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Un’eterna romantica all’Osteria senz’Oste

Sono un’eterna romantica, lo sarò sempre e nessun evento potrà mai cambiare il mio modo d’essere, ormai l’ho capito. Per alcuni vivo sulle nuvole, per altri vivo nel mondo dei sogni. Io sono così…

Ho fatto questa premessa per farvi capire il mio entusiasmo quando una sera con una persona andai a trovare Simone Toninato, uno chef ormai diventato un caro amico. Dovete sapere che da  un anno in qua il mio modo di pormi alle persone è molto cambiato.

La vita ci presenta ostacoli a volte insormontabili, ma se si riesce a scavalcarli si incomincia a vedere le cose con occhi diversi, ci si toglie quella patina che ci offusca la mente e che non ci permette di dare  il giusto peso alle nostre scelte.  Tutto diventa più leggero, e il solo parlare a cuore aperto con le persone diventa una vera e propria scoperta di vita. Io ora vivo così.

Treviso

Valdobbiadene

Con Simone incominciammo a chiacchierare raccontandoci le nostre storie. Dopo avere ascoltato alcuni stralci della mia vita mi disse che dovevo assolutamente andare in un’osteria: l’Osteria senz’Oste.

Già vi sento dire: “Simone avrà pensato che avevi bisogno di bere !” Ma noo vi dico io!  Quest’Osteria nel cuore della meravigliosa Valdobbiadene è un posto per romantici come me, il posto ideale per sognare ad occhi aperti!

Ma ora vi voglio raccontare… perché io ci sono andata sul serio!

Con il mio confetto bianco, la mia macchinina, una mattina poco tempo dopo partii in quella direzione. Giunta finalmente a Valdobbiadene non fu facile trovarla.  Dopo aver vagato su e giù per stradine impervie, godendomi però panorami mozzafiato, vidi un cartello con l’indicazione. Sospirando emozionata parcheggiai l’auto in appositi spazi, posti tra i filari dei vigneti.

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Il parcheggio tra i filari all’Osteria senz’Oste

Mentre passeggiavo scattavo qui e la foto per fermare le belle immagini che riempivano i miei occhi. Poi, vidi una piccola stradina che mi indicava la direzione, e pian piano salii.  Quando arrivai in cima rimasi a bocca aperta.

Ero sola davanti ad una tipica casa di campagna, con mazzi di pannocchie appese ai muri, erbe aromatiche nelle aiuole, e una vecchia porta di legno che dopo aver contemplato spalancai.

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L’Osteria senz’Oste

Entrando, la mia espressione era incantata davanti a un tipico focolare domestico contadino dei bei tempi. Tutto era perfettamente in ordine: il vasellame posto sulle mensole, i taglieri di legno appositamente predisposti per l’uso, e quant’altro servisse per rifocillarsi autonomamente.

Dopo essermi guardata un po’ in giro trovai le opportune indicazioni ben segnalate sul tavolo. Quindi, non avendo ancora pranzato, mi organizzai uno spuntino servendomi da sola come se fossi a casa.  Su ogni prodotto accuratamente conservato c’era l’indicazione del costo. Ovviamente, essendo nel cuore di Valdobbiadene, mi versai un calice di Prosecco.

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Ero in pace col mondo…

In quell’atmosfera d’altri tempi ero in pace col mondo. Ad un tratto entrò deciso un uomo dall’aspetto possente. Lo seguii con lo sguardo mentre lui, brontolando fra se e se sulla quotidianità delle faccende da sbrigare, era intento nell’accendere il fuoco del camino.

Non mi aveva degnato di uno sguardo,  forse per rispettare la mia intimità con quel luogo. Io lo guardai e gli dissi: “Bè, meno male che ha il suo da fare…” Attirai la sua attenzione, e  di scatto si girò guardandomi un po’ stranito. Non ricordo esattamente come avvenne, ma incominciò a raccontarmi un po’ della sua vita.

Era un circense nato a Berlino che, dopo la perdita della famiglia,  incontrò fortuitamente la persona ideatrice di questo progetto. Lo ascoltò, e accettò la proposta di seguirlo in Italia. Nonostante lo sguardo un po’ triste, mi disse che era felice di quella scelta. La pace di quel luogo gli aveva permesso di trovare la sua pace.

Così come arrivò se ne andò.  Lo seguii fino a quando lo vidi sparire all’esterno. Pensierosa mi scossi dai miei pensieri rendendomi conto che era giunto il momento di dover andare. Riposi tutto perfettamente in ordine come l’avevo trovato, e mi feci il conto da sola, mettendo i soldi in un piccolo salvadanaio predisposto appositamente per l’uso.

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Prima di uscire vidi  il  libro delle dediche e decisi di farne una anch’io. Questa mia venuta era la riprova del mio pensiero,  fermamente convinta che la gente Italiana, quella vera, è gente d’onore e di passione. Lo scrissi a chiare lettere, perché l’Osteria senz’Oste ne è orgogliosa testimonianza.

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