viticoltura eroica?

No il robot agisce anche di notte per altri aspetti fondamentali alla riuscita del sistema di protezione, dipende da quale malattia deve essere debellata o meglio neutralizzata. Se oidio o peronospora, la protezione per operatori quindi l’uomo, è asservita da sistemi elettronici attivi e passivi certificati SIC2 per la navigazione autonoma.

Cinzia, la nostra azienda sta preparando una produzione automatizzata e robotizzata di qualità ai massimi livelli tecnologici. La speranza è di essere un esempio per le future generazioni.

Free Green Nature  www.freegreen-nature.it Via del lavoro, 31B – Colle Umberto (TV)

Credit photo Free Green Nature

                                                                                                          




Vinitaly 2015, ora do i numeri !

Tranquilli, non sto dando nessun numero, tranne quelli che arrivano direttamente da Vinitaly, il 49° Salone Internazionale del Vino e dei Distillati che si è appena concluso. Si riferiscono ai quattro giorni dell’evento clou che muove l’Italia del vino, delle passioni e degli affari. Leggete un po’qui…

•  576.000 bottiglie stappate
•  200.000 tonnellate di vetro
•  8 tonnellate di tappi di sughero
•  130.000 bicchieri utilizzati
•  11.100 follower di @VinitalyTasting su Twitter
•  116.000 like della pagina ufficiale di Vinitaly su Facebook

Non c’è dubbio, Vinitaly è Vinitaly, una grande vetrina del business nel settore enologico che, per gli appassionati, rappresenta un’occasione speciale per viaggiare nei territori assaggiando vini. Lo confermano i numeri della viticoltura italiana elaborati dai dati di Veronafiere/Vinitaly.

•  380.000 circa le aziende vitivinicole italiane
•  665.000 ettari vitati
•  40 milioni hl di vino,  produzione 2014 stimata da Assoenologi (- 17% rispetto al 2013)
•  73 DOCG, 332 DOC e 118 IGT
•  10-12 miliardi di euro il fatturato del vino (5,1 derivanti dall’export)

Cifre che fanno girare la testa, e non per l’assaggio dei vini, ma per la grande risorsa che questo comparto rappresenta per il futuro dell’economia italiana. Le semplificazioni burocratiche e le politiche agricole per il sostegno della viticoltura sono essenziali e prioritarie. A questo proposito si auspica che il Testo Unico delle norme sul Vino, e il piano straordinario che prevede lo stanziamento di 48 milioni di euro per la tutela del made in Italy, abbia presto completa attuazione.

“Il vino nel suo complesso è un settore che vale oltre 10 miliardi di euro, dei quali più di 5,1 generati dall’export.” Ettore Riello, Presidente di Verona fiere.

E’ indispensabile investire nello sviluppo di strategie a garanzia della qualità e dell’innovazione in agricoltura, nell’enoturismo e nella giusta comunicazione per la diffusione della cultura del vino, della conoscenza dei territori e delle persone protagoniste. Tutto ciò per far si che una bottiglia di vino sappia trasmettere, oltre che piacere, emozioni, storia e territorio.

Inoltre, un pizzico di entusiasmo in più degli addetti alla ristorazione nelle proposte di produzioni meno conosciute, farebbe bene al vino, e salverebbe vitigni che fanno della viticoltura italiana una ricchezza che ci distingue nel mondo. Lo dico ovunque e lo continuerò a dire, per la passione che ho per la viticoltura e per il mondo agricolo.

Qui di seguito alcune immagini della mia giornata a Vinitaly 2015. Nessun accredito e nessun impegno, solo un lunedì passato in compagnia di persone con la mia stessa passione per il vino. Cosa mi è piaciuto? Be’, sicuramente salutare produttori già conosciuti in questi ultimi anni durante le mie visite, e conoscerne altri che andrò a trovare direttamente in vigna. Oltre a ciò, ho avuto il piacere di fare ottimi assaggi ampliando così le esperienze sensoriali che nel tempo contribuiscono a formare il ‘bagaglio’ necessario per chi vive questo settore.

Cosa non mi è piaciuto? Sicuramente il traffico e la confusione che conosce bene solo chi è stato più volte a Vinitaly, una fiera dai grandi numeri, che per quanto mi riguarda, non sostituirà mai la passione per quelli piccoli.




