Svizzera direte? E ora che c’entra la Svizzera? Un attimo che vi spiego! Dovete sapere che sono conosciuta per la mia precisione organizzativa, è da sempre la mia dote innata e appunto per questo qualcuno diceva: Attenti che arriva la Svizzera!
Non per niente quando c’è da organizzare qualcosa mi vedo il dito puntato, e devo dire che mi piace, è la mia creatività che trova la sua giusta applicazione. Ma sono tanto precisa quanto a volte pasticciona! E va bè mica dicono che i geni si perdono nelle piccole cose! Già sento i fischi… ma dai che scherzo!
Dunque dicevo che mi sento un po’ Svizzera, quindi oggi indovinate dove si va? A Lugano, alla scoperta della viticoltura del Canton Ticino.
Come d’abitudine, mi sono documentata un po’ prima di recarmi sul posto. Dovete sapere che la viticoltura in Ticino si è sviluppata nei primi anni del novecento, dopo il passaggio devastante della fillossera. A Mendrisio infatti nel 1906 vennero impiantati i primi ceppi di Merlot che, grazie alle condizioni climatiche ideali, si sono sviluppati per la maggiore coprendo l’80% dei 1.000 ettari della superfice vitata. Nei restanti 20% sono presenti per le uve rosse la Bondola unico vitigno autoctono, il Pinot Nero, il Cabernet Franc e il Sauvignon. Per le uve bianche lo Chardonnay, il Sauvignon Bianco e il Kerner. Dal 1997 i vini ticinesi vantano il riconoscimento della denominazione di origine controllata.
Proprio lo scorso Settembre a Lugano c’è stata la presentazione dell’annata 2009 organizzata da Francesco Tettamanti, enologo e Direttore di Ticinowine, “L’Arte di coltivare il vino”. Francesco è stato mio gentile accompagnatore. Nel condurmi mi ha spiegato che la vendemmia del 2009 è coincisa con il venticinquesimo anniversario dell’Associazione vinificatori ticinesi, l’AVVT .
Si é voluto celebrare l’evento con una collezione di vini a tiratura numerata, accompagnata dalla Guida alla degustazione a cura di Paolo Basso, il vice campione mondiale dei sommelier nel 2010. Apprezzabili le originali etichette delle bottiglie con i ritratti dei produttori realizzate dal pittore ticinese Gianluigi Susinno.
La serata poi è proseguita pressola Cantina Moncucchettodi Lisetta e Niccolò Lucchini. Visitando la moderna struttura firmata dall’architetto Mario Botta, ho apprezzato le scelte di Niccolò nel mantenere integro l’ambiente in pietra da cui è stata ricavata. Qui Paolo Basso ci ha guidato sapientemente nella degustazione dei 6 vini che aveva selezionato per noi.
Seduta a fianco a Lisetta ho passato la serata a chiacchierare come al mio solito sulla bella storia di vita percorsa con il marito Niccolò. Raccontandole alcuni miei sogni, lei mi disse: “Solo le grandi passioni riescono a trasformare le utopie in realtà”. E io ci credo pienamente, perché la passione è il motore della mia vita!