Lo scrittore britannico Charles Caleb Colton paragonava lo champagne ad una critica: “Non c’è niente di più ributtante quando è cattiva… niente di più delizioso quando è buona.”
Nonostante io sia una donna amante di vini rossi (quelli buoni), quando ne ho l’occasione colgo sempre con piacere l’assaggio di un calice di champagne prodotto da una Maison rinomata per la qualità e la storia.
Charles Heidsieck è un vino francese che nasce nei vigneti della regione Champagne – Ardenne nella Francia settentrionale. Un vino che richiama al lusso, all’eleganza e alla seduzione, molto amato dalle donne.
Ebbene, qualche sera fa ho colto l’invito di Philarmonica, realtà distributiva di produzioni selezionate, partecipando ad una cena dedicata a questo champagne prodotto da una Maison storica nata nel 1851.
Nel centro di Milano, accolta nel delizioso Ristorante ‘Cavoli a Merenda‘, ricavato da un appartamento patrizio della fine del 1700, si è svolto l’evento con degustazione condotto dalla guida esperta di Marco Chiesa.
Non conoscendo Marco, quando gli ho chiesto di cosa si occupasse, la sua risposta pronta è stata: “Cinzia, racconto storie di vino e di uomini”. Quale migliore occasione per ascoltarlo…
In una sera d’estate, in un ambiente unico elegantemente arredato, con dieci blogger ho fatto un percorso di assaggi, abbinati ad una cena dai sapori tipicamente mediterranei.
Una Maison con cinque etichette: Charles Heidsieck Brut Réserve, Rosé Réserve, Brut Millésime 2000, Rosé Millésime 1999 e Blanc des Millénaires 1995.
A ognuno il suo champagne. Il mio, per lo meno quello che si è avvicinato più ai miei gusti per la piacevolezza al naso e in bocca, è stato il Blanc Des Millenaires Millésime 1995 Vintage.
Ad accompagnarci, oltre a Billie Holiday con ‘Crazy He Calls Me‘, l’ascolto dei racconti di Marco sulle vicissitudini di una famiglia che ha portato nelle serate mondane delle corti europee fino ai giorni nostri, i suoi prodotti.
‘Champagne Charlie’, il nome con cui è conosciuto in America, è un vino di una Maison francese che si distingue per la capacità riconosciuta di fare squadra. Un’attitudine oltre che un’inclinazione, che nel tempo favorisce le economie e il territorio.