Un uomo senza terra, ma con tanta voglia di fare vino. Ritorno alle origini.

Qualche settimana fa, in piena atmosfera natalizia, si è svolto al Ristorante “Il Canneto” dell’Hotel Sheraton Milan Malpensa, l’ultimo wine travel dell’anno con l’incontro tra Fabio Fiorelli, lo chef pasticcere dell’Hotel Danieli di Venezia, e alcuni vini della Lombardia. Come sempre piacevoli assaggi e interessanti incontri che mi hanno permesso di ascoltare storie di vita scambiando opinioni ed esperienze.

Ve ne racconterò una, la storia di Alex Pollini. Un uomo che dopo essere cresciuto nelle campagne astigiane, terre di grandi vini, finita l’università si è trasferito a Milano per lavoro. Nonostante il cambio di rotta della sua vita, spostarsi da una piccola realtà ad una metropoli non gli ha fatto perdere la passione per il vino nata in gioventù.

La curiosità e l’interesse per le tradizioni regionali e vitivinicole, lo hanno portato nel tempo a frequentare corsi specializzati per cogliere le diversità del vino come espressione del territorio. Fu in quel periodo che nella sua mente prendeva forma un progetto: non essere più un semplice appassionato assaggiatore, ma trasformarsi in un piccolo produttore. Ma da dove iniziare? Nessuna reale esperienza come imprenditore ne tantomeno come produttore, ma soprattutto, senza terreni.

“Cinzia, fu allora che i miei pensieri iniziano a rivolgersi alla Francia e alla sua lunga esperienza vitivinicola. Su come alcuni suoi grandi vini sono nati da produttori che non possedevano terre ma sapevano sapientemente selezionare. La capacità di affinare e tagliare vini acquistati da viticoltori fidelizzati, ha fatto il resto.”

Si convinse a seguire l’esempio. Scelta la Lombardia come territorio, dopo una ricerca che lo ha portato ad incontrare tante piccole realtà contadine nell’area del bresciano e della bergamasca… dopo prove, analisi, assaggi, tagli su tagli, finalmente l’idea si è realizzata: “Le Origini

“Ho capito che volevo creare come primogeniti del mio progetto un rosso e un bianco, entrambi vini non aSutilis 2010 Le Origini denominazione, ma espressione della mia idea. E’ nato così il rosso Sutilis, che significa “Uniti Insieme” in onore dei due vitigni che lo creano, ovvero Cabertnet Sauvignon e Merlot. Un taglio bordolese quindi, forse la più famosa unione del mondo (…dal punto di vista enologico si intende) ma anche dedicato alla mia famiglia, fonte d’ispirazione, a cui sono estremamente legato. Un vino del 2010, affinato in botti grandi e barrique che esprime il rigore e la finezza del Cabernet e la morbidezza del Merlot in un’unione molto interessante. Corposo e morbido con note fruttate e speziate e una freschezza che ne esprime il potenziale futuro evolutivo. Successivamente è nato il bianco Magis, il cui significato “Di Più” (dedicato a mia moglie) ne indica l’obiettivo: dare qualcosa in più in termini di longevità ed evoluzione rispetto a tanti bianchi esistenti buoni solo da giovanissimi. Un vino con note fruttate e floreali molto piacevoli.”

Dei due ho assaggiato il Sutilis; deve ancora crescere ma interessante. L’unica cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa è pensare a un vino prodotto con uve  non seguite personalmente dal produttore. Forse perché mi viene naturale pensare che il vino sia un prodotto espressione della persona e del territorio nel senso più completo. Poi mi son detta: “Se questo può aiutare l’agricoltura, perché no?”  Ne riparleremo…

Natale 2014

Nell’attesa… Buon 2015




Le vigne dello Schioppettino di Prepotto

Se penso che solo pochi giorni fa ero a Prepotto, sui Colli Orientali del Friuli, allora si che scatta la nostalgia…

Le mie origine friulane mi legano a quelle terre, tornarci, quando si presenta l’occasione, è sempre un vero piacere. In questo periodo autunnale poi, con i colori dei vigneti così belli, lo è ancora di più.

