Si racconta che Enzo Ferrari un giorno, rivolgendosi a Ferruccio Lamborghini disse: “Tu continua a costruire trattori e a me lascia costruire le macchine sportive.” Enzo Ferrari però era solito anche dire: “Se lo puoi sognare lo puoi fare”.
Ferruccio Lamborghini, classe 1916, fondatore storico della Lamborghini Automobili. Figlio di agricoltori ma con la meccanica nel DNA. Una passione per le auto che comprendo e condivido. Il piacere della guida nasce con noi, è indice di libertà, è viaggio e spensieratezza. Per me, per mio figlio e per molti altri, è così.
Qualche giorno fa, guidata da Fabio Lamborghini, nipote del grande Ferruccio, ho avuto il piacere di visitare il museo nato da un’idea del figlio Tonino, oggi impegnato in attività di lifestyle. Nei 5000 mq espositivi del nuovo forum inaugurato il 27 Maggio 2014, ho potuto ammirare oltre a dodici prototipi originali la mitica MiuraSV personale di Ferruccio, il suo elicottero, l’avveniristica Countach del ’74, la golf car usata da Papa Karol Wojtyla, un Off Shore con motori marini Lamborghini pluricampioni, e molto altro della produzione storica di un genio italiano che ci ha resi famosi nel mondo.
Oggi, per chi ancora non lo conosce, vi racconterò un po’ di lui…
Ferruccio Lamborghini fece la sua prima officina nella stalla di casa a Renazzo, in provincia di Ferrara. Dopo la guerra, partendo dalle esigenze della campagna, costruì il primo trattore a basso costo, il Carioca, un termine usato nella zona per indicare un prodotto assemblato con pezzi già esistenti e modificati. Era infatti costruito con residui bellici della guerra appena conclusa.
Un trattore accessibile a tutti, presentato per la prima volta alla Fiera di San Biagio di Cento. L’unico ‘neo’ era il motore a benzina, quindi non a basso costo. Fu per quello che decise di progettare un componente chiamato ‘vaporizzatore’ in modo da permettere al motore di funzionare a petrolio. La benzina serviva solo nella fase iniziale per l’accensione. Quattro cilindri nel primo modello del 1946, e sei nel successivo del 1947, più potente.
Amando le macchine sportive e l’alta velocità, nel 1946 decise di modificare la sua Topolino sia nella carrozzeria che nel motore, fino a farle raggiungere i 140 km all’ora. Con quest’auto, ancora funzionante e presente nel museo dell’azienda, gareggiò nel 1948 alle Mille Miglia. Sul frontale è visibile il primo logo usato dalla casa, un triangolo con tre lettere FLC (Ferruccio Lamborghini Cento), poi sostituito nel 1963 con il marchio del ‘toro’, segno zodiacale di Ferruccio.
Fabio Lamborghini, Direttore del museo omonimo, nel condurmi alla vista mi ha raccontato quando Ferruccio, sulla sua Ferrari 250 Gt, sostituì la frizione originale difettosa con quella più robusta di un trattore Lamborghini, risolvendo brillantemente il problema. Nel Maggio del 1963, dopo aver acquistato un terreno a Sant’Agata Bolognese a 25 km dal capoluogo emiliano, decise di costruirsi da solo le sue auto sportive. Nasce così ‘Lamborghini Automobili’, e inizia la produzione di una serie di auto tra le più belle al mondo.
Nel 1971, durante un viaggio in Umbria, Ferruccio incantato dalla bellezza delle terre del cuore verde d’Italia, decise di comprare una tenuta e investire nell’agricoltura e nella produzione vinicola creando un Resort con Golf Club annesso. Un’attività che dagli anni ’90 continua con la gestione della figlia Patrizia.
Nonostante la proprietà della Lamborghini Automobili non sia più italiana da anni, l’anima di questo marchio per me rimane tale. Molte aziende ormai sono proprietà di multinazionali straniere, colpa della difficoltà di fare impresa in Italia, e non certo dei nostri bravi artigiani. Ferruccio Lamborghini è morto il 20 Febbraio del 1993. Di lui rimangono le sue importanti creazioni.
Vi lascio alle immagini e ai sogni rombanti…
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