E’ per questo che non ho proprio resistito quando l’amico Paolo Ianna mi ha chiesto di raggiungerlo per una Wine Trekking Experience.

Conoscete Paolo? Bè, nel caso in cui non avete ancora il piacere, guardatelo in questo filmato in cui l’ho ripreso mentre spiega come riconoscere un vitigno dalla forma delle sue foglie.

Durante la nostra passeggiata in vigna, Paolo ha parlato di viticoltura riferendosi in particolare all’evento appena trascorso dedicato alla promozione della cultura dello Schioppettino di Prepotto.

Sentiamo come è andata…

  • Paolo, per chi ancora non lo conosce ti chiedo, come dire… la “Carta d’Identità” dello Schioppettino di Prepotto.

Cinzia. ti rispondo attingendo a piene mani da un approfondito articolo sullo Schioppettino letto sulla rivista di cultura territoriale “Tiere furlane – Terra friulana” uscito nell’Ottobre 2011 a firma di Maria Cristina Pugnetti, preparatissima giornalista freelance friulana.

“Lo Schioppettino, chiamato anche Ribolla nera, farebbe parte della numerosa famiglia delle Ribolle, tutte ben radicate in Friuli: la Ribolla gialla, in friulano Ribuele, è la varietà più conosciuta, coltivata prevalentemente sui colli di levante tra le province di Udine e Gorizia; la Ribolla verde che dovrebbe corrispondere al Prosecco lungo; la Ribuele spizade, che si identifica ancora con lo stesso Prosecco lungo secondo quanto rilevato dall’esame del DNA. Infine la Ribolla nera, un vitigno coltivato sui colli orientali, tra le due province sopra nominate, e aldilà del confine, in Slovenia. La Ribolla nera ha trovato nel territorio del comune di Prepotto la zona dove riesce ad esprimersi al meglio, attraverso il vino che ne deriva, noto col nome di Schioppettino o Pòcalza in sloveno. Il grappolo è di forma piramidale alata e di buone dimensioni. Gli acini sono leggermente oblunghi. Il gusto è piuttosto piacevole, tanto da essere comunemente consumata anche a tavola.”

  • Che cosa è emerso di sostanziale in queste giornate dedicate alla promozione dello Schioppettino di Prepotto?

Siamo riusciti, nei due giorni dell’evento Schioppettino di Prepotto “UNICO PER NATURA”, a divulgare l’esistenza di un vino già abbastanza conosciuto, attraverso un convegno che ne descrivesse la vita fin dalla sua comparsa. Abbiamo potuto spiegare e mostrare il “Vigneto Catalogo” realizzato nel 2005 dall’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto. Un vigneto che comprende tutte le varietà di questo vitigno trovate nella zona, e quindi un archivio da cui trarre orientamenti per nuovi impianti.

Una degustazione guidata di ben 16 Schioppettino di 16 diverse aziende di Prepotto, a dimostrare nel bicchiere l’impegno a realizzare un vino che riesce ad esprimere una forte personalità che emerge in ogni campione assaggiato nonostante gli indirizzi stilistici molto personalizzati. Potrei affermare che chi ha partecipato ne sia stato un po’ sedotto…

  • Sappiamo bene che i trattamenti in viticoltura, in parte necessari, condizionano il lavoro degli operatori direttamente coinvolti nei vigneti. Ma qualcosa sta cambiando. Nei primi mesi del 2014, infatti, entreranno in vigore normative a salvaguardia della salute dei viticoltori. Paolo, a te la parola.

Da gennaio 2014 entrerà in vigore la Direttiva europea 2009/128 che regola attraverso nuovi parametri totalmente diversi dal passato, l’uso dei fitofarmaci in agricoltura. Attraverso una lungimirante e intelligente strategia si può trasformare l’applicazione della Direttiva (imposta), in una preziosa opportunità di sviluppo e di maggiore attrattività dei beni ottenuti con un tipo di agricoltura più attenta.

Sostenibilità e compatibilità sono i requisiti che devono e dovranno possedere i prodotti per conquistare o riconquistare i mercati di consumatori più attenti ed esigenti. Compatibilità a 360 gradi: ambientale, sociale e orientata ad incrementare la redditività delle aziende.

 

 

 

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